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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
Mandamenti e Comuni del Circondario di Caserta
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Il colle su cui sorge Sessa Aurunca è una massa di tufo vulcanico in cui furono scoperte camere dipinte, erroneamente credute appartenenti ad una città sepolta da un'eruzione vulcanica. Alcune case private hanno bell'aspetto e sono fornite di tutti i comodi Eranvi varii conventi dei due sessi ora soppressi, fra gli altri quello degli Agostiniani, di cui il superiore aveva il titolo di abate di Santa Croce e barone di Castropignano. Palazzo arcivescovile, Seminario e Liceo. Due ponti maestosi, uno a ridosso dell'altro, della lunghezza di 230 metri. Ospedale ed orfanotrofio, con rendita complessiva di circa 1S.000 lire. Il territorio produce viti, ulivi, frutta abbondanti e saporite, lino, cotone, ortaglie, cereali. Numerosi pascoli con bestiame bovino ed ovino, bufali, cavalli, molto cacio e selvaggina.
Acque minerali. — Scaturiscono nel territorio tre acque minerali; solforosa, solfo-roso-iodurata ed acidula. La solforosa ha la temperatura di 28 gradi e si adopera per bagni, la solforoso-iodurata ha la temperatura di gradi 13 e l'acidula di gradi 18; queste, oltre al servire pei bagni, si pigliano anche in bevanda.
Cenni storici. — Sessa Aurunca, città del Lazio, nel senso più ampio del termine, quantunque un tempo città principale degli Aurunci, non era antichissima e fu fondata nel 337 av. C. per avere gli Aurunci, incalzati dai Sedicini, abbandonato, come abbiamo visto, la loro città Aurunca, situata più in alto e a circa 8 chilometri a nord. Aurunca fu distrutta dai Sedicini e Suessa divenne la capitale degli Aurunci. Dopo la loro sconfitta per T. Manlio, nel 340 av. C., gli Aurunci si posero sotto la protezione di Roma da cui, non sappiamo per qual ragione, si sottrassero in seguito: forse la loro fedeltà, come quella dei vicini Ausoni di Minturno e di Vescia, era stata scossa dalla sconfitta dei Romani a Lautulae (ora passo eli Porle,Ila) : ma è chiaro che essi eransi in qualche modo tirato addosso il malcontento dei Romani ed avevano dato loro il diritto di trattare il loro territorio qual paese di conquista, posciachè nel 313 av. C. una colonia romana fu stabilita a Suessa, Era una colonia con diritti latini ed è ricordata fra quelle che nella seconda Guerra Punica dichiararonsi incapaci di somministrare il loro contingente agli eserciti romani. Ne fu punita dopo alcuni anni col raddoppiarle le contribuzioni.
È ricordata di bel nuovo nelle guerre civili di Mario e Siila in cui sposò le parti dell'ultimo, ma fu sorpresa ed occupata da Sartorio. Al tempo di Cicerone era passata nella condizione di municipio in virtù della Lex Julia e il grande oratore ne parla come di una città prospera e fiorenle in cui Antonio fece strage di un numero di prigionieri militari. Ricevette una nuova colonia sotto Augusto ed assunse perciò il titolo di Colonia Julia Felix Classica come leggesi nelle iscrizioni.
Molte altre iscrizioni porgono testimonianza che Sessa Aurunca continuò ad essere una città florida ed importante sotto l'Impero romano e ciò è confermato dalle sudde-scritte antiche rovine; ina non se ne trova menzione nell'istoria. Nò trovasi il suo nome negli Itinerari; ma dalle vestigia esistenti apprendiamo che eravi una strada antica, la quale diramavasi dalla via Appia a Minturno e proseguiva per Suessa e Teano, da cui continuava per Benevento.
La fertile pianura che stendisi dalle radici dei colli di Sessa al Garigliano ed al mare, nota sotto il nome di Demanio di Sessa, ò l'antico Ager Vescinits, cosidetto dalla città Ausonia di Vescia, la quale pare fosse distrutta di buon'ora.
Sessa, surta sulle rovine di Suessa, divenne dominio dei papi e nel 1229 v'imperava Gregorio IX, e nella seconda metà del medesimo secolo, quando Clemente IV diede a Carlo I l'investitura del reame di Napoli, Sessa divenne città regia e segui le sorti degli Angioini, successori dei Normanni e degli Svevi.
Giovanna I la diede, nel secolo successivo, come ducato al conte di Squillace, e Pio II, stringendo il matrimonio di suo nipote Antonio Piccolomini con la nipote di Ferdinando I, si adoperò in modo che Sessa fu compresa nella dote. Ferdinando 1, re di