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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   declamatorie intorno al lusso e alla raffinatezza dei Capuani che vuoisi sopravvan-zasse quella degli stessi Sibariti; ma non ci hanno tramandato notizie topografiche della città stessa.
   Secondo il Pratilli ( Via Appia) Capua aveva una circonferenza di 8 a 9 chilometri e sette porte, il luogo della più parte delle quali si può sempre determinare. Il nomo di Porta Jovis ci fu preservato da Livio, ina senza indicare la sua situazione; essa schiudevasi probabilmente nel lato est della città dirimpetto al monte Tifata ove sorgeva il già citato celebre tempio di Giove. La situazione delle porte VuUurtienm, Atellana e Cumana, ricordate nelle iscrizioni, è bastantemente indicata (lai loro nomi rispettivi. Gli avanzi ili un arco trionfale sono sempre visibili presso il suddescritto anfiteatro e quelli di un altro arco sussistettero sino alla metà del secolo VII. Sonvi anche vestigia di un teatro, la cui esistenza è attestata anch'essa da un'iscrizione. Afferma Svetonio che Capua, a somiglianza di molte altre città dell'Impero romano, aveva il suo Campidoglio eretto dalla colonia di Cesare e dedicato a Tiberio, in cui sorgevano i tempii di Apollo, di Giove Tonante e di Diana; e nella città ergevansi — secondo si congettura — gli altri tempii di Venere a est del Foro, di Cerere, di Nettuno, di Pallade, della Vittoria, di Bacco, di Nemesi, (l'Iside, di Serapide e di Augusto.
   Eranvi le Curie, un Circo (nel giardino Masucci), un altro Circo (nel giardino Pugliese), il Foro dei Nobili e quello del Popolo, ov'è il mercato. Vi si vede ancora il crittoportieo, o pubblico passeggio che doveva essere a due piani e dipinto nella vòlta e nelle mura, Il Teatro suddetto era presso la Cavallerizza e il suo proscenio fu restaurato da Lucio Peculiare, secondo ritrassi da un bassorilievo offerto in voto al Genio del Teatro espresso in figura di un serpente. Apprendiamo da Cicerone che Capua, per la sua situazione in pianura perfetta, era sparsa sopra un'ampia distesa di terreno, con ampie strade e case basse. Due di queste strade o piazze (piatene), dette Seplasia ed Albana, erano particolarmente rinomate e pare fossero le più frequentate e le più affaccendate della città. La prima era occupata in gran parte dalle botteghe dei profumieri (unguentarti'), commmereio così cospicuo a Capua che i più raffinati fra i Romani vi facevano le loro provviste.
   L'acquidotto costruito da Augusto e noto col nome di Aqua Julia (rinnovato modernamente, come abbiamo visto, col nome di Condotto Carolino), era una grand'opera e formava l'orgoglio di Capua per la sua magnificenza del pari che per la sua utilità.
   Nel periodo della sua grande prosperità e potenza, Capua possedeva un ampio territorio che stendevasi apparentemente sino alla foce (lei Volturno. Di esso la porzione a mezzodì di codesto fiume andava distinta col nome di Ager Campanus, qual territorio proprio della città, mentre quello nel lato settentrionale del Volturno addi-niandavasi Falernus Ager, nome dato alle volte alle intiere fertili plaghe fra il Volturno e le montagne che chiudono la pianura a nord ; ristretto alle volte alla porzione occidentale di codesto tratto, alle falde dei colli Massicani ; mentre la porzione orientale della pianura appiè del monte Callicola stendentesi da Cales (Calvi) a Casilinum (Capila Nuova) chiamatasi Campus Stellatis.
   Le ville e i casini dei Capuani, sorgevano sul monte Tifata. I sepolcri erano schierati lunghesso le strade. Parecchi villaggi dovevano circondare Capua come si rileva dai ruderi. L'odierna Casapulla (che troveremo più oltre) era per avventura il tempio di Apollo. Casagiove, detta in prima Casaiove, essere doveva l'antico borgo di Giove (Pagus Jovis). Credesi inoltre, ma senza indizi sicuri, che un villaggio, o tempio delle Muse, fosse eretto a Musicile e quello di Marte nel borgo detto nell'evo medio Mar-tianisium, ora Marcianise. Il tempio di Castore e Polluce era a San Leu ciò, e a Sant'Erasmo quello di Mercurio. Il borgo ed il tempio d'Ercole trovavansi nel luogo detto Recale. Il tempio di Venere, in cui venera va tisi per avventura le Grazie, sorgeva l'orse a Grazzanise ; e il borgo di Cerere credesi fosse a Casa Cellula.