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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
Mandamenti e Comuni del Circondario di Caserta
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da Annibale, niun tentativo pare fosso fatto contro la città stessa. Essa ebbe però a soffrire siffattamente dalle devastazioni della guerra che nel 200 av. G. fu una delle dodici colonie che dichiararonsi inabili a somministrare ulteriori soccorsi di nomini o di danaro e fu punita per conseguenza coll'imposizione di più gravi contribuzioni.
Ai tempi di Cicerone Cales era evidentemente una città florida e popolosa e per questa od altra ragione godette del favore e della protezione speciale del grande oratore. Egli la chiama un municipio e conservò il medesimo grado sotto l'Impero Romano; la sua continuata prosperità è attestata da Strabène, il quale dice Cales ima città ragguardevole quantunque inferiore a Teanurn. del pari che dalle iscrizioni e dagli avanzi esistenti: ma l'istoria non ne fa più menzione. Fu patria di M. Vinicio, genero di Germanico e protettore di Vellejo Patercolo.
Cales era situata sopra un tronco della via 'Latina che conduceva, direttamente da Teanitm a Casilinum (Capua) e raggiungeva ivi la via Appia: distava più (li 8 chilometri dalla prima e più di 11 dalla seconda. Andava debitrice in gran parte della sua floridezza alla fertilità del suo territorio, annesso immediatamente al celebre Falernus ager ed era appena inferiore a quel distretto famoso pel suo vino Falerno.
Un distretto così fertile non poteva non essere agognato e noi troviamo che, oltre l'originale colonia romana, una gran parte del territorio di Cales fu reiteratamente distribuita a nuovi coloni: in prima al tempo dei Gracchi, e successivamente sotto Augusto. Cales era anche rinomata per la fabbricazione degli strumenti agrari e di una specie particolare di terraglie dette Calenue (Lalla loro origine. Aveva altresì 1111 collegio di Augustali.
Nell'anno 870 Cales cadde in potere dei Saraceni i quali la distrussero intieramente; ma fu riedificata pochi anni appresso da Atenulfo, conte, dì Capua, finche se ne impadronirono i Normanni. Riccardo, principe di Capua, la restituì alla sua Chiesa episcopale in un col castello di San Maurizio, detto la Rocchetta. Il 9 dicembre 1798 se ne impadronirono i soldati della Repubblica francese dopo sconfitti i Napoletani.
Coli, elett. Capua — Dioc. Calvi Risorta — P2 locale, T. e Str. ferr. a Pignataró Maggiore.
Camigliano (1745 ab.). — All'altitudine di 73 metri e a 4 chilometri da Fignatarf Maggiore, in pianura amena e feracissima principalmente di vino, olio e frutta; vi abbondano anche i gelsi e ì pascoli ubertosi.
Coli, elett. Capua — Dioc. Calvi Risorta — P2, T. e Str. ferr. a Pignataró Maggiore.
Giano Vetusto (935 ab,). — A 270 metri di altitudine, e a 5 chilometri da Pignataró Maggiore, sopra una collina. Vuoisi derivi il nome da un tempio antico sacro a Giano di cui scorgonsi ancora le vestigia. Territorio ricco di viti, ulivi e di alberi da frutta.
Coli, elett. Capua — Dioc. Capua e Teano — P2, T. e Str. ferr. a Pignataró Maggiore.
Pastorano (1576 ab.). — A 65 metri di altitudine e a 3 chilometri da Pignataró Maggiore, alla base di un colle. Il territorio è fertile di cereali, ulivi e legumi.
Coli, elett. Capua — Dioc. Calvi e Teano — P2, T. e Str. ferr. a Pignataró Maggiore.
Rochetta e Croce (828 ab.). — Il primo sorge all'altitudine di 463 metri, a 10 chilometri da Pignataró Maggiore, su di uno sperone del monte Maggiore ; l'altro a metri 591 sullo stesso monte, con territorio fertile in vari prodotti e scarsi pascoli.
Acque minerali. — Fra il Comune di Rochetta e Croce e quello di Riardo sten-desi una pianura con tre vasche naturali nelle quali spiccia con tre polle un'acqua minerale detta delle Ferrarelle. E acidulo-ferruginosa della temperatura di gradi 17.50 e fu analizzata dal La Pira. Fu trovata giovevole contro le atonie viscerali, le emorragie e le debolezze. L'acqua della vasca più piccola si piglia in bevanda e per bagno quella delle due altre. Sono frequentate, ogni anno da circa mille accorrenti.
Coli, elett. Capua Dioc. Calvi e Teano — P2 a Calvi, T. a Sparanise, Str. ferr. a Riardo*