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l'urlo Chiurla — Italia Meridionale
da circostanti. Arcadi1 « he Guglielmo, uno d'Italiani, fu pittato a torca da cavallo da uno dei Frauzesi (cioè da Claudio di («niiano d'Ahti italiano) il quale, mentre elio ferocemente li corre con il cavallo adosso per ammazzarlo, Francesco Salomone correndo al pericolo del compagno ammazzò con grandissimo colpo Claudio d'Asti, il quale, intento a opprimerli Albimonte, da lui non si guardava (ilice tiiovio nella vita del gran Capitano, che. meritamente portò la pena della sua ingratitudine che per ustiono frnnzese forastiera volle combattere contro l'honore della sua propria natione italiana).
< Dopoi, sollevato l'Albimoiite, con il lìracaleone et il Fnufuìla in terra ferito, diedero, con prestezza, di piglio alli spiedi cli'a questo effetto posti havcvaiio nel campo et con essi sventrarono i corpi dei cavalli et de cavalieri nemici; poi una parte et l'altra posero inani alle scure et mazze ferrate, con le quali quelli Frauzesi, che non furono da spiedi feriti, furono storditi dalle orribili percosse di quello scure, perchè essendo molto pesanti rompevano l'elmi et le bisère dei Frauzesi; et cossi parte ne cadono a terra, et parte si arrendono et tutti insieme si chiamano vinti et perditori, et j;li Italiani da tutti i giudici sono dichiarati vincitori; prendonsi li Frauzesi fatti prigioni chi da uno et chi da un altro degli Italiani; quali furono raccolti e ricevuti con grandissimo giubilo dalli suoi deputati, fora del steccato ».
Accolti con grandi feste lungo tutta la via i tredici vincitori se ne vanno a Barletta, in mezzo al suono delle trombe, dei tamburi, delle campane ed al tuonare delle artiglierie, vi entrano in mezzo ad una popolazione festante, e si dirigono verso la chiesa maggiore, ove giunti smontano da cavallo ed entrano, accompagnati dal clero e dal popolo.
Viene iutuonato il Te Deum laudamus e quindi dal grande Capitano tutti e tredici i vincitori vengono creati cavalieri, quindi invitati in sua casa a cena sontuosa.
Ottant'anni dopo il combattimento il prefetto di Terra di Ilari, duca Ferrante Caracciolo, fece erigere un monumento per eternar la memoria della Disfida di liar.-letla. Fu l'istaurato nel 181G e il popolino lo chiama comunemente l'Epitaffio. F in pietra, in forma di un antico sepolcro, terminante in cuspide e sorge in una pianura circondata da vigneti. Vi si legge l'iscrizione seguente in distici latini:
Quisquis Es Egrctjiis Animimi Si Taiujeris Ausis, Perlege May noni m .Maxima Fa chi Dtieuni. Ilio Tres Alque Deccm l'orli Coiicurvcre Campo, Ausonios Callis Sottili* E'jit Amor Cerlantes Ulros Hello Mais Cinici Li l.'lros Viribus Alque Animi*; Auclel Aiutquc Muyis Pur Xumcrus Puriu Arma Pures Aetutibus El (Juo.i Pro Patria l'ariler Laude Perisse lurel Fortuna Et Yirlus Li lem Cenerosa Diremil El Qine Pars Yictrix Iìebuil Esse Finii. Ilic Stravere Itali Juslo In Certuni ine Callos Ilio Dedit Italia: Culliti Vida Munns.
O.-P.-T. Max. Exercitum ileo :
Fcrdiuandus Caraeciolus .Frolle Unx Cum .1. Phili/ipo lìer/um Max. Mori Orbis Monarca Salentinis Jupieibuu]tie l'racfeel. Imperarci Virlutis El Memorix Causa Octaijiula Post Aunis Anno a Chrislo Deo Salo MDL.XX.XIU.
Putrix Clorix Monumeiiltim
Capìtulum Tranense Refecil MDCCCXLVI.
UOMINI ILLUSTRI
Nacquero in Barletta: Andrea Bonello, giurisperito valente del XIII secolo, avvocato fiscale del grande Hohenstaufen, Federico II, ed autore dei Commentarti sulle leggi