Monte Gargano
407
il Cervaro, il Candelaio ed altri, non frenati e quasi non inalveati da secoli ; le alluvioni cagionate dai diboscamenti incessanti — che rovinarono e rovinano tante altre regioni d'Italia — formano stagni lungo il loro corso e dune mutabili alle loro foci, che favoriscono lo sviluppo della malaria sotto un clima infocato.
Monte Gargano.
Il promontorio di monte Gargano, lo Sperone dello stivale d'Balia, separato intieramente dall'Apennino dalla forte depressione del tavoliere (1-9 m.) e bagnato ai tre lati dall'Adriatico, è l'unico promontorio di qualche importanza, che interrompa la monotona linea litoranea da Otranto ad Ancona.
Nel periodo pliocenico, quando la pianura del Tavoliere era coperta dal mare, il Gargano era un'isola; e il fiume Candelaio segna il fondo del canale naturale che separava anticamente quel! isola dal continente. 11 Gargano consiste di 1111 altipiano lungo G0 chilometri e largo 45, solcato da anguste e ripide valli, con qua e la monti prominenti, il maggiore dei quali, monte Calvo, raggiunge l'altezza di 1050 inetri. La parte orientale, che costituisce il vero promontorio, si eleva a circa 500 metri ed è coperta di grandi selve (Bosco d'Umbria).
La configurazione del Gargano è descritta da parecchi antichi scrittori. Strabone ne parla come di un promontorio, che proiettasi nel mare da Siponto verso est pollo spazio di 300 stadii: distanza quasi esatta, misurandola lunghesso la costa sino alla punta estrema presso Vieste. Lucano altresì lo descrive bene come sporgente nell'Adriatico ed esposto ai venti nordici della Dalmazia od ai meridionali della Basilicata.
Anticamente il Gargano era coperto di fitte boscaglie, come leggiamo 111 Orazio:
...... aut aquilonibus
Querceta Garyani laborent Et foliis viduantur orni.
Garganum mugire putes nemtis, aut mare Tuscum.
Ma queste boscaglie, delle quali parla anche Silìo Italico, sono ora scomparse in gran parte pei gli incessanti diboscamenti.
Strabone fa menzione di 1111 colle 111 vicinanza del Gargano (ma senza connetterlo direttamente con esso) di nome J)rium, a circa 100 stadii dal mare, sul quale sorgevano due santuari di eroi (%<;«): uno di Calcante con un oracolo, che consulta vasi nella medesima guisa di quello di Fauno nel Lazio; l'altro di l'odalirio, sotto il quale scorreva un torrentello, le cui acque erano dotate di una straordinaria virtù sanatoria. A queste medesime circostanze allude Licofrone, da cui parrebbe che il torrentello si chiamasse Alterni. Il luogo preciso diede argomento a varie dispute; ma come noi troviamo una menzione consimile di una limpida acquicella, che risanava ogni malore nella leggenda dell'apparizione dell'Arcangelo San Michele (di cui tratteremo qui sotto), così pare molto probabile che Monte Sant'Angelo altro non sia che il suddetto Drium di Strabone e che il santuario di San Michele sia succeduto, come avviene di sovente, ai due predetti dei tempi pagani.
A circa 0 chilometri e mezzo da Monte Sant'Angelo, sul pendìo meridionale del Gargano e lungo la spiaggia, stendasi il v illaggio, con la torre e il porticciuolo, di Mattinata, che conserva quasi il nome antico del JJons Matinvs, famoso per le sue erbe aromatiche e pel suo miele squisito, come leggiamo in quei ben noti versi d'Orazio:
Eyo, apis Malinae .1 [ore modoque, Graia carpentis thyma per taborem, Piurimum, circa nemus uviilique Tiburis rìpas, operosa parvus Carmina fìngo.