l'l'I l'urlo Quarta — Italia Meridionale
ariosa. Primeggia fra gli edilizi, elio lo fiancheggiano, il palazzo della Panca Nazionale e della l'osta e Telegrafo, di recente costruzione (fig. 35).
Dopo intersecato il corso Garibaldi, il predetto corso Vittorio Emanuele prosegue sino alla piazza Federico II, (piasi nel centro della citta e conduce poi, per via \rpi a destra, verso la piazza del Municipio (iig. 30), ove ammirasi un avanzo meschino del
PALAZZO DI FEDERICO II
Consiste in un arco in istile romano incastrato nella facciata d'una casa privata. Quest'arco ornamentale è sorretto nel punto di congiunzione dei pilastri da due aquile
imperiali in pietra (Iig. 37). L'iscrizione, ben conservata, sopra una lapide marmorea, rammenta in due versi leonini che Federico lì fece edificare (il Lcnoriuant dice su disegno suo proprio) da un Partolomeo, architetto, il palazzo nel 1233. Ecco i versi:
Hoc fieri jussit Frederkus Cesar ut urbs al Foyiu regniti sedes indila ìmperiulis.
In un'altra epigrafe sta scritto :
A. ah Incaniationc i)!('.(, \ \liì, M. ìimii Al Ind. li. If.iiu A Federico Imperatore li. Sep. Aug. A. HI. Fi rege, Sicilie .1. A \IV. line opus felkiter ÌHceptum est prephalo D.tió precipienle.
In questo palazzo di Federico inori, nel IMI, di parto la sua terza moglie Elisabetta (detta Isabella iu Inghilterra), figliuola di Enrico III. Carlo d'Angiò — et wejor cubai-lero del mundo, come fu chiamato dal suo rivale l'edro d'Aragona, quando udi la sua morte — ampliò poi il palazzo e lo ornò di splendidi giardini, serbando un registro curioso di tutti gli alberi da lui piantati. Fi vi inori il 7 gennaio 12S5 (ili crepacuore nelle braccia della sua seconda moglie Margherita di Borgogna, per la ribellione dei suoi sudditi e la cattività del suo primogenito Carlo) mentre avviavasi a Brindisi con l'intenzione ¦li muovere alla riconquista della Sicilia. Il suo secondogenito Filippo era già morto in quel palazzo, poco dopo il suo matrimonio in Foggia con la principessa di Morea.
Per quanto glielo concedevano le circostanze, segnatamente le guerre incessanti che l'astringevano a correre senza posa innanzi e indietro dalle Alpi alla Sicilia, e a dover lasciare ogni poco il suo eden prediletto delle Puglie, il grande Ilolieustaufeii, il Cesare del medioevo — come lo chiama con frase felice il Gregorovius — dimorò volentieri in questo suo palazzo di Foggia. Ei poteva di là visitare facilmente le altre sue residenze e le sue castella di delizie e di caccia nelle Puglie, Andria ad esempio, e il magnifico castel del Monte, ovvero castel Fiorentino e la saracena Lucerà, dall'altro lato di Foggia. Oltre il passatempo della caccia furono, non rè dubbio, queste condizioni di luogo straordinariamente favorevoli quelle che persuasero anche i successori di Federico a porre, al paro di lui, una delle loro residenze in Foggia. Dopo tolta la città al papa, Manfredi e più tardi Carlo d'Angiò suo vincitore, dimorarono
h'ig. 37. — Foggia : Arco del palazzo di Federico II