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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Sora
   2C.7
   e di parecchie chiese, fra cui una bella collegiata ed un ospedale. Nel suo territorio trovasi il rinomato cosidetto Antro Perluso, con bellissime stalattili. I prodotti locali consistono in cereali, olio e vino.
   Cireond. Gaeta — Distr. tnilit. Gaeta — Coli, elett. Pontecorvo — Dioe. Gaeta P2 locale, T. a Pontecorvo, Str. ferr. a Ceprano.
   Pico (2495 ab.). — Anche questo Comune, già capoluogo di mandamento, trovasi nelle condizioni del precedente, cioè di far parte amministrativamente del circondario di Gaeta e di essere aggregato giudiziariamente alla pretura di Pontecorvo.
   Sorge il paese a 194 inetri di altezza e a 10 chilometri da Pontecorvo, sopra una notevole collina calcarea di forma conica sporgente dai monti Ausonii verso la valle del Liri, con bella chiesa parrocchiale e un ospedale. Sotto Pico corre una buona strada rotabile da Isoletta ad Itti e Gaeta. Prodotti, olio, vino e cereali.
   Cireond. Gaeta — Distr. rrnlit. Gaeta — Coli, elett. Pontecorvo — Dioc. Aquino P2 e T. locali, Str. ferr. ad Isoletta (ftaz. di Arce).
   Mandamento di ROCCASECCA (comprende 4 Comuni, popol. 12,175 ab.). — Territorio in monte e in piano, bagnato dal fiume Melfe, tributario del Liri, ferace particolarmente di cereali, olio, vino, erbe medicinali con le quali si fa una polvere febbrifuga detta di Roccasecca.
   Roccasecca (5078 al».). — Sorge a 225 metri di altezza e a 32 chilometri da Sora, ed è punto di partenza della linea ferroviaria per Sora e Avezzano. Il paese è diviso in tre gruppi di fabbricati, il primo dei quali che chiamasi La Valle, è il maggiore, ed è la sede di tutte le amministrazioni ; il secondo chiamasi Castello, ed il terzo Caprile; tutti allineati sulla sinistra della strada rotabile che da Roccasecca mena a Cassino.
   Sulle falde di un delizioso colle tutto vestito di olivi e viti maritate con olmi e frutti d'ogni specie, sta Roccasecca, e sul sommo di esso colle gli avanzi dell'antico e pittoresco castello (445 m.), ove nacque S. Tommaso dei conti d'Aquino (1) ai quali il castello a quei di si apparteneva (fig. 05). Posizione ridente, salubre, parte in piano, parte in collina; vasta e bella piazza fiancheggiata da buoni fabbricati, tra i quali il palazzo Vescovile, residenza del vescovo d'Aquino prima che quella diocesi fosse aggregata a quella di Sora. Grande e bellissima piazza, ornata di una vaga fontana, dalla quale l'occhio si spazia in un orizzonte che comprende tutta la vasta pianura, traversata dal Liri, che si estende da Coprano lino a Cassino. Mercato, fra i primi del circondario, in ogni mercoledì.
   Cenni storici. — Verso l'anno 995 Mansone, abate di Montecassino, edificò una rocca sul monte Sant'Angelo in Asperano, e quella rocca fu detta Secca, perchè priva d'acqua. Conquistata poco di poi da Atenolfo conte d'Aquino, non tardò guari ad essere presa e distrutta dai Saraceni che dimoravano presso la foce del Garigliano. In capo a cinquantadue anni • conti aquinati Pandolfo e Rinaldo, sulle rovine della distrutta rocca edificarono un grande ed elegante castello, del quale si vedono ancora in piedi i ruderi maestosi. Fu da quel castello che i conti d'Aquino sostennero per molto tempo l'assedio dell'imperatore Arrigo, che, vista la difficoltà dell'impresa, se ne ritrasse. Poco più giù dell'antica rocca, sorse di poi un borghetto detto Castello, e al di qua e al di là le due altre frazioni Valle e Caprile, che furono sempre unite fra loro e formano al presente, come sopra si è detto, il Comune di Roccasecca.
   (1) Fu quistione vivacemente dibattuta se S. Tommaso nacque in Roccasecca od Aquino. Ormai,
   però, non si dubita più che egli vide la luce sulla rocca della borgata Castello dell'attuale Comune di Roccasecca, alla quale giornalmente in sacro pellegrinaggio traggono pii e dotti visitatori d'ogni parte del mondo. La dimostrazione dotta, esauriente di questo fatto è nell'opuscolo: Su la vera patria di San Tommaso d'Aquino, del dottissimo professore Giovanni Santucci, pubblicato il 1878 a spese del Comune, nel VI centenario della morte dell'insigne Dottore.