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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   Moreonc, dal lato nord; Piediinnnte. d'Alilo, Capriati, Fonfegreca, Gallo, Letino, Prata, Ailann, Raviscanina, Sant'Angelo d'Alile, Valle Agricola, San Gregorio, Cusano, San Potilo, Gioia, Civitella, Caicchio, San Lorenzo, Cerreto, Guardia Sanframondi e Telese, dal lato sud. I baluardi più cospicui del Matese, per potenza, grandezza e popolazione, erano, al tempo dei Sanniti Pentii, le città d'Iscrnia ad ovest, di Bojano a nord, di Telese ad est e di Alife a sud.
   Le creste più alte del Malese sono nude e coperte, di nevi e di ghiacci sin nel cuor dell'estate e le meno alte sono d'ordinario vestite di selve. Ve n'ha talune da cui lo sguardo scorge sotto varii punti divedute la provincia di Campobasso, parte di quelle di Chieti, di Foggia, ili Benevento, di Avellino, di Salerno, il mare Adriatico, le isole Tremiti, il Vesuvio, la Campania e il golfo di Gaeta. Prima del sorgere del sole si vede il giorno nella provincia di Campobasso e nell istcsso tempo la notte in quella di Caserta. E insomma uno dei panorami più variati e più grandiosi d'Europa.
   Geologia. — Il gruppo del Malese è formato nella sua parte centrale e più elevata da una grande massa di calcare compatto, a stratificazione pochissimo inclinata, appartenente all'epoca cretacea; contiene in certa quantità fossili della famiglia delle ippiiriti ed altri. Nella parte periferica si hanno, specialmente a sud, dolomie e calcari dolomitici, pure cretacei ma alquanto più antichi; quindi, al nord, calcari eocenici con nummuliti e, in minore quantità, scisti argillosi e calcarci della medesima epoca. Tutto allingiro sono terreni terziarii più recenti ed anche quaternari!.
   La sua forma rassomiglia quasi ad un grande tronco di cono a base glittica. La sommità ha un circuito di circa 30 chilometri ed è divisa in molti bacini, dei quali il maggiore e il più basso è occupalo da un lago detto Iago del Malese, alto 1007 metri sul mare e con un perimetro massimo di quasi 12 chilometri, variabile secondo le stagioni: ordinariamente non ne misura più di 9 e la sua profondità è piccola. Altri bacini, asciutti e più elevati, portano i nomi di Campo di Siccine, Camporotondo, Campobraca e Piano Majuri.
   Il punto culminante del gruppo, il monte Miletto, ergesi verso la metà della parte settentrionale del recinto. Altre punte sono il Tainburro (1984 metri), la Gallinola (1922 metri), il monte Janara (1571 metri), la Serra Porcareccia (1501 metri), il monte Cappello (1380 metri) ed altri molti.
   Caverne. — Le caverne del Matese hanno fatto supporre che esso sia vuoto internamente. Infatti quando si percorra a cavallo, si sente rintronare sotto il terreno in più luoghi, segnatamente là dove schiudonsi le cavità di Curnpobraca, di Tornila, di Rifréddo e di Camporotondo. Cospicua fra tutte la prima di codeste caverne, in cui non si pone piede se non carpone per l'angustia dell'ingresso, ina la vòlta incomincia in seguito ad alzarsi con lunghe fughe, di tratto in tratto, di antri a foggia di sale, di portici, di cupole, di teatri e basiliche. Vi si veggono inoltre voragini, gorgogli, cascate d'acqua fredda, stalattiti. Internamente non vi si può rimanere a lungo a cagione del freddo intenso.
   Terminili. — Al dire di Giuseppe del Re, nella sua dotta opera : Descrizione topografica, fìsica, ecc. dei lì. Domimi al di qua del Faro, il Matese, al pari della provincia di Campobasso (detta Terra Tremante dal Bonito), fu sempre scosso dai terremoti, il più tremendo dei quali fu quello della sera del 26 luglic 1800, circoscritto a sud-ovest di Matese e a nord da porzione delle provincie di Foggia e ili Avellino. Il terremoto fu preceduto da varii fenomeni atmosferici e tellurici, otto Comuni furono quasi adeguati al suolo, quarantacinque più o meno distrutti e seimila circa creature umane rimasero morte o sepolte. Numerose furono le regioni colpite sì che formavano tntt'insieme un rettangolo lungo circa 60 chilometri da sud-ovest a nord-est, uno dei lati maggiori, il Matese, la cui superficie fu in varie parti spaccata e massi enormi rotolarono nelle valli