Mandamenti e Comuni del Circondario di San Severo
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banditore che anelava gridando: < dilaniate mastro Pier delle Vigne, primo consigliere dell'imperatore, che ha tradito il suo padrone al papa! >.
Lungo la strada a Pisa, ove sapeva che il popolo lo avrebbe fatto a brani, Pietro si spaccò il cranio nella colonna, a cui stava incatenato.
Federico pianse storcendosi le mani e sciamando: < Vach mihi! le mie proprie viscere ini si ribellano 1 Questo Pietro eh io credevo una roccia ; ch'era l'altra metà della mia vita, ha macchinato la mia morte. Di chi fidarmi? Dove poss'io quind'iniianzi esser sicuro? >.
Federico li, nel suo testamento, chiamò erede Manfredi filius noster, venendo a mancare Corrado, od Arrigo od i Loro figlinoli, e non fece motto degli altri suoi figli, uè del predetto Enzio, nò di Federico d'Antiochia, nò di Selvaggia, ne finalmente delle mogli dei conti cl'Acerra e di Caserta. 1 i lasciò specificamente il principato di Taranto e. le contee di Montecagnoso, di I ricarico, oi Gravina e gli onori di Monte Sant'Angelo Celie troveremo più innanzi) a Manfredi, nominandolo reggente dei reami di Sicilia e della Puglia nell'assenza di Corrado e tuttociò all'età di soli 18 anni. Quante grandi
memorie non ridesta l'aspetto di Castel Fiorentino presso Lucerai
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Fra i varii belli edilizi pubblici e privati di Lucerà primeggia il palazzo di Giustizia, col sottostante carcere giudiziario, costruito in parte con materiali tolti dalle rovine della suddescritta cittadella saracena. In questo palazzo è notevole sopratutto il salone dell'Archivio, da cui si gode di una bella ed estesa prospettiva.
La Biblioteca comunale, ni due camere, ebbe origine da porzione della libreria del letterato Balli, donata, nel 1817, alla città dal marchese Pasquale de Nicastro. Fu poi ampliata con acquisti fatti dal Connine, sì che vi si contano ora molte opere pregevoli, fra le altre un Corano in lingua araba, con la traduzione latina di Lodovico Maracci (Padova 1098). Uavvi inoltre una serie intiera di manoscritti, compilazioni moderne di documenti risguardanti la storia di Lucerà, la quale non fu scritta per anche come merita. È il vero che, nel 1801, fu pubblicata una storia della città, composta da G. B. D'Aureli, barone di Bineto e Meladug.no,; ina non è scritta con rigore scientifico.
La pubblica beneficenza annovera in Lucerà un Asilo infantile, tre Orfanotrofi con un reddito annuo di lire 81,410; un Ospedale, coll'annuo reddito di lire 3383; un Monte di pietà pel culto e doti; un Monte pecuniario per prestiti ai bisognosi; un Monte frunientario per soccorsi ai coloni poveri e infine tre altre Opere pie di vario genere.
L'istruzione pubblica annovera, oltre le scuole elementari., un R, Liceo ginnasio-convitto Broggia ed una Scuola tecnica. L'industria è rappresentata da fabbriche di cremortartaro, di laterizi, di paste alimentari a vapore, di stoviglie, di formaggi pugliesi, mulini a vapore, frantoi, distillerie, tipografie, librerie, ecc. Commercio attivissimo dei prodotti naturali.
Cenni storici. — Luceria era un'antica ed importante città dell'Apulia, situata nell'interno, a circa 19 chilometri ad ovest da Arpi, che abbiamo descritta in principio, ed a 14 a nord da Vccae (ora Troja). Gli antichi scrittori la dicono una città dei Damili e la tradizione vigente fra i Greci ne attribuì la fondazione, in un con quella di Arpi e di Canosa, a Diomede re d'Argo, uno degli eroi dell'assedio di Troja; in prova di che una statua antica di Minerva, nel tempio di questa dea, affermavasi essere il vero famoso Palladio trasportato da Diomede stesso da Troja. Non pertanto tutte le relazioni della città dal tempo che il suo nome comparisce primamente nel! istoria parrebbero accennare che fosse una città osca e connessa col ramo osco degli Apuli piuttostochècoi Daunii. Secondo altri Luceria sarebbe anche più antica, eia sua fondazione avrebbe preceduto di molto la venuta di Diomede, che l'avrebbe trovata fiorente.