t'ari»» Hilartn Ilalia Meridional»'
Fi?. Ci. — becco : Chiesa di Sant'Irene (da fotografia HauiìIeiu).
ilei puro cinquecento. Contiene varii quadri del Verrio, del Tiso e di altri pittori leccesi ed un bassorilievo dell' Immacolata in cartapesta.
Ss. Nicolò e Cataldo (figg. 63-0(5). — I)i tutte le trenta chiese di Lecce la più notabile è quella antica dei Benedettini dei Santi Nicolò e Cataldo, dichiarata monumento nazionale. La fece edificare nel USO, a breve distanza dalla città e presso il Camposanto, il conte normanno Tancredi. Era questi il bastardo di Ruggero, figlio ili re Buggero II di Sicilia e della bella Sibilla, figlia del conte Roberto di Lecce. Il suo avo, sdegnato, lo aveva fatto carcerare in un col fratello Guglielmo, in Palermo; ma a Tancredi venne fatto fuggire dal carcere in Atene, donde fn poi richiamato da Guglielmo IL il quale gli assegnò la contea di Lecce. Ivi Tancredi fece edificare questa magnifica chiesa dei Ss. Nicolò e Cataldo, nove anni innanzi che fosse eletto re dai Normanni. Perciò essa è l'ultimo monumento dell'ultimo re normanno ed ha per ciò solo una importanza storica.
Sopra due porte, una d'ingresso alla chiesa e l'altra che introduce dalla chiesa nel chiostro, leggonsi ancora due iscrizioni in versi leonini latini risgnardanti la costruzione dell'edilizio. La chiesa non ha l'ugnale in tutta la provincia, trattone quella non meno celebre dei Francescani, Santa Caterina, a San Pietro in Galatina, la quale fu però costruita due secoli più tardi. E addirittura uno dei monumenti più superbi e più