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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Salerno
   309
   antiche porte della città, verso il lato orientale, denominata Portauova. Bella la piazza principale, e pur bella l'altra piazzetta, circondata da vaghe aiuole con zampillanti fontanine, dove, accanto alla statua del Pisacane, sorge d monumento al Nicotera, inaugurato nell'ottobre 1897. Un nuovo quartiere a est congiunge la stazione ferroviaria: all'antico perimetro della città ed una magnifica strada, con in mezzo una piazza pel mercato, fu arricchita di nuovi edilizi.
   Prima del 1865 scarseggiava l'acqua potabile per la ragione che, trattane quella poca che scendeva dalle colline circostanti, le altre acque erano inquinate da depositi calcarei e salini A siffatto inconveniente si ovviò con un canale di circa 4 chilometri il quale mena una quantità d'acqua sufficiente ad alimentare fontane e serbatoi distribuiti per la città.
   EDIFIZI SACRI
   Cattedrale di San Matteo. — La più sontuosa fabbrica normanna nell'Italia meridionale fu definita dall'inglese Forsyth « un edilizio cosi antico e insieme così moderno, così restaurato e rapsodico che offre esempi d'ogni stile ed esso stesso non lia stile ». Infatti, la sua imponente semplicità ebbe assai a soffrire nei restauri del 1722, ma è però sempre un edilizio interessantissimo.
   Fu costruito nell'S45 come chiesa di Maria, titolo cambiato dal 954 in quello di San Matteo, quando le ossa dell'apostolo furono trasferite da Pesto a Salerno. Dal 1070 al 1085 fu riedificato da Roberto Guiscardo, che saccheggiò Pesto per abbellirlo asportandone marmi e scolture. Nel 1085 fu consacrato da papa Gregorio VII, che vi trovò fuggiasco la sua sepoltura, come vedremo più sotto.
   Per due gradinate di marino bianco, fiancheggiate da balaustre, si ascende ad un piano nel quale stanno a fronte due leoni ai due lati della porta d'ingresso, sopra la quale è un'inscrizione in cui Roberto Guiscardo assume il tìtolo imperiale. Procedendo parasi innanzi un atrio o vestibolo a parallelogramma, circondato da ventotto colonne di porfido e granito rapite a Pesto e generalmente del periodo romano. La facciata dell'atrio, rinnovata nel 1768, fu compiuta innanzi al 1791, e l'atrio stesso ha sette archi tondi, nei lati trasversali, e nove vie longitudinali. Intorno alle pareti quattordici sarcofaghi antichi, fra i quali uno con la caccia di Meleagro, un'ara romana, uno con la statua giacente del viceré Pontanus Aiujustinus (1547), un sarcofago romano con nereidi e busti, un altro con teste taurine, ecc. Nel luogo del piccolo bacino granitico in mezzo stava l'antica vasca, ora nella Villa Reale di Napoli. I sarcofaghi furono convertiti in sepolcri cristiani dai Normanni e loro successori.
   Tre porte introducono nelle tre navate della chiesa. Quella di mezzo (del 1077) la maggiore e la più ricca, ornata di foglie di vite, d'uccelli, grifoni, tigri, unicorni, ecc., ha una magnifica porta in bronzo lavorata a Costantinopoli, dono di Landolfo Butro-mile e di sua moglie pulsali al tempo dell'arcivescovo Alfano (1085-1121). In quarantasei dei cinquantaquattro campi o scompartimenti della porta veggonsi croci variamente ornate e negli altri sotto archi: Cristo, Maria, San Pietro, San Simone, San Matteo (coi suddetti donatori), la Fontana della vita, ecc. Da tutte le figure mancano i volti e le mani d'argento. Sopra la porta leggesì l'iscrizione che rammenta il restauro della chiesa per Roberto Guiscardo e la sua dedicazione a San Matteo:
   A Duce lìoherto Jonaris apostoli tempio Pro meritis regno donetur ipse superno.
   Nel campanile a sud sono murate negli angoli inferiori colonne antiche e, giusta un'iscrizione nella piccola finestra, esso fu consacrato sotto re Ruggiero dall'arcivescovo Guglielmo. Il piano soprastante è una nuova costruzione in mattoni.
   La chiesa è a tre navate con una transversalo, tre absidi ed una cripta o chiesa sotterranea. Quattordici grandi pilastri in due ordini separano le navate sorreggendo