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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
2'JO
l'arte Quarta — Italia Meridionale
Atina (4365 ab.). - Sorge a490 metri d'altezza, a 17 chilometri a nord di Cassino e a 20 a sud-est di Sora, con estese e stupende vedute, comprendenti § castello di Sora e la pianura del Melfe, ma in situazione alta e fredda (monte niroso descendens Atina, come leggiamo in Silio Italico), si che reputasi una delle città più fredde dell'Italia meridionale, non solo per l'alta sua giacitura, ma anche per esser cinta d'ognintorno e principalmente a sud, da eccelse e gelide montagne apenniniche. Le sue mura antiche costruite in uno stile massiccio di massi poligonali, ina ben tagliati e commessi, circuivano l'intiera sommità della montagna, di cui l'odierna Atina non occupa che una porzione; l'estensione e 1 imponenza di queste mura confermano le relazioni dell'importanza della città nei tempi antichissimi. I)i data romana vi si veggono ancora residui dì un grandioso acquidotto, sostruzioni di un tempio e frammenti d'altri edilizi, oltre numerosi monumenti sepolcrali ed iscrizioni. Di architettura romana havvi anche una porta detta Porta Aurea.
Vi fioriscono manifatture di coperte e tappeti di lana che esportansi, si può dire, in ogni dove; fabbriche di carta a macchina, negozi di vino, ecc. Nel 1854 il Governo borbonico fece dar mano, presso Atina e sulla sponda destra del Melfe, ad ima fonderia assai grandiosa che doveva contenere tre alti fornì per la fabbricazione della ghisa. Oltre la fonderia, alimentata dai tanti boschi che rivestono quelle montagne, fu costruito un bel quadrilatero con tettoie ed alloggi circondanti un cortile di circa 30 metri di lato. Caduti i Borboni la fonderìa rimase a mezzo.
Cernii storici. — Di Atina (Atinas, Atinut.es), antica ed importante città dei Yolsci, parla Virgilio, nel vii (\<ì\Yl'incide, come di una città grande e potente (Atina pofens) lungo tempo prima della fondazione di Roma; e Marziale altresì la definisce prisca Atina. Virgilio pare la consideri una città latina; ma dalla sua situazione parrebbe certo che fosse volsca. L'Ughelli, noli' Italia Sacra, dice che fu fondata da Saturno (V) di cui Atina ed Arpino si contendono la tomba. E tuttora Atina porta nel suo stemma l'iscrizione: Atina civitas Saturni Latin. Essa era già stata tolta ai Volsci dai Sanniti, quando comparisce primamente nell'istoria. Secondo alcuni annalisti fu presa, nel 313 av. C., dal console romano C. Giiuiio Bubulco; ma, nel 293 av. C., la troviamo di nuovo in potere dei Sanniti, e il suo territorio devastato dai consoli, ma la città non fu assalita.
Nulla sappiamo della sua sottomissione pei Romani, ma pare fosse trattata con severità e ridotta alla condizione di prefettura, in cui perdurò anche dopo che i suoi abitanti furono ammessi alla franchigia romana. Ma, nonostante la sua posizione inferiore, ai tempi di Cicerone, era una città florida e popolosa] sì cli'ei dà alla sua popolazione la preferenza sopra quella di Tusculo, e dice che non era superata da alcun'altra prefettura in Italia. Era la patria del suo amico e cliente Gneo Fianco ed era compresa nella tribù TV.rentina.
In un periodo successivo divenne una città municipale coi privilegi e i magistrati ordinari; ina, quantunque ricevesse una colonia militare sotto Nerone, non ottenne grado coloniale. Da molte iscrizioni apprendiamo ch'essa continuò ad essere un luogo ragguardevole sotto l'Impero romano.
Nel secolo V Atina fu distrutta dai Barbari, riedificata e munita di mura con torri dagli abitanti. Distrutta di bel nuovo dai Longobardi, fu rialzata nel 626. La sua chiesa matrice fu trasformata in cattedrale poco dopo la metà del secolo X sotto papa Giovanni XIII; ma, due secoli dopo, quella sede vescovile fu trasferita da Eugenio III a Sora. Se ne impadronirono i duchi di Benevento, indi i principi di Capila, e successivamente i Normanni al principio del secolo XI. Arrigo VI la concesse, sullo scorcio del secolo seguente, all'abate di Mont.ecassino, al quale succederono i conti d'Aquino e di bel nuovo i conti di Capua e i Cantei mi.
Nel 1350 Atina fu quasi intieramente atterrata da un orrendo subitaneo terremoto che uccise la maggior parte degli abitanti. Rifabbricata nella prima metà del secolo XV,