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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
Salerno
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furono i primi a non istarsi paghi alle cure volgari e a dar mano ad investigazioni scientifiche originali.
Ruggiero I re di Sicilia fu il primo a dar leggi alla Scuola Salernitana e fra le altre cose ordinò che ninno potesse esercitare l'arte salutare se non dopo un esame approvato dai magistrati e dai periti. In seguito Federico li ordinò che ninno potesse esercitare la medicina se non licenziato dalla Scuola Salernitana. R candidato giurava d'attenersi alle cure prescritte, di denunziare lo speziale che adulterasse i medicamenti e di curare i poveri gratuitamente.
Sotto Roberto d'Angiò, Giovanna I, Ladislao, Giovanna II e Ferdinando I la Scuola Salernitana ebbe altri privilegi ed onori finché fu eretta 111 Accademia e quindi in Università continuando le sue tradizioni gloriose sino ai dì nostri in cui, per decreto del 29 novembre 1811, fu abolita e i suoi diritti furono conferiti all'Università di Napoli.
Fra coloro che illustrarono la Scuola Salernitana sta in prima linea Costantino Africano, oriundo di Cartagine, il quale, dopo frequentate per ben quarantanni le scuole arabe di Bagdad, dell'Egitto e dell'India, tornò in patria ove corse pericolo di essere ucciso qual mago e riparò, verso il 1070, in Salerno, ove divenne segretario di Roberto Guiscardo, finche, stanco della vita di Corte, si ritirò a Montecassino e vi tradusse molte opere di medici arabi.
La medicina venne in voga a Salerno e vi fu coltivata da molti illustri personaggi. Narra Leone d'Ostia che Alfano, il già citato arcivescovo di Salerno, era peritissimo ili medicina e l'esercitava. Un altro arcivescovo salernitano, Romualdo Guarna, la professava anch'esso e fu consultato dai due Guglielmi di Sicilia e dal papa. Per lungo tempo la nobiltà salernitana si recò ad onore di addottrinarsi in quest'arte e di praticarla. È certo inoltre che in Salerno trovavansi i più saputi ed abili farmacisti e narrasi a tal riguardo che Sigilgaita traesse da Salerno il veleno per isbarazzarsi, coinè abbiamo visto, del figliastro Boeniondo, figliuolo de] suo marito Roberto.
Nel secolo XII Giovanni da Milano scrisse 0 fece scrivere molti canoni salutari ed igienici in versi leonini latini divulgati, tradotti in tutte le lìngue e dedicati al re d'Inghilterra coi due versi seguenti in principio:
Antjlorum Regi scribit schola tota Salemi Ad rerjimen vitae praesens hoc medicinale.
Di questi canoni molti sono divenuti proverbii universali come i seguenti.
Corna brevis, vel coena leris fìt raro molesta Ma^na nocet, medicina docet, res est manifesta
Caseus est sauus quem dat arara manus
Si Ubi dcficiunt medici ; medici tìbi fratti
llacc tria: mens hìlaris, rcquies, moderata dittata.
Nella Biblioteca nazionale di Napoli trovasi una traduzione inedita della Scuola Salernitana in metro materno italico di N. N., la quale incomincia così:
Chi vuol star sano e forte
E prolungar la morte
Non dia loco a pensier molesti al core.
Scacci l'ira e il furore
Sia nel vin parco ed usi poca cena:
S'alzi di mensa mai con pancia piena,
Né stimi cosa vana
Dopo di aver pranzato il divertire
E nel mezzogiorno sfugga di dormire.