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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Bari - Lecce - Potenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1899, pagine 396

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Barletta
   60
   si ritirò dopo ottenuto il possesso di Traiti e di Siponto. Nel 1503 fu di nuovo assediata dai francesi e fu allora che avvenne la disfida di Barletta, che or ora narreremo. 11 celebre maresciallo di La ut ree s impadronì, liei 1528, di Barletta pel re di I rancia Francesco 1, il quale la tenne sino al 1529, in cui soffrì devastazioni e crudeltà da Renzo da Ceri. Fbbe gravi danni nel terremoto del 1GS9 e più ancora in quello del 1730.
   Disfida di Barletta.
   A chi non è nota pel celebre romanzo di Massimo d'Azeglio? Ne parleremo qui succintamente, premettendo che questo fatto glorioso per le armi italiane fu riferito dal Damiani con tutte le singolarità del carteggio che lo precede e coi nomi dei campioni, ecc., in un libro stampato a Napoli nel medesimo anno 1503; fu celebrato dal \ ida, contemporaneo anch'esso, in un poema latino; riferito dal Giovio, dal Guicciardini e meglio dal Bossi recentemente nella sua Storia d'Italia, dopo il ritrovamento del racconto originario e del manoscritto del poema del \ ida, pubblicato nel 1818 a Milano.
   Cousalvo di Cordova, il gran capitano comandante in capo dell'esercito spaglinole, aveva il suo quartiere tu Barletta e tentava sloggiare i Francesi, sotto il duca di Nemours, dalle Puglie. Militavano sotto le sue bandu re, al soldo della Spagna, parecchi cavalieri, fra i quali trovavasi Prospero della nobil casa Colonna. La riputazione militare d Italia era caduta sì al basso, che Alessandro VI ebbe a dire mordacemente che Carlo VII! di Francia potè correrla tutta, dalle Alpi a Napoli, e conquistarla con isproni di legno e la matita in mano, per assegnar gli alloggi ai suoi soldati nelle varie città percorse. Codesto insulto ripetuto dai Francesi indispettì sì fattamente gli Italiani che sfidarono i primi a singolare certame.
   Fra Andria e C'orato fu scelto il campo della sfida; giudici per gli Italiani il romano Prospero Colonna e pei 1 rances; il cavaliere Paiardo, le chevalier sans peto-et sans reprocìie; testimoni i Veneziani, che occupa ratio Traili ed erano considerati come neutrali. Guido De la Motlie, Giacomo De la Foutaine, Marco de Frange, Girant de Forzes, Martellili de Sambris, Pier de Ligie, Graiano d'Asti, i principali campioni francesi; i tredici campioni italiani: Ettore Vieramosca da Capua, Giovinni Capaccio, Giovanni Brancaleone ed Ettore Giovenale romani, Marco Cartellario da Napoli, Mariano da Sarni, lloiiiauello da Forlì, Lodovico Aniinale da Terni (molti lo chiamano Lodovico Abenavolo da Teano ed anche da Capua), Francesco Salomone e Guglielmo A Ibi monte siciliani, Mi al e da Troja, Picco da Parma e buxfulia da Lodi (altri lo dicono Faiifulk Parmigiano).
   Frasi statuito che il cavallo e le armi d'ogni cantinone sconfìtto avesse ad esser premio del vincitore, con 100 ducati d'oro in giunta; ed i Francesi si tenevano così sicuri della vittoria che nessuno di essi si sognò di recar seco il danaro fissato. Ma, venuti alle mani, si ebbero la peggio; uno di essi, il Graiano d'Asti, fu ucciso (alcuni storici lo dicono soltanto ferito), gli altri, scavalcati e feriti, furono tratti prigioni nel castello di Barletta, donde, dopo sborsati i 100 ducati pattuiti, furono rilasciati.
   Frate Nicolò Gas pari nò da Spinazzolo così descrive il combattimento:
   < Et dato il segno alle trombe (per ordine dei giudici) corsero ferocemente ad incontrarsi con le lance, nel quale scontro, non essendo apparito vantaggio da ninna parte, combattevano con grandissimo animo et valore, et ciasclnuio mostrava egregiamente la. sua virtù ; confessavano altri tacitamente, altri con parole gli spettatori, che di tutti li due eserciti non potevano essere eletti soldati più valorosi, nò più degni a fare si glorioso paragone. Ma essendosi combattuto già per non piccolo spazio di tempo, et coperta la terra di piastre di ferro, di tronchi, di lande, di spade rotte in più pezzi, et d'arine bianche fracassate, et quelle et la terra bagnata di molto sangue, di feriti da ogni parte, et ambiguo anche ora l'evento della battaglia, riguardati con grandissimo silenzio, ma quasi con non minore ansietà et travaglio ch'havessero eglino