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l'in le Qunrla — Italia Meridionali'
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Secondo fili aulirlii itinerari. Hard ulti ni, a l'i miglia pugliesi ad est dalla foce di 1-VAii/itlniì (ora Ofaiilo), sarebbe l'odierna Barh'ttn, intorno alla cui origine variano le o,iinioiii dogli scrittori, l'andolfo ('ollenuecio la vuole sorta dopo la distruzione di Canne; altri ne. fanno risalire la fondazione al secolo VII solto l'imperatore Eraclio; altri ancora In dice fondata da Federico 11. Non molto attendibile è l'opinione di (liminone, il (piale all'erma clic in origine era semplicemente una torre fra Canne e Traili con una barili Ita (donile Barletta) per insegna ; die alenili abitanti di Canne vi si recarono a por dimora e che San Sabino, vescovo di Canosa, vi costruì la chiesa di Saul, \ngelo, consacrata nel 4'J.i. Altri invece, asserirono, ed é più probabile, che ad oriente dell'antica lluruli, dopo la distruzione di Canne e di Canosa, sorgesse un'agglomerazione, di nuovi fabbricati, agglomerazione a cui, per distinguerla da Urinili, fu dato il limile di liiiiiilettn, da cui in seguito si sarebbe fatto Barletta. Guglielmo Appulo la ilice fondata dal conte Pietro I ( F.didit hic (Petrus) A urini hi, fabricarit et inde Corctinn, liitsilias, lìnruìum mttris uedificavit in oris). Forse Pietro I non fere die ampliarla e fortificarla.
Per lungo volger di secoli Barletta non fu che una borgatella e non cominciò a prendere forma di città e rinomanza che sotto gli Holienstanfen.
Federico li, dopo la morte dell'imperatrice Jolanda in Andria, convocò in Barletta tutti i baroni del regno per dare i suoi ordini prima di partire per la crociata, da lui indetta nel 1228. Ei vi dichiarò il figlio Arrigo erede dell'Impero e dei reami di Napoli e di Sicilia, e, nel caso che morisse senza eredi, il neonato Corrado: Reginahlo. duca di Spoleto, fu nominato balivo del regno. Nell'anno precedente Gregorio IX aveva scomunicato Federico per non essere partito per Terra Santa ed ora lo scomunicò perchè partiva ed inviò messaggeri a vietare la crociata. Federico non curò l'interdetto e, com'è noto, pose fine alla crociata incoronandosi con le proprie mani re di Gerusalemme nella chiesa del Santo Sepolcro.
Ite Manfredi era popolarissimo in Barletta e quando questa gli si ribellò, nel 12.>1, ad istigazione di papa Innocenzo IV, ne fece atterrare una porta ed entrò pel primo nella città ribelle, dando ordini severissimi ai suoi soldati di rispettar le persone e le proprietà. Una piccola multa fu imposta alla città e il risultato della sua clemenza si fu elio cinque anni dopo, quando convocò in Barletta una dieta di baroni, < la popolazione — secondo riferiscono i due antichi cronisti .Jaiiisilla e Matteo Spinelli — gli andò incontro sino al ponte in processione, recando palme in mano e cantando: Iìenediclus e/ui venit in nomine Domini >.
Coinè suo padre Federico, re Manfredi era poeta e musicista e costumava < uscir sposso nottetempo per le vie di Barletta cantando stiambuolti e canzoni, accompagnato da due musicisti siciliani, ch'erano grandi compositori. Aveva una voce argentina e soave, maniere gentili ed una grande bellezza personale >,
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come cantò l'Alighieri.
Carlo I d'Angiò. vinto Manfredi nella battaglia di Benevento ed impadronitosi del reame di Napoli, apri in Barletta una zecca, ove furono coniati i primi nijnli ed i tari d'oro. Agli II di febbraio 115'J fu incoronato in Barletta il re Ferrando, figliuolo di re Alfonso, e in quel medesimo secolo fu data in pegno da Ferdinando d'Aragona, in un con Traili, Brindisi ed Otranto, ai Veneziani pel danaro datogli in prestito nella guerra contro Carlo Vili di Francia.
11 medesimo Ferdinando fu assediato in Barletta dalle schiere di Renato d'Angiò, sotto il comando di ('¦ incoino Piccinino, e non velinogli fatto di liberarsi se non collo aiuto di Giorgio Castriota, principe dell'Epiro, il quale sconfisse l'esercito francese e