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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
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l'arte Quarta — Italia Meridionale
importanza qual posizione militare come custode principale del suddetto ponte sul Volturno, fiume rapido, profondo e non guadabile, e come tale ebbe una parte importante nella seconda Guerra l'unica.
Nella campagna del 217 av. C. fu occupata da Fabio con una forte guarnigione (composta principalmente di Latini da Preneste e di Etruschi da Perugia) la quale, quantunque comprendente soltanto appena un po'più di cinquecento combattenti, ebbe il coraggio di affrontare le forze di Annibale e tenne il fermo contro un assedio prolungato finché fu costretta da ultimo ad arrendersi per fante. In quest'occasione, dice Livio, che Casilino era diviso in due parti dal Volturno e che la guarnigione, dopo aver posto tutti gli abitanti a lil di spada, occupò soltanto la parte situata sulla sponda sinistra del fiume: partem urbis quae cis Vullurnum est; essendo questa infatti la fortezza naturale formata da un acuto gomito del Volturno.
Casilino fu ricuperato nel 214 av. C. dai Romani, però solo la parte che trovavasi a destra del Volturno, perchè quella verso Caputi, cioè a sinistra del fiume, fu distrutta dai soldati Prenestini; e da quél tempo più non se ne legge sino al periodo delle guerre civili. Sembra che Cesare vi deducesse una Colonia di veterani, i quali, dopo la sua morte, furono, con quelli stanziati a Calatia (Cajazzo), i primi a dichiararsi in favore del suo figliuolo adottivo Ottaviano. La colonia pare fosse rinforzata da M. Antonio, ina non conservò i suoi diritti coloniali, e la città stessa pare andasse in decadenza, cotalchè, sebbene Strattone l'annoveri fra le città della Campania, Plinio Secondo ne parla però come volgente rapidamente a rovina ai dì suoi in questo modo: morientis Casiiini reliquiae.
Essa continuò pera ad esistere durante tutto l'Impero Romano posciachò noi troviamo il suo nome così tu Tolomeo (in, 1, § 68) come nella Tavola Peiitiugeriana. 11 periodo della sua decadenza finale, o distruzione che dir si voglia, è incerto ; ma nel secolo IX 11011 vi era alcuna città sul luogo, quando i cittadini di Capita, dopo la distruzione della loro propria città neH'844, stabdironsi prima in Sicopoli e poi nel sito di Casilino a cui trasferirono il nome di Capua ch'essa conservò e conserva tuttora. Di ciò tratteremo più per disteso sotto Santa Maria Capua Vetere, la Capua antica. L'importanza del ponte sul Volturno e le facilità per la difesa furono probabilmente le cause di questo trasferimento e del divenir che fece poi Capita una fortezza di prime ordine.
Capua odierna fu fondata sulla sponda sinistra del Volturno nell'856 dal conte Landone, longobardo. (Nella costruzione della strada ferrata si rinvenne una quantità di tombe piene di vasi dipinti e taluni tirreno-fenicii). Fu assediata e presa ueIl'8S9 dal conte Guido di Spoleto; l'8 maggio dell'800 riuscì vincitrice contro Napoli e Salerno; e nell'866 fu di bel nuovo presa, dopo tre mesi di assedio, dal duca Lamberto di Spoleto. Nett'872 fu testimonio di una vittoria sanguinosa dei Franchi contro i Saraceni e fu poi infruttuosamente assediata nell'879 dai Salernitani ; nell'885 dai Napoletani e nel 969 dai Bizantini.
Nel 1022 l'arcivescovo Pilgrint di Colonia tolse per l'imperatore Arrigo II, Capita al principe Landolfo IV, il quale la riconquistò nel 1026 coll'aiuto dei Normanni e dei Greci, dopo un assedio di sei mesi. Nel 1062 Riccardo, conte normanno di Aversa, tolse al principe Landolfo V l'intiero principato; e nel 1091 t Capuani espulsero ì Normanni, ma nel giugno del 109S furono costretti ad arrendersi dopo tre mesi di assedio a Ruggero, duca ili Sicilia e a Ruggero, duca d'Apulia.
Nel 1191 il conte Riccardo d'Acerra strappò Capua ai Tedeschi; nel 1326 fu qui vincitore quel Gualtiero di Brienne che fu il (luca d'Atene a Firenze, assediata nel 1421 dal famoso capitano di ventura Braccio da Montone, e il 25 luglio 1501 fu presa e saccheggiata orribilmente da Cesare Borgia, il Valentino, luogotenente del re nell'esercito francese sotto il comando del D'Aubigny. Questo evento memorabile merita qui due parole.