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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quarti! — Italia Mcridionalo
   arte o della loro coltura, del pari che i nomi di qualcuno degli immigranti nelle epigrafi sepolcrali. Mia lingua di queste iscrizioni fu dato il nome di \li ssa pica e di Mcssnpi! agli immigranti, i quali avrebbero proceduto i Croci nella conquista del tallone dello stivale italico.
   Da vetusti documenti, tratti in luce di recente nello scavar fondamenti di pubblici e privati edilizi per l'ampliamento di Lecce, si rileva che la, dove sorge l'attuale città, esisteva al fermo, anche ai tempi messapirt, mi centro d'abitazione, che andò successivamente ampliandosi dopo le conquiste ilei Greci e dei Romani.
   Dell'untica città messapira si rinvennero, non è molto, parecchie tombe con iscrizioni iiiossapiclie nell'abitato di Lecce, iscrizioni già pubblicate dal Moniinsi n nel ISSI! in numero di 50 circa, e di 122 nel 1S71 nel libro venuto in luce a Lecce col titolo: Le iscrizioni mcssapiche raccolte dal cavaliere Luigi Maggiulli e dal duca Sigismondo Castronicdiaiio, Con le iscrizioni furono trovati molti antichi oggetti artistici, raccolti in parte nel Museo provinciale di Lecce ed in parte dispersi.
   Loco lungi e a libeccio da Lecce sorgeva un'altra città detta Tiudiae dai Romani ed ora Rusce, di cui si può ancor seguire per lungo tratto il perimetro delle mura e in cui furono scoperti alcuni ruderi dell'anfiteatro, dell'acquidotto e tombe contenenti bellissime stoviglie d'uso domestico e decorativo, e oggetti d'arte svariati in oro, argento, ferro, bronzo, ambra e \ etro (1). lindi ne diede i natali (23!) av. C.) a Qninto Ennio, il quale, trasferitosi a Roma, divenne il padre della poesia latina ed acquistò fama con le sue tragedie e commedie:
   lludiae yenuere vcluslae: Sunc Itti'liae solo memorabile nomai almuno
   («IL. li AL., MI, 3'J3).
   Lecce è la Lupiae dei Romani, trasformata in Licea e Lic'unn dai Normanni, in 1 Al iu»! dagli Svevi e successivamente in Lezze e Leccio, finché ottenne il nome odierno e definitivo di Lecce, Poco sappiamo della Lupiae romana, quantunque par fosse ima città municipale di qualche importanza e sia ricordata da tutti i geografi. Nel Liber Coloìtiaruiii si parla anche dell'aiger Lupiensis; ma 11011 pare ricevesse mai una colonia e le iscrizioni, in cui reca codesto titolo, sono probabilmente spurie. In Lupiae approdò, venendo da Apollonia, il giovane Ottaviano, appresa ch'ebbe l'uccisione di Giulio Cesare, e dal nome di Lupiae deriva lo stemma di Lecce: un lupo appostato sotto un leccio.
   Nel medioevo Lecce fu presa e saccheggiata più volte: da 'Potila nel 511, dai Greci nel 547 e, nel 540, di bel nuovo da 'Potila, finché tornò 111 potere degli imperatori di Oriente. Nel secolo V II fu soggetta ai Longobardi, ai quali tennero dietro i Saraceni e i corsari africani, che ne fecero scempio; finche fu liberata dai Normanni, quando Roberto Guiscardo sottrasse la Puglia eia Calabria alla signoria dell'imperatore greco, che ancora vi si manteneva. Nel 1003 ei conquistò Taranto e, cinque anni dopo, Otranto. Al fratello suo Goffredo diede la città di Lecce, formandone una contea, e da questi primi signori della stirpe normanna Ilauteville discende la dinastia dei conti di Lecce, la quale regnò sino al tempo dell'imperatore Enrico VI della Casa Holienstaufen, Il successore d'Enrico VI salito, nel 11%, sul trono di Napoli — proseguiremo qui, compendiando dal precitato prof. De Giorgi — annullò l'investitura della contea di Lecce fatta dal papa ai Uri enne e la diede al proprio tìglio naturale Manfredi, sì che rimase agli Svevi sino alia venuta, nel 12GG, di Carlo d'Angiò. Questi inviò Ugo di Brienne, avversario degli Holienstaiifen, alla conquista di Lecce, ch'egli distrusse secondo alcuni, mentre altri lo dipingono quale un principe valoroso, che perde la vita difendendo questa città dagli assalti di Ruggiero dì La uria.
   (1) 11 De Simone ne diresse eli scavi, pubblicandone i tipi iu un Atlante litografata a Turino dal Dovei! ; li ha illustrati con plauso dei dotti, italiani c stranieri.