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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Fìg. 54. — San Sleandro Oargsnico: Veduta del Castello.
   Mandamento di SERRACAPRIOLA (comprende 2 Comuni, popol, 7239 ab.). — Territorio all'estremo nord della provincia, sulla sinistra del Fortore, composto di amene colline, di vallette deliziose e di pianure lussureggianti di vegetazione. Uliveti die formano la fonte principale di ricchezza, vigneti che danno vini eccellenti, ortaglie, fra cui i pomidoro ricercati nelle due provincie di Foggia e di Campobasso. Tasti 31 pingui pascoli,
   Serracapriola (5019 ab.). — Giace a 270 metri d'altezza, in aria pura e salubre, a 2S chilometri da San Severo, in vetta ad un lolle, tra il Fortore e il Saccione, da cui si gode dell'ampia e pittoresca veduta del Tavoliere, del Gargano, del lago di Lesina, dell'Adriatico con l'arcipelago di Tremiti e della lunga catena a pennini ca in cui si discernono le alte, lontane e nevose cime del Crai) Sasso, della Maiella e del Matese. Vie ampie e anzidienò regolari, parecchie piazze, antica torre ettagona, eretta a guardia del castello, line chiese collegiate col titolo di Santa Maria in Syìvm e di San Mercurio martire, d'architettura discreta; le altre chiese invece di disegno mediocre. Convento dei Francescani e monastero delle ex-Apresine, ora soppressi. Di solida e buona costruzione alcuni degli edilizi privati. Parecchie opere pie e tiatliei importanti di cereali, d'olio e di vino.
   Cenni storici. — Teetnum Apuìnm (così chiamato da Cicerone, Pro Clnenl., 9), per distinguerlo da Teanion Rktiriuum nella Campania, di cui abbiamo trattato sotto Teano nella provincia e circondario di Caserta, era una città dell'antica Apulia situata sulla sponda destra del Frento (ora Fortore), a circa 19 chilometri dalla sua foce. Pare fosse una delle città più ragguardevoli dell'Apula prima della sua conquista pei Romani; ina il suo nome è mentovato per la prima volta nel av C. (piando, unitamente a Cnnnsinm (Canosa), fu sottomessa dai consoli romani M. Foslio Flaccinatore e L. Plauzio Velinone.