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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Ciaela
   197
   Aperte due larghe breccie si stava apparecchiando l'assalto pel giorno 20, quando il 18, alle 3 pomeridiane, due bandiere bianche sventolarono sulle breccie ili segno di dedizione. L'assedio era durato 5 mesi, dal 13 febbraio al 18 luglio; durante 1 intiero assedio la fortezza scagliò 100,000 fra palle e bombe e gli assedianti 400,000. Rimasero uccisi 000 Napoletani e 1100 Francesi.
   L'S agosto del 1815, le truppe napoletane ed austriache ripigliarono con poca difficoltà Gaeta e d'allora in poi i Borboni diedero mano ad accrescerne le difese. Ferdinando II vi versò tesori, triplicando le artiglierie, rinforzando le antiche opere fortificatorie, costruendo nuove polveriere, casematte, quartieri grandiosi, ospedali e spianando, come già abbiamo detto, il colle detto di iMontesecco che sorgeva in prima a mezzo all'istmo e che nel 180G aveva abilitato gli assedianti ad inoltrarsi sino a 400 metri dalla piazza.
   Ricorderemo da ultimo che il 25 novembre del 1S48, Fio IX, l'uggito il giorno prima da Roma, riparò in Gaeta, tenendo conferenze sino al settembre del 1849, con cardinali, principi, diplomatici ed invocando l'intervento francese.
   Assedio e presa di Gaeta pei generale Claldini.
   Ma l'assedio e la presa più rinomata di Gaeta furono quelli dell'esercito italiano, nel 18G0-61, sotto il comando del generale Cialdini, al quale in memoria del fatto fu poi dato il titolo di Duca di Gaeta. Descriviamoli un po' per disteso.
   Sconfìtto l'eserrito borbonico sul Volturno ed occupata Mola di Gaeta (ora Forinia) dal generale DeSonnaz, l'esercito italiano si accinse alla difficile impresa della conquista di Gaeta ove Francesco li (ora defunto) e l'intrepida sua moglie eransi rinchiusi con gli avanzidclloroesercito.il quale, comecché assai assottigliato, eraperò sempre soverchio per la fortezza si clic una grossa parte si ridusse per Itri nello Stato pontificio.
   Nel novembre del 18G0 le regie truppe italiane assedianti spiegaronsi da Mola sino a Montocristo per investire intorno la piazza dalla parte di terra. Fu questo il primo assedio in cui speriinentaronsi in vaste proporzioni le artiglierie rigate secondo il sistema del generale senatore Giovanni Cavalli, di Novara, morto nel 1879 a Torino, e clic sin dal 18G0 aveva fatto fabbricare cannoni a retrocarica.
   Nella notte del 1 all'8 gennaio 1801 furono smascherate lutti le batterie e la mattina dell'8 ebbe principio il cannoneggiamento generale con 56 a GO pezzi. La piazza, uopo e dirlo ad omaggio del vero, rispondeva gagliardamente al fuoco delle nuove batterie lanciando projettili d'ogni fatta, senza interruzioni e con tale una precisione che si sarebbe detto il fuoco di un rampo di esercizio. Dall'una e dall'altra parte si combattè valorosamente e il duello tremendo allora soltanto ebbe fine quando il vascello ammiraglio della squadra francese segnalò che la fortezza aveva accettato la sospensione d'armi Ma la metà del gennaio fu decisiva per essa. Il 19 la squadra francese abbandonò il golfo di Gaeta e con la sua dipartita la piazzai isolata e con mezzi limitati, mal poteva lottare a lungo con gli assedianti che disponevano di mezz.i infiniti e rinnovabili.
   Questi ultimi frattanto avevano piantalo molle grosse batterie davanti al fronte di terra e poslo in posizione 150 cannoni. L'ammiraglio Persane (di cui la gloria acquistata a Gaeta doveva poi naufragare miseramente a Lissa) dichiarò il blocco il giorno 22 c si schierò con quattordici navi davanti d fronte di mare.
   Alle 8 del mattino ebbe principio II bombardamento e due fregate, con due cannoniere della squadra italiana, rimasero danneggiate si clic il Persami ordinò loro di ritrarsi dal tiro della fortezza. Furono però sbarcale molte grosse artiglierie di marina con gli artiglieri e tante munizioni che ogni cannone poteva scagliare mille colpi. Durante la notte del 31 gennaio ricominciò il cannoneggiamento da ambe le parti ; ben 2000 bombe furono scagliate in una notte nella città in rovina, ma le fm lificazioni, quantunque assai danneggiate, non furono però distrutte.
   Il bombardamento continuò mentre il tifo menava strage in Gaeta e il 4 febbraio scoppiò una polveriera di riserva all'estremità meridionale della batteria Philipstadt. Il giorno 0 poi una bomba