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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
Mandamenti e Comuni del Circondario di Sora
2C.7
Oderisio, abate dì Montecassino, appiccò trattative pel possesso di Pontecorvo,finche, al principio del secolo XII, fu stretto un contratto, 111 forza del quale Roberto, conte di Capua e signore di Pontecorvo, parte ne cedeva gratuitamente al monastero cassinense, e parte ne comperava l'abate Oderisio per 50U libbre d'oro, oltre 290 sborsate al principe di Capua pel placet.
L'abate Oderisio II fece incidere sulle porte in bronzo della basilica di Monte-cassino Civitas Pontis Curvi cum pertinentiis suis come parte dei (tornimi della Badìa sotto la quale s'incominciò a chiamare Pontecorvo, conservando però sempre, per significare la provenienza della popolazione, l'epigrafe: Sevatus Populusque Fregellanus, come leggesi tuttodì in parecchi monumenti e sigilli antichi.
Gli abati cassinensi fecero sorgere villaggi all'intorno, distrutti i quali, verso il 1270, la loro popolazione si aggregò in parte a quella di Pontecorvo.
Ruggero I, re di Sicilia, in quella che i suoi figliuoli insignorivansi dei domimi pontifici sino a Ceprano, occupò Pontecorvo, togliendolo ai monaci cassinensi, sotto pretesto che lo possedevano illegalmente; ma al loro abate venne fatto di ricuperarlo nel 1291. Gli abitanti, avendo poi fatto adesione allo scisma di Occidente contro Urbano V, si ribellarono, e il suo successore Benedetto IX li prosciolse dalla scomunica, lasciandoli sotto il governo di un Paolo Toinacelli, suo consanguineo. Ma Innocenzo VII li costrinse, sotto pena di anatema, a risottomettersi ai Gassinesi ; li Toma-celli nicchiava, ina Gregorio XII lo sforzò ad ubbidire per mezzo di Ladislao, re di Napoli. Fu perciò statuito che il Toinacelli avrebbe intascato ancor per cinque anni le entrate di Pontecorvo, decorsi i quali l'abate di Montecassino ne sarebbe rientrato ili possesso. A cagione delle incessanti perturbazioni guerresche e politiche gli abitanti di Pontecorvo non poterono reggersi a lungo sotto il pacifico dominio degli abati di Montecassino; il perchè deliberarono sottomettersi alla Santa Sede, e il 1° luglio del 1483 furono eletti oratori Angelo Spicola e Benedetto Masella i quali in Tivoli, ove risiedeva Pio II prestarono al Pontefice giuramento di fedeltà e ubbidienza addì 8 dello stesso mese mediante pubblico istruniento con patti e capitoli sanciti dal Pontefice nel dicembre del medesimo anno.
I patti principali recavano: fosse Pontecorvo sotto la signoria immediata della Santa Sede con divieto solenne ili cederla ad altro signore ecclesiastico o secolare; deputassero ì Papi annualmente il capitano, sottoposto al sindacato del Connine pel governo del paese; la provvisione del capitano, da pagarsi dal Comune, fosse stabilita in 15 a 20 onde di gigliati (specie di moneta antica fiorentina) d'argento; vietatogli di farsi sostituire salvochè da ini abitante di Pontecorvo.
Assunto al trono pontificio Innocenzo Vili furono incorporati alla Camera Apostolica tutti ì diritti su Pontecorvo goduti dalla Badia Cassinense ch'era stata data ni commenda a Giovanni de' Medici coll'onere per detta Camera dì sborsare annualmente, il 15 d'agosto, 200 scudi al commendatario; se non che lo stesso Giovanni, divenuto poi papa col nome di Leone X, sciolse la commenda e soppresse l'onere dei 200 scudi. Il dominio papale su Pontecorvo fu riconosciuto dai re (ti Napoli, il che non tolse che nascessero contese, per ragioni di confine, contese sempre appianate a vantaggio dei Papi.
Con suo breve del 1496, papa Alessandro VI innalzò Pontecorvo al grado di città, investendone il proprio figlio Giovanni, il quale fu assassinato, com'è noto, dal fratello, il famigerato Cesare Borgia, per usurpare appunto la signoria di Pontecono che Giulio lì costrinse a restituire.
Nel 1621. dando l'investitura del reame delle Due Sicilie a Filippo IV dì Spagna, Gregorio XV si riservò espressamente Benevento e Pontecorvo. Lo stesso fecero Alessandro VII nel 1666 con Carlo II, ed Innocenzo XIII nel 1722 eoH'imperatore Carlo VI, quantunque questi ed altri regnanti avessero offerto pel cambio altri domniii e danaio.