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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
Mandamenti e Comuni del Circondario di Caserta -170
fu molto adoperata nel 1815 dai Tedeschi. È valevole nella cura delle ostruzioni viscerali, degli ingorgili ghiandolari, delle lenti angiviti e degli sconcerti nella mestruazione. Gli avanzi di alcuni antichi edilìzi, detti il Bagno Nuovo, sono sono ancora visibili. Di queste acque scrisse Plinio: Sterilitatem foeminarum et virorum insartiam abolere produntun.
Cenili storici. — Teanum, detta alle volte per distinguerla Teanurn Sidicinuni, era Un'importante città della Campania sulla via Latina, fra Cales (Calvi) e Casinum (Montecassino). Essa era perciò la città di contine della Campania com'era compreso codesto termine sotto l'Impero romano ; ma Teano in origine non era punto una città Campana, sì la capitale della piccola tribù indipendente dei Sidiciui. Il perchè la sua storia, prima della conquista romana, è identica a quella dei Sidicini, dei quali giova qui toccar due parole.
I Sidicini e Teano antica. — Confinavano coi Sanniti e i Campani. Al tempo dei geograti già erano scomparsi come popolo od assorbiti nella denominazione generale di Campani (Strab., v, pag. 237), ma in un periodo primitivo erano un popolo al tutto indipendente. Loro città principale era Teanum, sul pendìo orientale ili Iìoccaniontina, ma in un periodo estesero grandemente il loro domìnio più oltre a nord e su per la valle, del Liri, posciachè leggiamo che il territorio di Fregeliae (presso Ceprano nel Lazio) era lor sottomesso prima che ne fossero spodestati dai Volsci (Liv., vut, 22). Chiaro è però che questa estensione dei loro confini fu ili breve durata o ad ogni modo era cessata prima della loro comparsa nell'istoria. Strabene dice espressamente che i Sidicini erano una tribù osca e ciò è confermato dalle monete esistenti tuttora di Teano le quali hanno iscrizioni osche. Essi erano perciò strettamente affini alle vicine tribù dei Campani a sud, degli Aurunci e degli Ausoni ad ovest. Quindi Virgilio nell'viu ilel-YEneide associa gli abitanti delle pianure Sidicine (Sidicina acquarci) agli Aurunci e agli abitanti dì Cales o Calvi. Quest'ultima città è assegnata da Silio Italico ai Sidicini, ma ciò è contrario a tutte le altre autorità.
II nome di Sidicini occorre primamente nell'istoria nel 343 av. C. quando furono assaliti dai Sanniti ed, incapaci ad opporr® resistenza a questi nemici formidabili, ebbero ricorso ai Campani, i quali inviarono in loro aiuto un esercito che fu però facilmente sconfitto (Liv., vii, 29, 30). Minacciati alla loro volta dai Sanniti, i Campani invocarono l'aiuto di Roma.
Durante la guerra che ne seguì (la prima Guerra Sannitica) noi perdiamo affatto di vista i Sidiciui, ma nel trattato che pose fine ad essa (nel 341 av, C.) fu particolarmente stipulato che fosse lecito ai Sanniti proseguire i loro disegni ambiziosi contro codesto popolo (Liv., xiii, 1, 2).
Abbandonati per tal modo dai Romani al loro destino, ì Sidicini ricorsero ai Latini (che stava usi ora separando apertamente dai Romani) e ai Campani, sì che ì Sanniti furono costretti a smettere una seconda volta l'assalto contro questo piccolo popolo per far fronte ad una più potente coalizione. È evidente che i Sidicini presero parte, quali alleati dei Latini e dei Campani, alla guerra che ne seguì; ina noi non conosciamo le condizioni che ottennero nella pace generale del 338 av. C. Certo è però ch'essi conservarono la loro indipendenza, dacché noi li troviamo immediatamente dopo in guerra per loro proprio conto coi loro vicini, gli Aurunci. I Romani presero la difesa ili questi ultimi ma, anzi che potessero scendere in campo, gli Aurunci furono costretti ad abbandonare la loro antica città che fu distrutta dai Sidicini, e a ritirarsi a Sinuessa (Liv., vili, 15).
Gli Ausoni di Cales erano stati indotti in questa occasione a far causa comune coi Sidicini ma le loro forze combinate furono facilmente sgominate dai consoli romani. Cales cadde poi tosto nelle mani di questi ultimi; ma, quantunque il territorio dei Sidicini fosse invaso dai consoli del 332 av. C. che vi posero i loro quartieri d'inverno