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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   la loro sconfitta nella Campania,- A quel tempo non era però una città latina ina apparteneva agli Ausoni, i quali pare fossero allora alleati coi Latini e i Campani, Imperocché narra Livio che nel 3 1 av. 0. eranvi tre città degli Ausoni (Annona, Min-turno e Vescia) ch'eransi dichiarate avverse ai Romani dopo la battaglia ili Lantulae (ora l'asso di Portella descritto più sopra), ina tornarono in poter loro mediante le mene di alcuni giovani patrizi e gli abitanti furono passati inesorabilmente a fil di spada (Liv., ix, 25).
   Non molti anni dopo, nel SÉfi av. C., una colonia romana fu stabilita a Minturuo nell'istesso tempo di quella di Siuucssa (ora Mondragono, come abbiamo visto) un po'piti giù, lungo la costa : erano ambedue della ( lasse detta Cotonine Muritimae coi diritti di cittadini romani ed erano ovviamente destinate a mantenere e ad assicurare le comunicazioni dei Romani con la Campania. Durante la seconda Guerra l'unica, Militare» e Sinuessa furono fra le colonie (die sforzaronsi, ina indarno, di esimersi dall'obbligo di somministrare soldati all'esercito romano; e di nuovo durante la guerra con \ntioco (191 av. C.) ritentarono la prova, ma col medesimo mal esito.
   Minturno era situata sulle sponde di un'ampia palude che ne rendeva l'aria insalubre, ma la sua situazione sulla gran via Appli contribuì a mantenere la sua prosperità: e sembra fosse già sotto la Repubblica quel che divenne al fermo sotto l'Impero, mia città florida e popolosa.
   Neil'88 av. C. fu la scena della classica avventura di Cajo Mario, il quale, fuggendo por mare da Roma dalle mani di Siila, fu costretto a sbarcare alla foce del Garigliano. Ei tentò in prima nascondersi nelle cauneggiole della palude, presso il litorale; ina. scoperto e tratto fuori, fu condotto 111 prigione per ordine dei magistrati di Minlurno che inviarono 11110 schiavo con ordine di metterlo a morte. Uomo audes uccidere Cajvm Marim»? (Oserai tu uccidere Caio Mario?), disse questi con dignitosa fierezza e lo schiavo rimase così conquìso dalla maestà del vecchio e famosissimo generale, che non potè compiere il mandato; e i magistrati allora risolsero di mandar via Mario, imbarcandoli sopra una nave die lo trasportò iu Africa.
   Poco più sappiamo di Minturno sotto la Repubblica, quantunque, per la suddetta sua situazione sulla via Appia, essa sia reiteratamente mentovata per incidenza da Ciceroni-. Essa conservò sempre il titolo di colonia; ma ricevette nuovi coloni sotto Augusto e di bel nuovo posteriormente sotto Caligola. Anche nelle iscrizioni porta il titolo di colonia; e nonostante la sua insalubrità, a cui allude. Ovidio, chiamandola Mintnrnae !yraves, pare continuasse durante l'Impero romano ad essere una città florida ed importante. Oltre che dalle numerose iscrizioni, la sua floridezza ed importanza è attestata dalle rovine del grandioso acquedotto, del vasto anfiteatro, ecc., di cui abbiamo detto più sopra. Tutti questi avanzi stanno lungo la sponda destra del Garigliano, ina. al dire di Plinio, la città stendevasi sulle due sponde del fiume e certo è che il suo territorio comprendeva 1111 tratto ampissimo lungo queste due sponde.
   Ignoto è il periodo della distruzione di Minturno; noi la troviamo ricordata in Procopio quale una città e, a quel che pare, fortificata, ma al principio del medioevo se ne smarrisce ogni traccia e probabilmente essa fu distrutta dai Longobardi 0 dai Saraceni. (!li abitanti pare si ritirassero a Traetto (ad Trajectum, dal traghetto 0 passaggio del Garigliano), già feudo dei Carata, a cui fu restituito ai dì nostri il nome classico di Mi>ìturno.
   Coli, elett. Sessa Aurunca — Dioc. Gaeta — P T., Str. ferr. e Scalo marittimo.
   Castelforte (3376 ali.). — A 156 metri di altezza, in colle, a 10 chilometri da Min-tiiriio, a 11 dal tirreno ed 111 vicinanza del Garigliano, con territorio pianeggiante in parte e producente cereali, olio e vino. Antica torre altissima, dì pietre quadrate ed altra consimile nel villaggio di Ventosa. Opera pia per doti,