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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
2'JO
l'arte Quarta — Italia Meridionale
persecuzione borbonica. Anche il cambiamento di governo nel 1800 fu compiuto nella calma più perfetta.
Questi, necessariamente succinti, cenni storici dell'antica, potente, florida e gloriosa repubblica d'Amalfi (la cui popolazione è caduta da più di 70,000 a poco più di 7000) riconducono alla mente quel verso di Torquato Tasso:
Cadono le città, cadono i regni !
e nell'istesso tempo stringono il cuore in pensando che l'Italia, prima fra le nazioni nell'antichità e nel medioevo, comeehò disgregata, non è ancor giunta, riunita, al posto che le compete. __
UOMINI ILLUSTRI
Due sono i principali: Pietro Capuano e Flavio Gioia. Il primo, dopo aver studiato nel seminario d'Amalfi e successivamente nelle Università di Bologna e di Parigi, prese gli ordini sacri e si stabili a Roma ove papa Celestino III lo creò, nel 1192, cardinale col titolo di S. Maria in Via Lata. Fu legato del papa in Sicilia, in Lombardia, in Boemia, in Francia presso Filippo Augusto e da ultimo a Costantinopoli nel 1204 al tempo della spedizione fortunata del doge Enrico Dandolo. 11 cardinale Capuano tornò di là, nel 1206, in- Italia sopra una squadra amalfitana, trasportando il corpo di Sant'Andrea e numerose reliquie di cui fece dono alla patria cattedrale che fu allora da lui ampliata ed abbellita. Fondò anche in Amalfi un monastero, una scuola ed un ospedale e die principio per ultimo alla costruzione del porto, ponendo, giusta una cronaca antica, la prima pietra del molo di Santa Caterina, il quale, staccandosi dalla spiaggia omonima e prolungandosi in direzione del capo d'Atrani, assicura oggi ancora un comodo ancoraggio alle navi. Pietro Capuano morì nel 1217 in Roma, lasciando fama di uomo dotto, umano e caritatevole.
Di lui più rinomato è Flavio Gioia, nato intorno il 1300; fiorì nel secolo successivo e fu considerato per lungo tempo quale inventore della bussola dei naviganti. Se è dimostrato oggidì che, qualche secolo prima di lui, i Cinesi e, gli Arabi conoscevano già l'applicazione dell ago magnetico all'arte nautica, all'amalfitano rimane però il inerito incontrastato di aver disposto l'ago in maniera da poter muoversi liberamente nonostante i più forti movimenti della nave (1). Non ha gran tempo, per cura di una commissione locale, fu aperta in Amalfi e fuoii una pubblica sottoscrizione per innalzare un monumento a Flavio Gioia che ancora ne è privo, ed il monumento venne magistralmente eseguito dall'illustre scultore prof. I'alzico, il quale raffigurò il grande Amalfitano colla bussola in una mano ed additante coll'altra la proprietà dell'ago calamitato (fig. 77). Fino ad ora però (ottobre 1897) la bella statua del Bai zi co non è stata inaugurata.
In Amalfi vuoisi comunemente nascesse anche il celebre pescatore Tommaso Aniello, più noto sotto il nome dì Masaniello. Ma ecco quel che sì legge nel terzo volume della Descrizione della c/tllà di Napoli di Gaetano Nobili, c E questo è il
(1) La data assegnata alla scoperta della bussola è il 1302 durante il regno di Carlo II d'Angiò in onore del quale dicesi fosse fregiata della h's, o fiore di giglio che sorba tuttora in molti
luoghi. Dell'inventore stesso si poco è noto che alcuni scrittori gli danno il nome di Giovanni ed altri di Flavio, mentre il suo cognome ò scritto variamente Gioia, Gira, Giri e Gisa.
Non esiste traccia ili alcun fatto che possa spander luce sulla vita di lui e non una tradizione che accenni al luogo della sua sepoltura. L'unica prova addotta dell'esistenza del parentado Gioia in Amalfi è un atto monastico del 1030 in cui è ricordata una monaca di nome Angiola Gioia. La bussola nello stemma d'Amalfi c in quello della provincia di Salerno non è una prova della scoperta, dacché non v'ha ricordo del periodo in cui furono concessi codesti sterrimi.