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l'iirln (Jiinrla llnlìa Meridionale
cipitolò od entrò a far parte della monarchia normanna. Federico 11, il grande Holien-staufen, edilicò il castello e ne fece una delle sue tante residenze imperiali, in cui suo figlio Manfredi accolse con granili onori, nel giugno del I2.7J, la sua seconda moglie Flena, figliuola di Michele Comiieuo, despota d'Epiro, principe di 1 essaglia e d Ftolia, h
A Traili nacque, nell'aprile del 1 i»Giì, il loro primogenito Enrico, il che diede occasione a multi fcsli ci alluminiar, come lasciò scritto il suddetto antico cronista e, dopo soli cinque anni, Traili vide la bella ed infelice Elcna, fuggiasca e vedova con quattro figliuoletti, tradita e consegnata perfidamente dal proprio castellano nelle inani di Carlo d Angiò. 11 tradimento del comandante è rimasto una macchia nell istoria di 'traili, per l avanti stimmatizzata con uno dei suoi distici piccanti da Federico li: Fucile Tranaiscs ex sanguine Judue discendaties (1).
Ma ripigliamo la storia di Traili. Quando il re Luigi d'Ungheria mosse guerra a Giovanna I d'Angiò, Tran! si arreso alle anni ungariche e nella seconda invasione fu occupata da Alberico da Iìarbiano sino alla battaglia del 1314, che diede il reame a Carlo di Duraz/.o e la signoria di 'frani e il titolo di gran connestabile al Iìarbiano. La regina Giovanna II conferì lo stesso diritto ad Attendolo Sforza ed a Francesco, suo figliuolo, che fu duca di Milano.
Nella lunga contesa tra Alfonso d'Aragona e Luigi e Giovanni d'Angiò, Traili parteggiò per gli Angioini e sostenne varii assedi con alterna fortuna. Se ne impadronì Giovanni Carafa, generale di Alfonso; nel 11-37 respinse l'esercito del patriarca Vii-leseli i e, nel 1161, schiuse le porte, a Nicolò Piccinino, il quale la tenne per l'Angioino sino alla fine della guerra.
Dal 1110 al 11G0 scoppiarono discordie intestine fra i nobili della città, la quale si scisse iu due parti avverse, dei Palagano e di Simone C'accetta, popolano arricchito. Questo Simone Caccetta, segretario un giorno del l'alagano a cui tutto doveva, colla sua attività e col suo ingegno aveva acquistato grandi ricchezze, e con queste il favore del popolo verso il quale si mostrava munifìcentissimo. La sua casa, da lui fabbricata davanti al porto ed oggi monumento nazionale, era una specie di corte aperta a tutti i suoi {artigiani, che ivi erano largamente e gratuitamente provveduti di vitto, di vesti e di armi. La sua rivalità coi Palagano dette luogo a grandi inimicizie ed a lotte intestine, che travagliarono lungamente la città, ed arrivarono a tal punto clic un giorno tra i due institi rivali si venne a fiera battaglia nella piazza principale, ove si portarono anche 'e u tiLilierie. La pugna fu accanita, notevole il numero dei morti e dei feriti. Il partito li Simone Caccetta riuscì vincitore e gli avversari furono cacciati.
Morto qualche, tempo dopo, e violentemente, il Caccetta, non cessarono le. lotte intestine, ma continuarono ancora tra le famiglie Palagano e Sifola che erano le più nobili e potenti di Tra ri i. Memorie di queste continue lotte ci vengono tramandate dai si ^uenti versi, che per lungo tempo furono popolari;
Per li gatti e per li cani, Per li Sifola e Palagani, Non si pui\ pui Mare in Trani.
Mentre il reame dì Napoli era tutto sossopra per le contese di Luigi XII e Ferdinando il Cattolico, Tram' invocò l'aiuto dei Veneziani, i quali l'occuparono e la
li In Ir? i Wrn, « i» abbiamo già dello, una numerosa colonia di israeliti. A questo voleva certamente
illudere il mordace monarca.