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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
2'JO
l'arte Quarta — Italia Meridionale
meno coi loro sigilli, ma molte furono trasportate in Valicano a Roma ; novantanove fitti fascicoli in carta fabbricata di libro, la marte più interna della corteccia degli alberi; circa ottantamila atti nei registri (la donazione del 532, compiuta da Simmaco c da Boezio), uri diploma originale imperiale di Ottone 1 (9G4); diplomi di Ottone li e III, di Corrado, di Arrigo il, III, ecc. ; collezione completa delle bolle papali originali da papa Leone IX (1019).
Coiranno 1005 incominciano i celebri diplomi dei ìlégoli, Guidici e Sigmroltimtlu Sardegna. Un sol documento originale della contessa Matilde. Ira i documenti normanni, uno di Guglielmo il Malo; più numerosi quelli dei principi normanni di Captia(Roberto, Riccardo,Giordano); diplomi originali dei sovrani svevi, angioini, aragonesi, austriaci e spaglinoli.—Gii sin dal 900(300 anni prima di Dante) i testimoni scrivono in idioma italiano.
Fra i manoscritti si conservano: un comnien-tario di Origene sulla Lettera (ti Rimani di San Paolo del VI secolo in bei caratteri unciali con maiuscole miniate ; Sant'Ambrogio contro gli Ariani, in iscrittimi anglo-sassone e Sant'Agostino, De frinitale, del secolo VII ; Bibbia in iscrittala longobardica scritta per ordine dell'aliale Desiderio; due codici delle leggi longobarde; visione di Alberigo da Settelrali, da cui vuoisi clic Dante derivasse 1* idea della Divina Commedia; un codice di detta Commedia, con note, marginali (ora pubblicato); un ritratto di Ihmle di Scipione Gaclani, da Ciotto; un manoscritto con ventisei capitoli del Corano; nn manoscritto provenzale di liarlaain e Giosafatte; una traduzione In italiano del De claris muìiaribus del Boccaccio; una lettera di Maometto li a papa Nicolò V, in cui d sultano si lagna degli apparecchi guerreschi, e promette di convertirsi nella sua venuta a Roma, indi la risposta del papa ; la corrispondenza dello storico Don Erasmo Gattola, aliate di Montecassino, coi dotti contemporanei ; poesie del XIII secolo, ecc. — Nel corridoio che
va all'Archivio leggonsi iscrizioni murate dell'air-
ti • lieo Lamiaim.
31 Sala.— Documenti dell'airiiiiinistrazioiie laicale del monastero dal XVI al XIX secolo; i conti dal 1504 siilo al presente e il protocollo notarile ; un sedile antico, di rosso antico, trovato presso il Liri e simile a quello delle Tenne di Pozzuoli.
Biblioteca. — In ricchi scaffali di noce intagliati, ornata dei busti dei pia celebri monaci benedettini, contiene circa 15,000 volumi ordinati secondo le materie, una collezione stupenda di atlanti, e circa cinquecento incunabuli. Fra questi il Want'Offiiiodi Dunuuk, stampato nel 1459 da Fusi a Magonza pel monastero di iMontecassino ; mi Tito Livio di Sweinsheini, del 1472; un Ari-itotele in lesto greco di Aldo, 1197, ed un superbo
messale, con incisioni in legno, su pergamena, stampato a Venezia nel 1505.
Nella Biblioteca musicale si conserva il manoscritto originale del celebre Stabili Miller di I'cr-golesc con tutte le correzioni.
Nelle due torri annesse alla Foresteria, in cui visse più tardi e mori San Iìenedetto, conser-vansi i residui della galleria dei quadri del monastero, dilapidata dai Francesi, fra cui dipinti del llibera, del Novelli, del Giusti, ecc. Nella sala capitolare, freschi del Cavalier d'Arpino.
l.o(,(,ia del Paradiso. -- Cosi chiamasi il terrazzo sopra il colonnato della corte suddescritta, da cui si gode ili un panorama uidescrivibde. A ovest e a sud lo sguardo abbraccia l'ampia valle del Liri o Carigliano, coi suoi villaggi numerosi,-separala dal golfo di Gaeta da una catena.di montagne. A est la valle del San Germano, signoreggiata dai picchi abruzzesi. A nord un intiero caos di montagne, la più prossima delle quali è monte Cairo, alto 1069 metri, la cui salila richiede, (la 3 a 4 ore. La prospettiva, dalla vetta di questa mot:taglia, credesi una delle più belle dell'intiera Italia.
Stona del monastero di Moirìecassiiio. —Fu fondato, coinè abbiamo detto, nel 529, da San Benedetto da Norcia, il quale ai tre voti di povei t;i, castità ed ubbidienza, aggiunse quelli dell istruzione e del sapere, innalzando cosi Montccassino a faro del medioevo.
Senouchè sin dal 589 il duca Zoto di Benevento distrusse il monastero e i monaci ripararono in Laterano, il quale divenne per tal modo benedettino. Il cavalierePctronazio di Brescia riedificò, nel 710, il monastero; il duca Gisulfo di Benevento lo dotò riccamente, e papa Zaccaria ne consacrò la chiesa.
L'abazia venne in tanta fama che Carlomanno, fratello di Pipino il Breve,\i vesti l'abito monastico , guardando le pecore. Carlo Magno visitò 1 abazia al suo ritorno dall'Italia meridionale. L'abate divenne arci-cancelliere e potè fare spiegare innanzi a se la bandiera imperiale. Paolo Diacono, il celebre storico dei Longobardi, indossò fallilo monastico a Montccassino e \i lini la sua vita.
Nelle incursioni dei Saraceni l'aliate figliano si pose alla lesta dei suoi monaci, ma, dopo la visili di Ludovico 11 al monastero, i Saraceni tornarono nell 18-1 ad assalirlo, ed abate e monaci caddero sotto le loro spade.
Nel 994 I abate Aligerno raccolse i monaci dispersi e riedificò il monastero. Gli imperatori tedeschi Io aiutarono grandemente con donativi e privilegi, e dal 1014 ebbe principio ima se-gueiiza di abati germanici clic ne fecero anche una sede dell'arte, l'icorderemo ([tu Ateuoll'o (1014-22), Tcohaldo (1022-35), Richer bavarese (1038-55) che divenne poi cardinale; il suo successore, il cancelliere imperiale di Federico