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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   20 i
   Pai te Quarta — Italia Meridionale
   pericolosa del continente. Intorno al porto stendesi pittorescamente in semicerchio la piccola città di Santa Maria, detta per solito semplicemente la Città, con edifizi discretamente belli. Una quantità di grotte nel tufo serbano la memoria di popolazioni estinte da lungo tempo. Una di queste grotte antiche servì in addietro di prigione a circa cinquecento condannati, i quali trovarono poi un'abitazione più umana nel castello quadrato e a tre piani sulla cosidetta Punta della Madonna.
   Sotto il castello — annoverato già fra le fortezze di terz'ordine, coinè Capri. Ischia e Baja — sta l'umile parrocchia. Una galleria sotterranea, simile a quella di Posil-lipo, conduce a Cluaja di lama, nella parte occidentale dell'isola, e serve di scolo all'acqua piovana. Parecchie grotte tennero le veci di cantine ed altre, accessibili soltanto in barca, s'ebbero il nome di Bagni di Pilato. Il tetto lastricato di parecchi magazzini serve di pubblico passeggio. A sud della suddetta cittadetta un'erta conduce al culmine dell'isola, al monte della Guardia, alto 283 metri sul livello del mare in cui piomba quasi a perpendicolo e in vetta al quale vigilava, in altri tempi, una guardia per sorvegliare l'appressarsi dei pirati.
   Il lato nord del porto è confinato dalla cala di Santa Maria, la maggiore comecché assai piccola spianata di Ponza. Più a nord, nella cala dell'Inferno, sgorga l'unica sorgente dell'isola con vestigia di un acquedotto romano. Sulla costa nord-ovest, nella cala Caparra e nella punta delle Fonie, gli abitanti dimorano nelle grotte scavate nel tufo imbiancate, pulite, asciutte, calde nel verno e fresche nell'estate. Pochi soltanto sono pescatori e la più parte agricoltori che non lasciano mai lisola, coltivata egregiamente.
   L'isola di Ponza, osservali Mercalli, doveva essere assai più estesa in addietro; 1 isolotto di Cavi in fatti che ergesi a nord dell'isola, formando il punto del predetto i e parecchi scogli pittoreschi che la ricingono da ogni lato, costituiti da roccie identiche a quelle dell'isola vicina, mostrano evidentemente di essere stati staccati da essa per l'azione demolitrice del mare e degli agenti atmosferici.
   Zannone.— L'isola Zaimone (Sìnonia), a 6 chilometri circa da quella di Ponza, è un quadrilatero di forma irregolare col diametro massimo di chilometri 1 '/a e minimo di 600 metri, ed è quindi la più piccola delle tre. Nell'evo medio ebbe anche il nome di Isola Santa Maria perchè i monaci Benedettini di Gaeta vi avevano edificato un cenobio e una chiesa sacra alla Vergine Maria. Ora non è abitata che dalle famiglie che attendono al servizio del Faro. La superficie è formata da dite aspri monticeli?, di cui il maggiore a 184 ni., separati da una sella assai profonda ; le sporule scoscese sono circondate di scogli. Ora Zannone è una succursale di Ponza che provvede di legna e di pascoli pel bestiame ovino e bovino. Durante la Guerra Continentale fu un pingue pascolo per ingrassare gli armenti che provvedevano di roast-beef e di beef-steack la squadra inglese.
   Pdlmarola. — Palmarola (Pahnaria) è un'isola assai simile a quella di Ponza per la costituzione geologica e per la configurazione allungata e stretta. Ila una lunghezza di 2500, metri e una larghezza media di 400 metri. Non ha popolazione stabile, sì soltanto alcuni coloni Ponzesi dimoranti nelle grotte che vi tengono a pascoli piccoli greggi e vi fanno legna. Nel medioevo i monaci cisterciensi vi edificarono una chiesa e un convento di cui non sopravvanzano che i ruderi.
   Straordinariamente dirupata e rocciosa, cinta ognintorno da scogli e da un mareggio violento, Palmarola non è accessibile che da pochi luoghi e nel mezzo, fra la due cale, la Forcina ed il Porto, così bassa ed angusta che fu bisogno scavare un canale pelle barche. I monti rocciosi sono alberati e dal lato ovest, più selvatico, principalmente hanno un aspetto sommamente romantico e pittoresco. Quantunque i fichi inselvatichiti porgano testimonianza di antica coltivazione, l'isola, sì pel terreno roccioso e sì per la mancanza d'acque, è ora incoltivabile.