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l'urie Ouarl» — llalin Meridionale
11 partito papali' esultò all'annnnzio della molte del suo potente, nemico, i F.gli precipitò iH'inleriio, unii recando con se die un ranco ili peccati! > esclamò giubilando un frate; ed un altro {Muiuirliiix l'aturinus) narro clic mentre stava in orazione vide nn esercito ili f>(Jii<) cavalieri precipitarsi nel mare, il ipiale ribolli come fossero di metallo infocato. Uno degli astanti osservò ch'era l'imperatore coi suoi seguaci. Altri dissero che Manfredi aveva strozzato il padre.
Ponendo ila parte il granile amore che gli portava, era indubbiamente nell'interesse di Manfredi clic il padre suo — di cui era il braccio destro e che nulla gli ricusava - vivesse, invece di vedergli succedere il fratellastro Corrado, padre di Corradi 110, allevato iu Aleinagna, che sarebbe stato probabilmente geloso di lui.
Dicesi che la morte di Federico fu accelerata da dite eventi, occorsi rapidamente un dopo l'altro nel Idi*.). Fuzio, re di Sardegna, suo figlinolo illegittimo, ila lui amato teneramente, fu fatto prigioniero dai Bolognesi presso Modena e, quando pose piede in Bologna, eccitò l'ammirazione e la simpatia universale per la sua rara bellezza. 1 lunghi capelli d'oro cascavangli inanellati sino alla cintura e la grazia e la dignità del suo portamento coinpiistarongli tutti i cuori, quello fra gli altri della più bella fanciulla della città, Lucia Viadagola, la quale esclamò entusiasmata al solo vederlo: < Enzio, che ben ti voglio! >, ed i Bentivoglio ripetono da questa esclamazione il loro nome. 1 Bolognesi decretarono che il giovane re prigioniero, di soli 24 anni, fosse carcerato pel rimanente della sua v ita, respingendo la sua offerta di cinger Bologna con un anello d'argento pel suo riscatto e non curando uè le preghiere, uè le minaccio del padre suo, Federico (1).
Alla prigionia di re Fuzio tenne dietro il tradimento ili Pier delle Vigne (Petrus de Vinca), il fido consigliere di Federico. Affermano molti scrittori contemporanei che Pier delle Vigne era divenuto arrogante ed attribuiva alla propria influenza tutte le grandi gesta dell'imperatore; ch'egli si comportava spesso contrariamente ai suoi ordini; ch'egli aveva accumulato grandi ricchezze per sè e per i suoi congiunti e che, dopo il memorabile Concilio di Lione, era d'intesa col papa. Già Federico aveva sospettato della sua fedeltà; ma egli era riuscito a giustificarsi. Fi fu gittato in prigione a Cremona, ove il popolo tentò ammazzarlo, cosicché fu trasferito di nottetempo incatenato a Borgo San Donnino.
La narrazione di Matteo Paris è confermata ila due lettere di Federico. Un cronista antico riferisce che il protomedico imperiale, il quale era stato fatto prigioniero ed incarcerato a l'arma, fu rinviato dal legato papale al suo padrone in cambio di un nobile guelfo. Figli, il protomedico e Pier delle Vigne, erano stati indotti dal papa a sbarazzarlo di Federico e un bel dì, che egli era ammalato, fu versato del veleno nel suo bagno, come anche nella medicina che Pier delle Vigne lo esortò a prendere.
Fatto avvisato da un fido servo, Federico ordinò al protomedico di bere a mezzo la medicina contenuta nella coppa; il protomedico finse d'incespicare e lasciò cader a terra la coppa, nella quale rimase però un residuo della medicina clic, dato a bere ad alcuni condannati a morte, immediatamente li uccise. Il protomedico fu impiccato e fu convocato un Concilio di ottimati, a cui furono presentate lettere comprovanti la connivenza del papa, per decidere della sorte di Pier delle Vigne.
Da San Donnino fu trasportato a San Miniato al Tedesco in Toscana, ove gli furono cavati gli occhi e fu condotto per le vie della città sopra un asino, dietrogli un
(t) Re Enzio od Enzo, nato nel 1225, morto il 1272, figliuolo di Federico e di Bianca Lancia, sposò nel 1238 la regina vedova Adclasia di Gallura, donde il titolo di re di Sardegna. Come luogotenente imperiale in Italia conquistò porzione dello Stato pontificio, vinse la squadra genovese alla Meloria (1241), fu preso nel 1249 a Fossalta dai Bolognesi che lo tennero prigione fino alla morte. Fu uno dei primi poeti italiani e lasciò tre figlie, una delle quali divenne moglie del conte Della Gherardesca.