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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Caserta
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   Nò è a tacersi infine dell'antico Seminario, della Casa di pena, del Manicomio giudiziario e del Ginnasio-liceo pareggiato.
   Fra i prodotti agrarii del territorio di Àversa primeggia il suddetto vino Asprino di cui cantò il Medi nel famoso Ditirambo :
   Quel rì'A versa acido Asprino Glie non so s'è agreste o vino. Si vende spesso come Sciampagna in Italia e in Levante. L'industria annovera fabbriche di torrone di una qualità speciale, di cappelli, di candele di cera, di cioccolatte e confetti, di paste alimentari, di salumerie, di latticini speciali detti mozzarellel di saponi. Vi sono inoltre varie tipografie, librerie, negozi di panni, ecc.
   Cenni storici. — Aversa fu la prima città posseduta dai Normanni ai quali fu concessa dal duca Sergio di Napoli per l'aiuto che gli avevan prestato, nel 1027, contro il suo nemico Landolfo IV di Capua. Il capo dei Normanni, Rainolfo, la cinse di mura e ne formò una contea indipendente. Suo figlio Riccardo I s'impadronì di Capua e di Gaeta e in seguito dell'intiera Campania, pigliando il titolo di conte di Liburia e signore della Campania.
   Alla morte ili Riccardo II la città venne in potere di Ruggiero che, nel 1135, la fece incendiare per la fellonia di Roberto II principe di Capua. Dopo la sua riedificazione fu di bel nuovo, se non arsa, devastata da Ludovico 11, re d'Ungheria dopo la tragedia seguente.
   Nel castello d'Aversa, Andrea d'Ungheria, marito della regina Giovanna I, fu assassinato, il 21 agosto del 1345, fra oi ribili martirii ; ma tre anni dopo, suo fratello, il suddetto Ludovico re d'Ungheria, imbandì nel medesimo castello un grande banchetto a cui invitò tutti i principi e i nobili che avevano preso parte all'assassinio del fratello, fra i quali Carlo di Durazzo, ch'ei fece sgozzare sotto ì suoi occhi e gettarne il cadavere nel luogo stesso ov'era stato iinvelluto quello del proprio fratello Andrea.
   Più tardi Aversa fu assediata dal Ma Intesta di Rimiri], vicario della regina Giovanna, per esservisi rifugiato con pochi Ungheresi il rinomato Fra Moriate il quale fu costretto ad arrendersi e a restituire i tesori accumulati nelle sue rapine.
   Occupata, sotto gli Angioini, dallo Sforza per conto di Ludovico d'Angiò nella guerra mossa da lui ad Alfonso nominato erede da Giovanna, Aversa fu di bel nuovo assediata da Alfonso stesso, il quale fu costretto dapprima a riparare a Capua dopo perduti esercito e bagaglio; ina vennegli poi fatto impadronirsene nel 1440.
   Nel secolo XVI il marchese di Salnzzo, succeduto al Lautrec qual comandante dei Francesi che stavano assediando Napoli, si ritrasse in salvo in Aversa. Ma le schiere napoletane sopraggiungevano ili breve ad assediacelo e, rimasto ferito, fu costretto a capitolare il 30 giugno 1583, cedendo ogni cosa al principe d Orange succeduto al vicario Ugo di Moncada nel governo del Regno.
   Nelle guerre della prima Repubblica francese avvenne nei dintorni d'Aversa, verso Capua, un aspro combattimento fra le schiere napoletane e le francesi sotto il coniando del generale Championuet. Nel 1805 lilialmente Aversa fu grandemente danneggiata da un orribile terremoto.
   Contini illustri. — Nacquero in Aversa non pochi uomini preclari, fra cui G. Cesare Mele, valente poeta latino del secolo XVI; Luca l'rasini, storico e letterato di grido; Luca Tozzi, medico rinomato che tenne t'ufficio di protomedico generale del Regno e divenne poi, dopo il celebre Malpighi, medico primario d'Innocenzo XII, finché mori nel 1717; Pericco Artaldo e Roberto Griiualdo, che Giovanna II volle ascritti al Collegio dei dottori in medicina da lei istituito, intorno al 1430; Luca Ciarafello, medico dotto e valoroso poeta; ed altri. — Ma tre nomi, che aila gloria basterebbero di qualsiasi città, formano il lustro maggiore di Aversa: Ludovico Abenavolo, milite fra i tredici di Barletta, e quei due inarrivabili compositori musicali che furono Niccolò donimeli:
   70 — L» l'alrla, voi. IV.