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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2'JO
   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   abati. Ma quando la nomina papale degli abati conimendatarii trasse la nobiltà all'amministra-7,ione liticale dei beni spirituali, e papa Paolo III si riserbo interinalmente l'usufrutto della <0111-meiida, i monaci si ribellarono inalberando improvvisamente la bandiera aragonese, e Sisto VI non ottenne la pace se non mediante la nomina di Giovanni d'Aragona (1472).
   Poco appresso però l'ebbe persino un fanciullo undicenne, il figliuolo di Lorenzo de' Medici (che fu poi Leone X), il (piale vi si ritirò volontariamente per la morte di suo fratello Piero dei Modici che affocò miseramente, il 27 dicembre dei 1503, nel Li ri, dopo la sconfitta dei Francesi per Consalvo di Cordova.
   II Rinascimento penetrò anch'esso nelle mura di Montecassino. L'abate Benedetto Castelli, l'inventore del pluviometro, propugnò le dottrine di Galileo, e l'abate Squareialupi fece abbellire mondanamente la chiesa e i nuovi edilizi dagli artisti fiorentini: ma politicamente il monastero non ebbe più alcun potere, e i processi con le podestà rivili più forti ingoiarono più tardi le sue laute entrate.
   Nel 1798 il monastero fu costretto a sborsare 100,000 ducati ai rapaci Francesi ì quali rtsba-ro.no per giunta un buon numero di capi d'arte. Il nipote del precitato Cattola, lo storico di Monte-cassino, sacrificò indarno la propria vita per la conservazione dell'Archivio.
   Dal 1800 al 1814 il monastero fu secolarizzato,
   ma la Biblioteca e l'Archivio rimasero affidati a quattordici monaci. Ai ili nostri il monastero acquistò nuovo lustro per opera del celebre abate Luigi Tosti, nato nel 1811 a Napoli, bibliotecario al vaticana* storico insigne, autore delle opere ben note : La contessa Matilde (1886), Storia della Lega Lombarda (188(3), Storia del Concilio di Costanza (1887), e principalmente: Storia della Badia di Montecassino (1888-80) pubblicata a spese dell'israelita barone di llothscliild che vide il manoscritto giacente nella badia.
   Per porgere qui in fine un'idea dell'antica grandezza dell'archicenobio di Montecassino ne basti il dire che l'abate (Abbas Abbatorum) di Montecassino era il primo barone del reame di Napoli, a capo di una diocesi (creata nel 1321) composta di trentasette parrocchie ; mentre fra le dipendenze della Badia annoveravansi quattro vescovati, due principati, venti contee, duecento-cimpianta castelli, quattrocentoquaranta città e villaggi, trecentotrentasei manieri, ventitré porti di mare, trentatrè isole, duecento mulini, trecento possessioni territoriali e milleseicentoses-santadne chiese. Le annue entrate del monastero alla line del secolo XVI, ragguagliavansi a 500,000 ducati (2,225,000 lire).
   L'abate è ora vescovo di diritto durante il suo governo spirituale, limitato a 6 anni, trascorsi i quali ei ridiviene un semplice monaco, conservando soltanto il diritto di portar la croce abba-ziale e la precedenza nelle cerimonie religiose.
   Piedimonte San Germano (2533 ah.). — A 250 metri d'altezza sul mare e a 8 chilometri da Cassino, alle falde occidentali (li monte Cairo (166',) ili.), con collegiata, altre quattro chiese minori e Congregazione di carità. 11 territorio, montuoso, produce olio, vino, cereali, e canapa.
   Coli, eletl. Gassino — Dioc. Aquino — F: e T. locali, Str. ferr. ad Aquino.
   Pignataro d'Interamna (1673 ah.). — Nella valle del Liri, all'altezza di 64 metri e a chilometri 71/2 da Cassino. Territorio in colle e in piano ameno e ferace, principalmente in cereali.
   Cenni storici. — Tre antiche città d'Italia portavano il nome di Interamna (da Inter amnes, fra due fiumi od alla confluenza di due fiumi). Una è ora Terni nell'Umbria, l'altra è Teramo nell'Abruzzo e la terza è Vhiteraniua Lirinas, ora Pignataro d'Inte-raiinia, di cui toccheremo con poche parole in succinto.
   Interamna Lirinas fu una colonia romana sulla sponda sinistra del Liri, presso la confluenza col Rapido che scorre presso Cassino, da cui distava 11 chilometri. Il suo territorio compreso nel Lazio, nel senso più lato del termine, doveva appartenere in origine aiYolsci; ma non v'ha menzione d'Interamna quale città volsca in prova della sua esistenza prima dello stabilimento della colonia romana nel 312 av. C. Ciò avvenne contemporaneamente a quello della vicina Gasinum con lo scopo evidente di assicurare la fertile valle del Liri dagli assalti dei Sanniti. Noi troviamo quindi, nel 291 av. C., il territorio d'Interamna devastato dai Sanniti, i quali non osarono però assalire la città stessa; ed al principio della campagna successiva il consolo Sp. Carvilio incominciò da Interamna le sue operazioni contro il Sannio.