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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   J iti l'ari»* Qua ila - Italia M'-rnllonale
   .Tacotoiicnte, con tuta superficie lutale di ettari 2003, dei quali circa 1802 sono tenuti a busco. La specie predominante è il faggio ; seguono il carpino bianco e nero, l'acero e il ceno, ecc. La foresta è traversata per un buon tratto dalla strada provinciale, die va da Monte Sant'Angelo a \ irò del 'largano. Il faggio fornisce ottimo legname da lavoro e per carbone. Dalle altre piante ricavatisi assortimenti svariali. Oltre a ciò, in mi luogo detto Carbonara, scaturisce, un'acqua ferruginosa indurala fresca.
   Monte Sant'Angelo 09,231- ab.). Sorge all'altezza cospicua di 813 metri ed a f>-1-cliiloinetri da Foggia, sopra un allo colle, che forma uno degli sproni meridionali del (largano. Giungendovi per la nuova strada, la città si presenta come arrampicata al brullo cocuzzolo del promontorio, iti grandiosa solitudine col mare sottostante. Forma un ammasso di case bizzarre, imbiancate con innumerevoli fumaiuoli di foggio singolari e signoreggiate da un'alta e bianca torre. Le case sono fondate sulla nuda roccia: alcune scendono a scaglioni giù pel digradare delle rupi e sono circondate da folti arbusti di quercia.
   La strada che conduce al celeberrimo santuario attraversa la piazza della città, in mozzo alla quale ergesi, sopra una colonna, una statua marmorea dell'aircanyrlo San Michele, attribuita a Michelangelo. In uno dei lati si aderge una grossa e nera torre a due piani, bella costruzione di Giordano da Monto Sant'Angelo, architetto di Carlo d'Angiò, restaurata recentemente qual monumento nazionale.
   Più in alto il castello, in cui risse una volta una bella principessa ; ma chi fosse e quando vivesse niun lo sa dire. Esso domina la città ed è assai vasto, con parecchie belle torri e bastioni (tig. 47). Maraviglioso è il panorama che si presenta giù sino al mare ai due lati e su alle spalle nelle boscaglie. In lontananza, sulla spiaggia, il campanile e il villaggio di Mattinata — di cui abbiamo fatto cenno sotto Monte Gargano — frazione del Comune con delegazione ili porto. Semaforo di Torre Monte Saraceno, alto in. 17 sul livello del mare.
   Commercio di cereali, di legname da costruzione e d'olio d'uliva, con frantoi, molini, caseifici, banchieri e scontisti, ecc.
   Santuario di San Michele Arcangelo (fig. 18).
   L' 8 maggio c il giorno di festa e di pellegrinaggio alla grulla del grande Arcangelo del Gargano
   .......il qual nell'anni
   Di lucido diamante arde, e lampeggia,
   come cantò Torquato.
   Descriviamo rapidamente il famosissimo Santuario. La .Madonna di Loiclo e San Nicola di Bari •—osserva il Grcgorovius — non valsero a far diminuire l'accorrere dei pellegrini a San Michele sul Gargano, si clic di tulli i luoghi di pellegrinaggio in Italia esso si rimase sempre il più \isitalo.
   Scorsero ormai tredici secoli che il singolare Santuario si erge lassù in velia al celebre promontorio garganico. Imperi, popoli, linguaggi sono scomparsi; nuovi continenti furono scoperti ; rivoluzioni innumerevoli, invenzioni e creazioni infinite hanno scosso e sconvolto l'Europa da cima a fondo; l'Europa l'hanno trasformata e rinnovala: l'Arcangelo è sempre li impassibile, immoto come se nulla fosse accaduto. E al di d'oggi ancora, come ai tempi di N'arsele e di Belisario, stormi di pellegrini salgono il monte e vanno a prostrarsi nella medesima spelonca, davanti il medesimo cherubino che venne in Europa dall'antica Caldea.
   E anzitutto la leggenda che ahbiam già accennato. Nel 491 di C., durante il regno dell'imperatore Zenone, quando regnava papa Gelasio, un ricco possidente di Siponlo di nome Gargano smarrì il suo più Lei bove. Ei ne andò in cerca co'suoi servi per molti giorni, e lo trovò da ultimo all'ingresso di una caverna nella montagna selvatica. Furioso pel turbamento cagionatogli, Gargano gli scagliò una freccia, la quale rimbalzò, si ritorse e andò a ferirlo in una gamba.
   11 miracolo fu riferito al vescovo di Siponlo, San Lorenzo, il quale ordinò un solenne digiuno e in capo a tre notti gli apparve in sogno San Michele, il quale gli disse che aveva scelto quella