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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   Cenni storici. — Nel 1731 l'imperatore Carlo VI conferì a Piedhnonte d'Alife il titolo di città e i residui delle sne mura inducono a credere che la sua fondazione risalga al medioevo.
   Uomini illustri. — Ludovico Paterno, poeta petrarchista, vissuto nel 1504-,scrisse la Mirzia e le Nuove l'iammc; canonico Giovanfraucesco Trutta, coevo ed emulo del Muratori, scrisse le Antichità Alifane; l'Occhibove, che fu coetaneo del Trutta, scrisse De canone sludiorum. Piedimonte diede pure i natali a Nunzio Tartaglia; Bartolomeo Giorgio; Giovanfraucesco Giorgio; Andrea Giorgio; Filippo di Francesco, autori di pregevoli opere, e ad Ercole d'Agnese, morto per la libertà nel 17'J'J.
   Cell. elett. e Dioc. Piedimonte d'Alife — P3 e T. locali, Str. ferr. a Telese.
   Ailano (1255 ab.). — A 267 metri d'altezza snl mare e a 21 chilometri da Piedimonte d'Alife, sopra una collina ameinssinia esposta a mezzodì, con territorio irrigato dal fiume Lete, proveniente dal Matese, e ferace di cereali, olio e pascoli. Vi sgorgano alenile sorgenti d'acque minerali, dalle quali esala nell'estate .un gas mefitico esiziale ai piccoli animali. Queste acque sono poco usate perei» mal conosciate.
   Coli. dott. iì Dioc. Piedimonte d'Alife — P2 e T. a Piaviscanina, Str. ferr. a Cajanello.
   Alife (3S06 ab.). — A 110 metri d'altezza sul mare e a 5 chilometri da Piedimonte, in clima non molto salubre, non lungi dalla sponda sinistra del Volturno e sulla strada che da Napoli, passando per Caserta e Cajazzo, conduce a Venafro e ad Isernia. Cattedrale e due chiese. Le mura, antiche in parte, formano un quadrilatero con un bastione ad ogni angolo ed una porti in ciascun lato. Presso la Cattedrale veggonsi gli avanzi di un teatro, di un anfiteatro, di quattro acquidotti e fuori del paese sepolcri antichi, fra i quali uno detto il Torrione e l'altro fuori porta di Napoli, ora monumento nazionale, che appartenne all'antica famiglia alifana Fabrione. Notevoli sopratutto le rovine delle celebri Terme costruite dal console Manlio Acilio Glabri» e ricostruite da Fabio Massimo.
   11 territorio, in pianura, bagnato dal Volturno e dal Tonino, è feracissimo in cereali, uve e legnini ed abbonda di selvaggiunie.
   Cenni storici. — Allifae, Allifantis era una città del Sannio, alle falde del monte Matese, presso lo frontiere della Campania, annoverata fra le città Campane da Plinio (iu, 5, 9) e da Silio Italico (vili, 537), ma qualificata espressamente da Strabone (p. 238) città sannitica. Che tal si fosse in un periodo primitivo non cade dubbio, posciachè noi la troviamo reiteratamente mentovata nelle guerre dei Roman! contro i Sanniti.
   Per tal modo allo scoppio della seconda Guerra Sannitica, nel 326 av. C., Alife fn una delle prime città che caddero in potere dei Romani, i quali però la perderemo in seguito, finché, nel 310 av. C., fu riconquistata da C. Marcio Rutilo. E di nuovo, nel 307 av. C., il proconsole Fabio riportò sotto le sue mura una vittoria decisiva sopra i Sanniti.
   Durante la seconda Guerra Punica il territorio d'Alife fu alternatamente attraversato od occupato (lai Romani e da Annibale, ma della città stessa non è fatta menzione. Strabone ne parla come di una delle poche città sannitiche che sopravvissero alle calamità della Guerra Sociale, e noi apprendiamo da Cicerone ch'essa possedeva un ampio e fertile territorio nella valle del Volturno e confinante, a q nel che pare, con quello di Venafro. Secondo il Liber Coloniarum (p. 231) i Triumviri stabilirono una colonia in Alife ed il suo grado coloniale, comechè non ricordato da Plinio, è confermato dall'evidenza delle iscrizioni, le quali attestano inoltre ch'essa continuò ad essere una città importante. Sotto l'Impero e sotto il regno (li Adriano fu arricchita di molti nuovi edilizi pubblici, di cui avanzano i ruderi sndilescritti. Gli Itinerari pongono Alife sulla strada diretta da Roma a Benevento per la via Latina, a 27 chilometri da Teano e a G'J da Benevento, ma quest'ultima cifra è manifestamente esagerata.
   Nella seconda metà del secolo IX Alife fu devastata dai Saraceni, nel 1138 da Ruggero re di Puglia e di Sicilia e, nel 1456, dal terremoto. Nel medioevo appartenne ai