Il Tavoliere delle Puglie
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Osili punta è conio una repubblica trasmigrante, ima repubblica bene ordinata che dividesi in tante sezioni di 30tl a 400 capi, ciascuna delle quali con cinque o sei grossi cani da pecoraio. Vllato il pastore a cavallo, e in coda alla colonna molti muli e cavalli carichi di attrezzi, utensili e altre masserizie minute. Ordinate e condotte in tal modo muovono così queste grandi masse lungo il fratturo, avente ad intervalli i cosidetti Riposi laterali, in cui il bestiame può pascolare per ventiquattrore durante la marcia >.
Due luoghi generali di riposo erano anche assegnati in addietro alle greggio al loro arrivo nella pianura, per dar tempo agli impiegati di distribuire i pascoli uno presso Larino e l'altro nelle Mnrgie di Minervino.
Niun gregge poteva accostarsi alla pianura, salvo che por le strade assegnate, ove in certi pilliti trovavansi stazioni, in cui ogni pastore doveva dichiarare il ninnerò delle pecore componenti il suo gregge. Verificata la dichiarazione, il numero era debitamente registrato e riscossa la tassa. Non appena distribuiti i pascoli, i fittaiuoli erano stanziati, sotto il nomo di Locati, in certi distretti secondo la provincia, donde venivano ed ogni divisione portava il nome di Nazione. A queste nazioni era permesso accogliersi in assemblea, in cui eleggevansi per iscrntinio quattro delegati o deputati, per rappresentare alla dogana a Foggia, per sorvegliare la riscossione della fida o tassa, per difendere gli interessi dei tittaiuoli davanti i magistrati, per regolare la provvista degli alimenti e la distribuzione del sale, e finalmente per comporre tutto le vertenze fra i pastori concernenti il pascolo.
La tassa riscnotevasi sempre a Foggia, dove i pastori erano costretti a vendere i loro prodotti. Una metà della tassa riscnotevasi dopo la vendita dei capì vivi e l'altra metà dopo la vendita della lana, e quando l'ammontare della vendita non bastava a pagare la tassa, la lana custodivasi nella dogana di Foggia (detta Dogana della mena delle pecore in Puglia o Dogana della mena del Tavoliere) por sicurtà del rimanente o saldo. Niun fìttaiuolo poteva condurre i suoi greggi fuori della pianura senza un passaporto, il quale mai rìlasciavasi se non era pagata la tassa.
I'er tal modo il Tavoliere divenne una miniera aurifera. Dinante la guerra che scoppiò pel trattato di partizione del regno di Granata, 1 \pulia divenne il campo di battaglia degli eserciti contendenti e la distruzione del bestiame diede all'intiero sistema un grave colpo, da cui non sarebbesi più riavuto se i viceré non l'avessero ristabilito quale strumento di estorsione.
Nel 1 (>02 questo sistema era divenuto così odioso che, sebbene i viceré avessero permesso ai tittaiuoli di dichiarare il numero dei capì delle loro greggie invece di farli dinumerare dagli ufficiali della dogana, tuttavia il numero dei capi che pagavano la tassa non ascendeva che a óSS,91-7, vale a dire a circa la metà di quello del tempo di Alfonso I. Per por riparo alla perdita fu raddoppiata (more solilo) la tassa, ripiego che minacciò di rovina il sistema, ed a cui si tentò indarno ovviare diminuendo di bel nuovo la tassa ed esentando il bestiame del povero dall'emigrazione compnlsoria.
All'assunzione al trono di Carlo III il sistema fu sottoposto ad una disamina ufficiale. Fu trovato che i fittaiuoli costumavano assumere più terreno del richiesto pel pascolo e che avevano dissodato e seminato a granaglie porzione di quello loro assegnato, «traendone larghi profitti al basso prezzo che pagavano pel pascolo. Si trovò altresì che gli abitanti di Foggia avevano indotto i loro amici impiegati all'azienda del Tavoliere a cedere loro a basso prezzo i lotti migliori, ch'essi poi subaffittavano ad alto prezzo ai fittaiuoli.
Per riparare a siffatti sconci fu proposto di spartire e dare in affitto per sei o più anni quella parte del pascolo, distribuita annualmente ai pastori. Questo nuovo assetto fu effettuato m parte sotto Ferdinando I; ma lo scoppio della prima Rivoluzione francese e gli eventi, che le tennero dietro, colpirono alla radice l'intiero sistema. In forza di una legge del 180G le fattorie occupate sotto la Corona furono dichiarate
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