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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1 S ì l'oriti Oliarla — Italia Meridionale
   furono prrtS tornite a segno dallo guarnigioni romane elio, le trattennero dall'aporia ribellione. Taranto stessa (sempre, a quel elio pare, la più polente) fu del ninnerò; e quantunque la riltA si et sa fosse data in mano del generale rarlaginese, la cilladella rimase sempre occupata da una guarnigione romana, la quale lenue il fermo finc 11(v la città fu ricuperata da Fabio nel 20'J av. C.
   In questa occasione Taranti! fu trallatn come una cilli conquistala o saccheggiala senza rincori-cordia, meiilre gli abitami furo no passati a filili spada o verni ali quali schiavi. .Metaponto non sfuggi ad una sorte consimile clic mediante la rimozione dei suoi abitanti e dei loro averi, quando Annibale fu costretto ad abbandonare la città; e, in un perimlo posteriore della guerra, Terina fu dislrutta intieramente dal generale cartaginese. Locri e Crotone furono prese e riprese: lteggio soltanto, elio serbò fede a Roma, quantunque assalita più volle dai Cartaginesi, pare sfuggisse in gran parte allo devastazioni della guerra.
   Cerio b che le città della Magna Grecia non si riebbero più da questa lunga serie di calamità. Poco sappiamo della loro condizione sollo il governo della Repubblica romana, o delle norme particolari a cui furono sottoposte. Ma è probabile clic, sin dopo la soltomissione compiuta della Ciccia e della Macedonia, esse fossero tenute d'occhio quali alleate naturali dei loro consanguinei d'oltremare; ed aiu lie le colonie di cittadini romani o latini, situate lungo le coste dell'Italia meridionale, erano probabilmente destinale piuttosto a tenere a freno gli abitanti precedenti, clic a rimpinguare la popolazione esausta.
   Una di codeste colonie, quella di Posidonia (ora Pesto), era stala dedulla sin dal 213 av. C., e Brìi ndìisi turi, o Brindisi, clic divenne in seguilo tuia città cosi importante, era siala dcdntta aneli e essa prima della seconda Guerra Punica nel 214 av. C. Ma, trnllcne queste eccezioni, lutto le colonie romane sulle coste della Lucania, del Rruzio e della Calabria ebbero principio in un periodo posle-riore a codesta guerra. Ri queste colonie Ifuxcntum (ora Policastro) e Tempsa o Tcincsa, nel Rruzio, furono stabilite fin dal 101 av. C. ; e nel medesimo anno un corpo di coloni romani fu traspollalo nella già si polonio Crolline. Poco appresso furono stabilite due alirc colonie: nnaaTurio in Lucania nel 103 av. C. e l'altra a Rruzio, Ilipponium o Vi io (A'ibona, ora Monleleone), nel 192 av. C. L'ultima di queste colonie, la quale sotto il nome di Vibo Valentia divenne una città florida ed importante, fu l'unica clic pervenisse ad una prosperità ragguardevole. In un periodo assai posteriore (123 av. C.) le due colonie inviale a Scylacium (Squillace) ed a Tarentum (Taranto) sollo i nomi ili colonia Minora e Neptunia, furono probabilmente un tentativo per rinsanguare la popolazione esausta di quelle due città.
   Ma tutti i tornativi, per arrestare la rapida decadenza di quella parte d'Italia, riuscirono evidon-lenieiile infruttuosi. L probabile, o piuttosto è quasi certo, clic la malaria incomincio a farsi sentire gravemente lostoché prese a diminuire la popolazione. Ciò 6 avvertito da Strabene nel caso di Posidonia; e lo stesso dev'essere accaduto lungo il litorale del golfo di Taranto. Invero Strabene stesso ci dice clic delle città della Magna Grecia, già si famose nei tempi antichi, le sole, clic serbavano ancor qualche traccia della loro ellenica civiltà a' di suoi erano Reggio, Taranto e Napoli, mentre le grandi cillà acliee nel golfo tarantino erano quasi intieramente scomparse.
   Nò meno stringenti sono le espressioni di Cicerone che la Magna Grecia, ch'era stala cosi fiorente ai tempi di Pitagora e copiosa di grandi ed opulenti città, era caduta a' di suoi nell'estrema rovina (mine t/iiiileiu delata est). Parecchie delle cillà esistenti ancora ai tempi di Cicerone, come Mela-ponto, Eraclea e Locri, andarono a grado a grado in decadenza finché scomparvero dalla faccia della terra, mentre Taranto, Crotone e poche altre serbarono una debole ed inferma esistenza nell'evo medio sino al presente ; Taranto sola risorse di reccnle a nuova vita in grazia principalmente del suo arsenale, il secondo in Italia dopo quello della Spezia.
   Fu già osservato clic il nome di Magna Grecia non fu mai una designazione territoriale, né lo cillà clic la componevano costituirono mai un'unità politica. Ma anche le città acliee pare non formassero una lega politica od unione fra di loro se non dopo i torbidi che tennero dietro all'espulsione dei Pitagorici, nella quale occasione vuoisi invocassero l'arbitralo degli Achei in Grecia e fondassero, per consiglio di costoro, un tempio di Giove Omorio per le loro adunanze consiliari e per deliberare intorno alle loro faccende ed interessi comuni.