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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
2'JO
l'arte Quarta — Italia Meridionale
Riconosciuto re di Napoli (1435-1458), contro i diritti degli Angioini, Alfonso I di Aragona, creò duca di Sora Nicolò Cautelino; ma Pietro suo successore fu costretto a cedere il possesso del ducato alla Santa Sede. Ite Ferdinando ratificò la cessione, ina pretese poi da Pio II la signoria già ceduta di Sora, la quale fu da ultimo data in dote, nel 1481, da Sisto IV alla sposa del Della Rovere, signore di Sinigaglia e prefetto di Roma, nipote di Sisto, e di tal modo il ducato di Sora passò nei Della Rovere, divenuti poscia ducili d'Urbino.
Non andò Sora soggetta ad altre peripezie, finche Gregorio XIII (1572-85) non la diede, dopo averla comprata per 55,000 lire dal duca d'Urbino, ai suoi congiunti Buoncoinpagni. Gregorio Buoncompagni, sposando nel 1G31 Ippolita Ludovisi, riuniva (1631-23) l'eredità di Gregorio XV a quella della famiglia Ludovisi di Bologna. Sul finire del secolo XVIII Sora fu ceduta al re delle Due Sicilie, ma senza il titolo di duca che è oggi rimasto al principe Ludovisi-Piombino di Roma.
11 24 luglio del 1G34 Sora fu scossa orribilmente dal terremoto, che atterrò la chiesa di Santa Restituta, la quale fu però subito riedificata con maggiore splendore.
Sora accolse il Cristianesimo fin dai suoi primordi, ed ebbe di buon'ora sede vescovile. Secondo l'Ughelli (Italia Sacra) fu suo primo vescovo Sant'Amasio nell'anno 272. Pio VII unì al vescovado di Sora le sedi e diocesi di Aquino e Pontecorvo.
Uomini illustri. — Molti ne vanta Sora così antichi come moderni, fra cui i seguenti: L. Pretore, messo a morte con altri duecento cavalieri da Siila, quale amico di C. Mario; Pisside, uomo consolare del Collegio degli Auguri; Q. Valerio, uno dei più eloquenti oratori romani, dottissimo in greco e in latino; L. Gallo, prode nelle anni, comandante degli eserciti romani ; Barea, console e quindi proconsole dell'Asia intiera, encomiato da Boezio nel libro De Consolatione, e fatto morire da Nerone, perchè, come scrive Tacito, con la morte di lui volle estinguere la virtù : virtutem ipsam exindcre concupivit; Quinto, medico insigne, confidente di Marc'Antonio ; i famosi tre Decii, che immolaronsi per la patria nelle guerre in favore dei Romani; Domizio Palladio, poeta di qualche grido, ricordato dal dotto Giraldi; P. Gianpaolo Cantelmo, duca di Sora, celebre pel suo valore; il cardinale Cesare Baronio, il Muratori della Chiesa, di cui scrisse gli Annali da Cristo al 119S, continuati dal Raynaldus e dal Tenier. Nacque in Sora, il 31 ottobre 1538, fu a scuola in Veroli, poi studiò in Napoli: in Roma divenne l'alunno più diligente di S. Filippo Neri, nel cui oratorio di Santa Maria in Vallicella stette come monaco. Fu fatto cardinale, e dopo la morte di Clemente Vili Ahlobrandini gli pendeva sul capo la corona papale, ma per nulla ambizioso ne cinse la testa al suo amico Leone XI Medici. Morì dopo due anni nel 30 giugno Hi07.
Di Sora erano ancora Albertino Carrara, gesuita, letterato e poeta, autore del Viaggio di Colombo alle Indie Orientali; l'altro gesuita Francesco Tuzii, raccoglitore instancabile delle memorie storiche della sua patria; Frate Antonio, francescano riformato, missionario in Oriente, ucciso nel 1718 dai Turchi; Orazio Cicerone, letterato, vescovo di Ferentino, morto nel 1603.
Ma il più degno di ricordanza fra tutti è Giuseppe Rosati, prete delle Missioni, che predicò il Vangelo nelle immense plaghe fra il Mississippi ed il Missouri, nell'America settentrionale. Fu, col titolo di vescovo di Tanagra, eletto coadiutore di monsignor De Bourg, vescovo della Nuova Orleans, quindi trasferito al vescovato di San Luigi ove, in 10 anni, compì opere maravigliose. Edificò chiese, fra le quali la celebre cattedrale di San Luigi, un Collegio pei Preti della Missione, un altro perla educazione di fanciulli nobili; fondò scuole pei fanciulli poveri, un Ospizio pei sordo-muti ed un ospedale capace di centoventi ammalati. Morì nel 1843.
Vuoisi, per ultimo, ricordare Vincenzo Simoncelli, attuale professore di diritto nell'Ateneo pisano, autore di coinmendevoli scritti, ed altresìi nomi di due lodati e viventi artisti, Luigi e Pasquale Fosca. Il primo, nato nel 1856, studiò nell'Istituto di Belle