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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
2'JO l'arte Quarta — Italia Meridionale
di vittorie e divenuti cavalieri di Badi e di Malta, sono i rappresentanti gloriosi dì quelle crociate che salvarono l'Europa dai Saraceni e dai Turchi e che sederono sui troni di Gerusalemme, di Cipro e di Costantinopoli.
Un Mauro Couiite, capo della colonia amalfitana in Costantinopoli e il suo primogenito l'antaleone furono in grande considerazione presso l'imperatore Costantino XI ed esercitarono ambitine uffici delicati al servizio dell'impero.
Era il 10G2 e il 100G il loro palazzo a Costantinopoli accolse Gisolfo principe dì Salerno che si recò colà in solenne ambasciata accompagnato da Alfano, arcivescovo di Salerno, e da Bernardo, vescovo di Premesti per procacciarsi nell'Imperatore greco un alleato contro i Normanni.
Le loro ricchezze accumulate nei traffici erano tante che il suddetto l'antaleone [iotè fare acquisto e dono delle magnifiche porte di bronzo in istile bisantino, non solamente al duomo di Amalfi, come abbiam visto, ma anche alla celebre chiesa di
San Paolo fuori le mura in Roma e a quella di Monte Sant'Angelo.
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Ma ripigliamo l'istoria interrotta di Amalfi. Guaimaro era principe longobardo di Salerno; un pugno di cittadini di queste due città lo spense, nel 1052, con trentasei pugnalate nella marina di Salerno.
Nel 1059 papa Nicolò III, con tutto il collegio cardinalizio, si recò a Melfi e confermò Roberto Guiscardo, il grande Normanno, duca di Puglia e di Calabria. Nel 1073 questo principe, invitato dagli Amalfitani a liberarli dai Longobardi di Salerno, occupò Amali e la tenne nonostante i rimbrotti di Gregorio VII.
Nel 1081 quando Guiscardo andò alla conquista di Durazzo nell'Epiro, gli Amalfitani vi avevano grandiosi stabilimenti.
Nel 1098 ribellaronsi a Ruggiero, figliuolo del suddetto Guiscardo, ed elessero a console e duca 1111 Marino. Ruggiero chiamò in soccorso suo zio, il gran conte di Sicilia, e il principe Boemondo, 1 quali, raccolte tutte le milizie della Puglia, della Calabria e della Sicilia e con in giunta ventimila Saraceni ed una squadra poderosa, posero l'assedio ad Amalfi. Ma, in capo a sei mesi di sforzi infruttuosi, Boemondo fu visto 1111 bel dì fare a brani il proprio manto di porpora e, fattene delle croci, gridò: Dio lo vuole! l)io lo vuole! Memorande parole susseguite da fatti non meno strepitosi, che, accompagnato dal cugino Tancredi e da ben trentamila italiani, partì per la conquista di Gerusalemme. Nò guari andò che arrise loro la vittoria a Nicea, a cui tenne dietro la conquista di quarantuna città e di duecento castella con la morte di 200,000 infedeli. Boemondo s'impadronì d'Antiochia e nel 1098 vi fondò un principato.
Nel 1100 Amalfi fu sorpresa dai Normanni. Un antipapa pose la corona in capo all'altro Ruggiero a cui papa Innocenzo II e Lotario imperatore d'Allemagna si opposero per lungo tempo con gli anatemi e con le armi.
Gli Amalfitani inviarono molte navi ad assediare il Normanno in Salerno ed altre leut,ottanta ne furono somministrate pel medesimo fine dai loro nuovi alleati, i Pisani e i Genovesi; ma la causa fu senz'altra speranza perduta. Ruggiero ingiunse agli Amalfitani di rinunciare ai loro privilegi contrarii alle sue regie prerogative e, sdegnato al loro rifiuto, riunita alle schiere normanne la squadra siciliana, mosse contro di loro, I>opo occupate, con assedii regolari, una dietro l'altra le loro fortezze, li costrinse da ultimo a sottomettersi e, riunite quindi le navi amalfitane alle proprie, le obbligò ad aiutarlo a sottomettere le altre repubbliche del mezzodì d'Italia.
Accorsero 111 aiuto di queste i Pisani ed avendo appreso clic Amalfi era indifesa, per essere le sue milizie all'assedio di Napoli insieme a quelle di Ruggiero, tentarono con un colpo (li mano d'ìinpadronirsene e venne loro fatto. Amalfi fu presa e saccheggiata nel 1135. Ili quell'occasione il famoso esemplare delle Pandette (il Corpus Juris