Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno', Gustavo Strafforello
Pagina (244/423) Pagina
Pagina (244/423)
La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
244
l'arte Quarta — Italia Meridionale
passò in potere ilei Sanniti c quindi dei Romani, In seguito Cnjazxo fu posseduta da molti feudatari ora per successione ed ora per vendita col titolo di contea, lincili: passò da ultimo, con quello di marchesato, nella famiglia Corsi di Firenze che vi avevano, come abbiamo visto, un castello.
Cajazzo occupata dai Garibaldini e ripresa dai Borbonici nel 1S60.
Cajazzo venne in fama ai di nostri pei combattimenti fra l'esercito borbonico e le schiere di Garibaldi dopo ch'egli, con la sua marcisi vittoriosi sii Napoli, l'ebbe costretto a mirarsi, il ti settembre 18(10, sotto le fortificazioni di Capa ove si trincerò sulla sponda destra del Volturno appoggiando l'estrema sinistra a Cajazzo.
Garibaldi aveva ordinato pel 19 settembre mi'opeiazione importante la quale aveva un doppio scopo. In primo luogo, quale introduzione alle operazioni decisive sulla sponda destra del Volturno. dovevasi occupare Cajazzo ; in secondo luogo, risaputosi dici Borbonici disegnavano assalire, il di di San Gennaro, gii avamposti dei Garibaldini, yóll'vasi prevenire le loro mosse.
La divisione Medici, coi carabinieri genovesi, doveva iinpadiunirsi di Cajazzo e stabilirsi sulla sponda destra del Voltura®:; ma, non essendo ancora giunta sul luogo il 19, potè avanzarsi su Cajazzo soltanto il battaglione dei cacciatoli della brinata fclogna, sotto il comando del maggiore Cattabene.
o ni?? ro
Costui alla testa ili centocinquanta uomini, guadato il Volturno presso ti Scafa di Limatola, si avvi?» verso la città, clic ebbe subito ad occupare Senza ostacoli; ma poco dopo fu assalito da due compagnie del fi cacciatori, che vennero respinte dopo mezz'ora di combattimento. In quella scaramuccia, tranne pochi feriti, non vi furono limili né dall'iiiia nò dall'altra parte; se non che i Garibaldini che cercarono di fuggire, raggiunti da contadini, \enncro uccisi a colpi di scure.
Il Cattabene, vedendosi in pericolo per la vicinanza della truppa regia, mandò in fretta in Maddaloni per rinforzo. Lidie il 3a battaglione della divisione Medici comandato dal maggiore Vacchieri, che vi giunse la sera del 20; e altri duecento Garibaldini in siili alba del seguente giorno.
La mattina del 21 sctlenibre il tenente ('(donneilo borbonico la Uosa, che ne stava accampato in Piana di Cajazzo Col 0 cacciatori, min squadrone del 3° dragoni e quattro obici a schiena, udito l'aiuto lei Yacchiei'i ai Garibaldini, chiese soccorso al generale Colonna ; ed ebbe il tenente colon nello la Rocca col 4° cacciatori, due cannoni e uno squadrone di cacciatori a cavallo. Fra mezzodì, e la Iiosa, preso il comando del tulta, assalì Cajazzo per tre parti: una compagnia del (3 cacciatori dalla collina di sinistra, altra con due cannoni ila destra, ed egli per la via consolare ; ma, alle prime fucilate, la Uosa cadde ferito mortalmente in testa ai suoi, e prese il cornando la lincea. Soprag-giunsero intanto il generale in capo Rilucei con altri battaglioni c i prìncipi reali colili di Trèni e di Caserta, i quali eccitavano i combattenti con la promessa del bottino; e il liitucci spinse i suoi cinquemila nomini all'assalto della citlà. Il presidio di Cajazzo non annoverava che circa milleduecento Garibaldini, per la maggior parte trincerati nelle case e dietro le barricate. La lotta fu terribile ed ebbe la durata di cicca quattro ore; ina inline i regìi ripresero Caja/zo, che fu data a sacco e fuoco, segnatamente dai soldati dei battaglioni esteri mandati ni dopo il combattimento, sotto il comando del generale Vnn Meckel.
1 Borbonici ebbero cinquantun morti, oltre il tenente colonnello la Rosa e. il tenente Mass,velli del 4° cacciatori, e circa cento feriti. I Garibaldini ebbe») poco più di trecento morti e duccen o:reriladuc prigionieri e fonti, tra i quali il maggiore Cattabene, cinque ufficiali e due chirurghi e tutti furono menati nella fortezza di Capua. Il Cattabene ferito si era rifugiato con altri ilieliiflo Garibaldini nell'Episcopio, dove, furono salvati dal vescovo uions. Luigi Riccio e caddero prigionieri del capitano Alan de Rivera. Circa eiiiqueecnln Garibaldini col Vacchieri cercarono di mettersi in salvo, gnadando il Volturno presso Limatola ; ma, inseguiti dalla cavillici® nemica, altri furono fatti prigionieri, altri si allogarono nel fiume; e ì superstiti potettero ritornare a Maddaloni e a Caserta durante la successiva giornata.
La ripresa di Cajazzo inorgoglì i Borbonici i quali vantarono le prodezze dei conti di Traili e, di Caserta. « L'operazione di Cajazzo — disse .Garibaldi — pili clic un imprudenza, fu una mancanza di tattica militare, da paite di chi ne aveva il comando ».