Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Bari - Lecce - Potenza', Gustavo Strafforello

   

Pagina (141/407)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (141/407)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Mandamenti e Comuni del Circondario di San Severo
   135
   TI castello occupa un ampio spazio di terreno ed e di un bellissimo color giallo d'ocra. Ha cinque lati ed è di forma irregolare, clic le mura massiccie seguono le sinuosità del colle. Il lato in faccia alla città è difeso da 1111 largo e profondo fosso e vi si scorgono le vestigia di ponti levatoi. Quindici torri quadrate, ad intervalli regolari, interrompono la linea più lunga delle mura verso nord e nord-est e due grandi torri circolari fiancheggiano la facciata orientale; la maggiore è notevole pei la regolarità della muratura ed è ancora intatta come il dì che fu costruita, trattone i bastioni in cima. Dirimpetto agli Apeun'uii sette torri tricuspidi proiettatisi fuori della lunga linea delle mura, nella quale è una bella porta ad arco.
   Gli angoli delle torri sono sempre intatti, ma il rivestimento ili pietra delle nutra fu distrutto all'altezza d'uomo. Ad ovest, non \ ha che una gran torre rotonda e quattro quadrate, donde il colle precipita nella sottostante pianura.
   Neil interno del castello tutto è vuoto, deserto e delle camere imperiali appena riconosconsile vestigia di una delle grandi sale. L immenso edilizio è ridotto oggimai a ricovero delle pecore e delle capre.
   La fortezza — narra lo Storico Gregorovius nei suoi Erg. 43. — Lucerà: Battistero del Duomo.
   Wanderjuhren in Italie»—
   fn costruita nel 1233 da Federico II dopo repressa l'insurrezione dei Saraceni in Sicilia. Egli, invece di sterminarli, come avrebbero fatto Ferdinando il Cattolico o Filippo di Spagna, li trapiantò nelle Puglie.
   Ciò avvenne a più riprese. Federico assegnò per dimora ai Saraceni alcune città, fra cui Lucerà, Girofalco, Acerenza; ma l'amore del luogo natio, della Sicilia, donde erano stati strappati, li spingeva a tornarvi di celato. Per por riparo a codeste evasioni l'imperatore deliberò raccogliere tutti insieme i Saraceni ili Lucerà, il che avvenne nel 1239, donde l'origine della colonia Luceva Saracinonan.
   < E quivi rimase tino al 1303 quella colonia militare — come dice l'Amari nella sua Storia dei Mussulmani in Sicilia — quivi si notano tuttavia gli avanzi delle fortificazioni, colle quali ì principi svevi assicurarono il soggiorno dei loro fidi pretoriani >.
   Quando vi furono trasportati la città vecchia era nella decadenza più profonda, quantunque un vescovo risiedesse ancora accanto alla Cattedrale. Federico separò in prima i pochi Cristiani, rimastivi dai Maomettani nuovi venuti e, accanto alla vecchia gittò i fondamenti della nuova Lucerà, eli'è appunto il quartiere fortificato, alla cui costruzione contribuirono i materiali esistenti ancora in gran copia.