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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2'JO
   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   del sangue del santo patrono, il qual sangue credesi si liquefaccia all'anniversario del suo martirio, a somiglianza di quello di San Gennaro a Napoli, Nella sagrestia tre dipinti rappresentanti la Madonna, San Sebastiano e VAssunta attribuisconsi ad Andrea da Salerno. Il soccorpo, o la cripta, ha ili mezzo sei colonne granitiche che sorreggono quattordici vòlte a croce ; le vòlte e le pareti vanno ornate di antichi dipinti nello stile musaicista. In questa cattedrale Adriano IV (l'inglese Breakspeare di Sant'Albano) celebrò, nel 1156, la messa solenne al cospetto di seicento nobili di Bavelle, trentasei dei quali erano cavalieri di San Giovanni.
   11 palazzo Iiuffoli, a cui si arriva pel Largo Vescovado, anticamente la residenza più sontuosa della costa, fu incominciato nel 1270 dai Paiffoli ed abitato successivamente dal suddetto Adriano IV, da Carlo II e da Roberto il Savio. Appartiene ora all'inglese Francis Nevile Reid. È un palazzo imponente con un chiostro ad archi moreschi, a due piani e fiancheggiato da due massiccie torri quadrate. Dal terrazzo in fronte si gode di una magica veduta del golfo di Salerno.
   Tornando alla cattedrale e salendo lungo il suo lato longitudinale a sinistra si arriva alla piazza di San Giovanni del Toro, chiesa ancor del tempo di re Ruggiero, ma ammodernata con bel pulpito antico. Nell'attiguo piccolo giardino un magnifico panorama del golfo soggiacente, di Minori, delle alture di Tramonti e della costa d'Amalfi. Dirimpetto alla suddetta chiesa di San Giovanni del Toro sorge il già cospicuo palazzo dei baroni D'Afflitto con leoni all'ingresso.
   Parecchi altri edifizi ora scaduti e di grande originalità attestano l'antico splendore di Ravello nei primi tempi degli Angioini e sotto i Rufolo. Il Boccaccio, in ima sua Novella, tratta di un Landolfo Rufolo ricchissimo mercante e narra le disavventure che lo incolsero per mare.
   Santa Maria Immacolata finalmente è una chiesetta romana pittoresca. Anche dal belvedere Cembrone, passando lungo l'altra cliiesadi Santa Chiara, si gode d'una superba veduta. Da Ravello ad Amalfi è tutto un passeggio delizioso.
   Il territorio di Ravello produce olio, vino, frutta squisite che esportansi a Napoli, limoni, aranci, carube, erbe aromatiche, miele saporito, ecc.
   Cenni storici. — L'istoria di Ravello incomincia col secolo IX. Il dominio che la Repubblica di Amalfi vi esercitava doveva esser tirannico, posciachè veggiaino i nobili, che eranvi numerosissimi, congiurare per ìseuoterne il giogo. Il perchè, staccandosi dalla plebe, si afforzarono 111 un luogo detto il Foro, fuori dell'abitato. Quando Roberto Guiscardo mosse, nel 1087, contro Alessio Conmeno e gli Amalfitani ribellaronsi ai Normanni, 1 nobili di Ravello rimasero fedeli al duca Ruggiero, il quale, assodate le sue faccende, per punire Amalfi e rimunerare Ravello, pregò papa Vittore III d'innalzare questa città al grado di vescovado, staccandola dalla metropolitana d'Amalfi. La preghiera fu esaudita e nel 10S6 Orso I'apirio benedettino, come leggiamo \w\V Italia Sacra dell'Ughelli (7, in Episcop. lìavellenses), fu salutato vescovo di Ravello. Quattro anni dopo Urbano li dichiarò la diocesi ravellense soggetta immediatamente alla Santa Sede. Clemente Vili congiunse, nel 1003, le sedi episcopali di Ravello e di Scala, dichiarando che i vescovi continuerebbero ad essere soggetti alla Santa Sede come vescovi di Ravello e suffragane! di Amalfi come vescovi di Scala. Ma nel 1818 Pio Vii le soppresse ambedue e le riunì ad Amalfi.
   Uomini illustri. — Vi nacque Francesco d'Andrea, valente giureconsulto.
   Coli, elett. e Dioc. Amalfi — l,a e T. ad Amalfi, Str. ferr. a Vietri sul Mare.
   Scala (1101 ab.), — A 374 metri d'altezza sul livello del mare, sulle pendici orientali del colle precipite, che separa la gola d'Atrani da quella d'Amalfi. Domina la forra del Dragone ed a ridosso l'alto giogo di monte Cerreto (1315 in.). Era cinta anticamente di mura, le quali vuoisi fossero munite di ben cento torri e vuoisi eziandio