Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno', Gustavo Strafforello

   

Pagina (303/423)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (303/423)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   La Lucania
   287
   Fig. 71. — Pesto: Macchia di Asfodeli (AxphvUdus ramosus),
   nel medesimo tempo e la scile episcopale fosse trasportala a Capaccio sulla vicina montagna. Nel secolo successivi, cacciati i Saraceni, Ruggero il Normanno spogliò i tempii e gli altri splendidi edilizi di Pesto dei loro marmi ed ornati per fregiarne la cattedrale da lui innalzata in Salerno.
   il silo di Pesto par continuasse a rimanere allatto disabitato, dopo che ne fu rimossa la sede vescovile; sino a'dì nostri e sol verso la metà del secolo scorso l'attenzione si rivolse a quelle rovine che sono divenute cosi famose. Non che fossero sconosciute, come vogliono alcuni, essendo assai ben visibili, oltreché in terra, da ogni parte del golfo di Salerno, ma esse erano non curate ed ignote al fermo al liinauenle d'Europa. Andre il diligente Cimelio, scrivendo nel 1(12i-, nota il l'atto che aveanvi delle rovine col nome di Pesto senza alcuna allusione al loro carattere ed alla loro importanza.
   Quaudo Don Carlo Borbone, verso la metà del secolo scorso, conquistò il Ueaine di Napoli, il generale d'artiglieria conte Felice Gazola di Piacenza ebbe occasione di visitare la costa salernitana e liinase meravigliato ali aspetto dei tempii e delle altre antichità di quella solitaria regione si che ne prese i disegni con intenzione di pubblicarli; il che non gli potè venir fatto per aver dovuto tener dietro al suo re a Madrid. Ne trattò l'Antonini nella sua opera sulla topografia della Lucania (Napoli 1715) e nel 17Ó8 il Mazocclii, nella sua opera GmnmeHlmii m Tabulas Kracleenscs, innestò una dissertazione su Pesto e sulla sua storia nella quale fece menzione del Gazola suddetto come colui che aveva attratto pel primo l'attenzione su quella antica e già si illustre città.
   Il tedesco Winckelniann, che esplorò Pesto nel MS®, ne parlò nelle sue Osservazioni sull'archi tei tara degli Antichi e in quel turno Pasquale Maglioni un'altra ne scrisse dal titolo : De verte Posidoniae ac I'aesli oriijinibus Dissertatio, senza data.
   Nel 1767 fu pubblicata a Londra la prima descrizione di Pesto col titolo : lluins of Paesi uni in-f° con -4 stampe e a quest'opera un'altra ne tenne dietro anch'essa in inglese e col medesimo