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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2'JO l'arte Quarta — Italia Meridionale
   titolo nel 17f>8. Della prima fu pubblicata nel i709 una traduzione francese con disegni originali delle rovine. Come però questi disegni, al dire del padre Antonio Paoli non erano esatti tranne quelli tolti dai disegni del generale Gazola, questi incaricò il Paoli ed altri residenti a Napoli di pubblicare i suoi. Morto il generale in Ispagna nel 1780 le sue carte nmasero nelle mani del padre Paoli il quale mandò in luce le sue pregevoli Puestaaae Itissertationes in Ialino e in italiano con liti stampe di cui Kì contenenti medaglie di Posidonia e una carta topografica (lìoma 1781).
   Nel 1779 l'inglese Swinburiie pubblicò una descrizione accuratissima delle rovine e il francese Delagoi'dette le Iiuines de l'eslum nel 1797. Citeremo ancora la Descrizione di un Hiuggìo a Pesto di Mercurio Ferrara. Queste ed altre opere sulle rovine e i tempii di Pesto basterebbero per sé sole a porgere testimonianza della loro grande importanza.
   L ampio golfo clic incurvasi dalla punta Campanella (già promontorio di Minerva) alla punta Licosa (già Posidiam), detto ora Golfo di Salerno, era chiamato dai Greci Golfo di I'usidonm (ll!/    Presso il Portas Albumas alla foce del Silaro, o Scie, sorgeva il celebre tempio eretto in onore di Giunone Argiva da Giasone e dagli Argonauti ; la sua situazione era, secondo Strabone, sulla sponda sinistra del fiume e sulla destra secondo Plinio e i migliori topografi stanno col primo.
   Oltre Pesto fiorirono nella provincia di Salerno due altre antichissime colonie greche: Velia e l'i,ras o Uuxentumt delle quali vuoisi qui aggiungere un breve celinoli. — Velia od Elea
   TlXr, od EMà, Veliensis (ora Castellammare della Bracca), una delle principali colonie greche nell'Italia Meridionale situata sulla spiaggia del Tirreno, a circa mezza disianza fra Posidonia o l'vxiis.
   Non v'ha traccia dell'esistenza di alcuna città nel sito di Velia prima dello stabilimento della colonia greca ed è probabile clic essa, come la più parie delle colonie greche ncll Italia meridionale, l'osse fondala in uu luogo intieramente nuovo. Fu mia colonia di Fueea nella Ionia e derivò la sua origine dall'espatriazione volontaria degli abitanti di quella città della Grecia per sottrarsi al giogo persiano al tempo della conquista della Jonia [ter Arpago nel 514 av. G.
   Gli emigranti Focesi procederono in corpo all'isola di Corsica ove avevano già fondato, 20 anni prima, la colonia d'Alalia, e stabilironsi a prima giunta in quell'isola; ma essendosi, con le loro piraterie, tirata addosso 1 inimicizia dei Tirreni e dei Cartaginesi, ebbero perdile così gravi in una battaglia navale con le squadre combinate di queste due potenze che furono costretti ad abbandonai la colonia, l'arte degli emigranti Focesi riparò allora a Marsiglia (ov'era già un'altra luro colonia), mentre i rimanenti, dopo ima dimora temporanea a Reggio, procedettero alla fondazione della nuova colonia di Vele o Velia sulle cesie della Lucania. Tale è la relazione di Erodoto la quale consuona co i quella ili Antioco ih Siracusa riferita da Strabene. Scrittori posteriori hanno confuso la narrazione ed hanno rappresentato la fondazione di Velia e di Marsiglia come contemporanee, ma non vi ha dubbio clic la sui riferita è la concita.
   Solo Seillace rappresenta Velia quale una colonia di 'furio. Se non è del tulio un errore, ciò dee riferirsi all'ammissione, in un periodo posteriore, ili un corpo di nuovi coloni da quella città; ma ili ciò non v'ha traccia in nitro autore. La data precisa della fondazione di Velia non può essere delenninata perchè non sappiamo per quanto tempo i Focesi rimanessero in Corsica, ma la si può lissare a un dipresso circa il 540 av. G.
   Non v'ha dubbio che i coloni di Velia, coinè quelli della colonia consorella di Marsiglia, seguirono l'esempio della città-madre Focea e deiliearousì assiduamente al commercio, uè che la città slessa divenne rapidamente florida e prospera. La gran copia di iiiimcte di Velia esistenti tuttora e sparse nelle provincie meridionali è per sé una prova evidente del fatto ; mentre la circostanza ch'essa divellile la sede di una celebre scuola filosofica, i cui capi continuarono per successive generazioni a risiedere a Velia, dimostra ch'essa doveva anche essere un luogo ili multa cultura e raffinatezza intellettuale.
   Ma della sua storia ben si può diie che nulla sappiamo assolutamente. Dice Strabene ch'essa era cospicua pel suo buon governo, del die andava debitrice in parte a Parmenide clic diede a' suoi