I Salentini
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Una lega più vasta fu formata nel 393 av. C. per la mutua protezione contro gli assalti di Dionisio da un lato e dei Lucani dall'altro; e le città che componevano codesta lega dovevano naturalmente aver qualche specie di consiglio generale o luogo di adunanza, lì probabile che in questa occasione fosse primamente istituita la convocazione generale degli Italo-Greci di cui parla Strabone: quantunque sia mollo improbabile che la colonia tarantina di Eraclea fosse scelta per prima sede dell'assemblea, posciachè i Tarantini pare si tenessero in disparte ed è persino assai dubbio se essi formassero parte della lega. Ma era naturale clic, allorquando i Tarantini ebbero il primato fra le città alleate, i consigli fossero trasferiti alla loro colonia di Eraclea appunto come Alessandro di lipiro cercò poi di trasferirli di là al fanne Acalandrus (ora Calandro), nel territorio di Turio, in scafilo d'inimicizia verso i Tarantini.
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I Salentini.
S-AsvtJvoi, popolo dell'Italia meridionale che abitava quella porzione della penisola, clic ne forma l'estremità sud-est, vale a dire il tallone del classico stirale d'Italia. Il suo territorio era per tal modo compreso nella regione nota ai Greci col nome di Japigia, del pari che nel distretto dello Calabria dai Itomani.
Osserva Strabone che la penisola suddetta — ch'egli considera come limitata da una linea da Taranto a Brindisi, percorsa ora da un tronco ferroviario — era variamente denominata Messapia, Japigia, Calabria e Salenlina; ma che alcuni scrittori stabilirono una distinzione fra i nomi.
Pare, non siavi dubbio che i nomi erano di frequente applicali irregolarmente e vagamente, e che vi erano infatti due tribù o razze distinte abitatrici della penisola, i Salentini ed i Calabri, dei quali i secondi erano noti comunemente ai Greci quali Messapii, come vedremo sotto Calabria. Ambedue erano però probabilmente razze affini, appartenenti alla grande famiglia del ceppo pelasgico. La tradizione rappresentava i Salentini come di origine cretese e, conforme alla forma consueta di siffatte leggende, li faceva discendere da una colonia di Creta sotto Idomcneo dopo la guerra di Troja.
Pare abitassero la parte meridionale della penisola, stendentesi dalla sua estremità meridionale (l'odierno Capo di Santa Maria di Letica), dello perciò di frequente Salentinum Promontorium, sino in vicinanza di Taranto. Ma difficilmente si possono distinguere accuratamente i limili delle due tribù o le città particolari clic appartenevano a ciascuna di essa.
11 nome di Salentini non pare fosse noto famigliarmene ai Greci, almeno nei primi tempi, non occorrendo in alcuna delle guerre coi Tarantini, quantunque, a far argomento dalla loro situazione, essi dovettero essere una delle tribù, che vennero di buon'ora alle prese con la colonia nascente. Urano noti probabilmente sotto la denominazione generica di Japigii, o confusi coi loro vicini, i Messapii. Al contrario, non si tosto il loro nome comparisce nella storia romana, è in un senso più ampio e più generico di quello a cui è ristretto dai geografi. Livio parla dei Salentini come aderenti alla Lega Sannitica nel 300 av. C., quando il console L. Yolumnio, inviato nel loro paese, li sconfisse in parecchie battaglie e s'impadronì di alcune delle loro città. È quasi impossibile credere che i Romani spingessero sì di buon' ora le loro armi nella penisola Japigia ed è probabile che i Salentini sieno qui confusi coi Pcucezii ai quali, secondo alcune relazioni, erano strettamente connessi. Ma il nome è adoperato poco appresso con larghezza vieppiù grande quando Livio parla di 'Furio come di un'urbem in Salentinis se almeno, come pare non abbiavi dubbio, la città di cui parla qui ò la ben nota città di Turio in Lucania.
Il nome dei Salentini non occorre più nell'istoria fino alla quarta Guerra Sannitica, quando entrarono a far parte della confederazione formata dai Sanniti e dai Tarantini contro Roma, e furono sconfitti con essi dal console L. Emilio Barbuta nel 281 av. C., posciachè noi leggiamo nei Fasti Capitolini (ann. 413) che questo console celebrò un trionfo sui Tarantini, Sanniti e Salentini.
Dopo poco volger di tempo la comparsa di Pirro in Italia attrasse l'attenzione dei Romani assai più che questi ignobili avversarli; ma quando questo monarca lasciò da ultimo l'Italia e Taranto stessa fu occupata dai Romani, eglino ebbero agio di rivolgere le loro armi contro quelle poche tribù clic conservavano ancora la loro indipendenza.
132 — f.a l'ai ria, voi. IV.