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Parlo Quarta 1 tallii M'-riiliunalc
Limino parili della servita lilora Latrar, rome d'un porto frequentato dalle navi. i'ro-liiiliiluieiitc non fu mai nnn città municipale, 111:1 soltanto un grosso villaggio, quale è ora dipendente dal (.'011111111' di ('astrignaiio del Capo, no) ciraiiidario di Gallipoli.
Lentia era una città piccola, ma notissima, e sostenne vnrii assalti. Convertita al Cristianesimo divenne sede vescovile, lincilo fu distrutta dai Saraceni, l/erczioiio del santuario, sul luogo ili ini tempio antico di .Minerva, vuoisi risalga ai tempi ili San Pietro. Y 1 si veggono residui d'antichi edilizi, clic attestano aurora al di d'oggi la situazione didla distrutta città e del rinomato suo porto. Nou sono molti anni, vi fu innalzato 1111 gran fanale pei naviganti.
Prodotti agrari. — Il territorio leccese, assai fertile, produce principalmente olio d'uliva molto rinomato, vini squisiti, segnatamente quelli di Santa Maria di Lenca, di Brindisi e di Lecce; granaglie, ili varie qualità, patate, cotone, ortaglie ed agrumi eccellenti, particolarmente presso Gallipoli; ogni sorta di frutta, fichi, mandorle, carnilio e tabacco.
Dalla Relaziono statistico-agraria, industriale e commerciale della provincia di Lecce, anno ISS'.t, pubblicata dal Commercio Saladino, organo ullieiale di quella Camera di eoniniercio, rileviamo quanto segue:
Vino. — La grande richiesta che, da parecchio tempo, i nostri vini hanno por l'esportazione, ha fatto giungere la coltivazione della vite a quasi il quadruplo di quella ch'era tra il 1S70 ed il ISTI. Infatti la produzione del vino, che nel quinquennio 1S70-71- toccava appena i 300,000 ettolitri, nel 1888 avrebbe certamente superato il milione, se le brine di marzo, la siccità e gli ininioderati calori estivi, 11011 avessero danneggiata la vite. Nel 1SSS la produzione è ascesa ad ettolitri 807.740.
11 nostro vino, che, d'ordinario, contiene dai VI ai 10 gradi d'alcool, presenta delle varietà che possono, in valore alcoolico, competere col miglioro marsala. La viticoltura è, in tutta la provincia, discretamente progredita; 11011 così la vinificazione, la (piale lascia ancora a desiderare tipi costanti, non alterabili e facilmente commerciabili all'estero.
Olio d'uliva. — La più importante produzione agraria della nostra provincia è l'olio d'uliva. La superficie media coltivata a ulivi, che nel quinquennio 1870-80 toccava appena i 100,000 ettari, nel quinquennio 1S79-S3 è arrivata a ettari 142,810, quasi il sosto della superficie di tutta la provincia. L'anniento del prodotto però 11011 corrisponde all'alimento della superficie, perchè da parecchio tempo si hanno gravissimi danni dalla mosca olearia. La produzione del 1888 sali a quintali 490,310.
Fichi secchi. — Anche quella dei fichi è divenuta una delle più importanti produzioni della provincia, 11011 solo liei consumo locale, che alimenta in ragion diretta della popolazione, ma anello, e principalmente, per la crescente quantità di fichi secchi. La produzione del 1SS8 ascese a oltre 120,000 quintali.
Agrumi. — Le condizioni in cui versa attualmente la coltura degli agrumi nella nostra provincia non sono floride; sia per i danni che i nostri agrumeti hanno sofferto e soffrono tuttora per le malattie dette cagna e gomma, e per l'insetto mililospis flavescens; sia perchè la produzione d'agrumi, iniziatasi da parecchi anni in America, ha fatto scemare l'allettamento coi buoni prezzi di esportazione. Nel 188i> la produzione dell'intera provincia 11011 raggiunse i ò milioni di frutti.
Assai florida la pastorizia, la quale costituisce un ramo speciale d'industria e produco lane, pelli, latticini, formaggi, ecc.; il bestiame più numeroso comprende pecore,cavalli, lutili ed asini.
Industria e commercio. —Assai attiva e variata è l'industria manifatturiera. Nelle varie città della provincia fioriscono fabbriche di sapone, cremortartaro, cera, pomate, fiori fiuti, voli, felpa, cappelli di paglia e di feltro, pannilani, coperte, tele di lino e di cotone, concerie, ecc.; ottime le paste alimentari di Brindisi, i salami ed i formaggi.