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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di San Severo
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   È ricordata di bel nuovo nella seconda Guerra Tunica, quando fu scelta dal dittatore M. Giunio Pera qual suo quartiere d'inverno nell'Apulia. Cicerone, ne parla incidentalmente come di una città municipale ed il suo nome rinviensi in tutti i geografi antichi fra le città municipali dell'Apulia. Il suo grado municipale è anche confermato da un'iscrizione, del pari che dal Liber Colonitirum, ed è chiaro ch'essa non giunse mai al grado di colonia.
   Le sue rovine veggonsi sempre a fi chilometri da Serracapriola, in un luogo detto Civìtate, vicino a un ponte romano detto l'onte di Civitate sul Fortore, sul quale la strada antica da Larino a Lucerà attraversava il fiume. \ i si scorgono tuttora avanzi delle mura della città antica, del pari che frammenti d'altri edifi/.i, dai quali, del pari che da una iscrizione pare probabile ch'essa continuasse ad essere una città florida sotto l'Impero romano. Il periodo della sua decadenza tinaie è incerto; ma essa conservò la sua sede episcopale sino ai tempi moderili.
   Straberne parla di Tua mi m Apnhun come situato entro terra, a qualche distanza da un lago, di cui non dice il nome, ma cb'è evidentemente il suddescritto lago di Lesina, detto Laats J'tutitmui da Plinio. Da un'iscrizione rinvenuta sulle sue sponde rilevasi che questo lago era compreso nel territorio di Tcanuvi, il quale stendevasi per tal modo sino al mare.
   La prima menzione di Serracapriola rinviensi in un atto di donazione del conte Tesselgardo di Larino all'abbazia di Tremiti, stipulato nel castello di Serra nel 1045 e riferito dal Tria nella swi Storia di Larino. I ti grandemente danneggiato dal terremoto del 20 luglio 1027; ma gli abitanti ne rialzarono con maggior solidità gli edifizi crollati.
   Divenne un feudo dei monaci di Moiitecassino, ai quali fu dato, nel 1127, in dono per metà da Roberto conte di Molise. In capo a qualche tempo gli abitanti si emanciparono e divenne terra demaniale ; ma Ferdinando lì ne rifece, nel 1485, ini feudo assegnandolo ad Andrea di Capila, conte di Campobasso..
   Nei registri dei Regi Archivi si legge che, dopo trentacinqne anni, al suddetto \ndrea era succeduto il figlio Ferrante del Ralzo; ma, non avendo e^li prole maschile, sua figlia Isabella fece dono, nel 1560, del feudo meditato dal padre al proprio figlio Cesare Gonzaga. Da costili passò in possesso di Ferrante duca di Gonzaga, il quale ne fu privato per fellonìa, e fu quindi concesso ai D'Avalos d'Aragona marchesi del Vasto. Il fendo fu quindi inesso all'asta pubblica ed acquistato, nel 1737, per 190,000 ducati dal diiea Nicolò Maresca.
   Uomini illustri. — Parecchi ne vanta Serracapriola e, per tacere degli antichi, ricorderemo 1 arcivescovo Ciampa, il vescovo De Luca, il colonnello Castelnuovo e sopratutti il cav. Ferdinando De Luca, celebre matematico, geografo e fisico.
   Coli, élett. San Severo — Dioc. Larino — P2, T. e Str. ferr.
   Chieuti (1620 ab.). — A 234 metri d'altezza, all'ingresso della provincia di Foggia e a 4 chilometri da Serracapriola. in amena situazione e in aria saluberrima, sopra un ripiano donde sì gode di una bella veduta dei dintorni e del vicino Adriatico. È cinto di mura con due porte e possiede varii edilizi ili bell'aspetto, fra gli altri due chiese.Monte di pegni eMonte frumentario di recente fondazione.Cereali,olio,bestiame.
   Cenni storici. — A breve distanza, nel luogo detto Chieuti Vecchio, sopra un colle ove sorgono alcuni casolari, veggonsi le rovine di un'antica città detta Cìitvrnia o Clitwmm. Chieuti, col non lontano Campomarino (nella provincia di Campobasso, circondario di Larino), fu una delle molte colonie degli Albanesi che, nel secolo XVI, cacciati dai Turchi, emigrarono nell'Italia Meridionale, invisi agli abitanti, mentre prosperarono nella vicina Sicilia. Sul continente, di qua del Faro, annoveratisi ancora cinquantanove villaggi di origine albanese.