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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

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a cura di Federico Adamoli

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   Caserta
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   Fig. 37. — Caserta : Cascata d'acqua nel Giardino Reale (da fotografia Brooi).
   medaglioni dei re di Napoli e di Sicilia, sono di Angelini, di Solari e di Arnaud.
   Tornando alla sala di Alessandro si enlra a sinistra negli appartamenti del re che serbano ancora le decorazioni borboniche ; i dipinti nelle vòlte delle pi ime quattro camere, rappresentanti le Quuttvo Stagioni, sono di Antonio De I)o-ininicis (lo scrittore dell'arte) e di Fedele Fi-sclietti. Il primo dipinse la l'rimavera e i suoi mesi, con varii pulii e lesioni di fiori intrecciali, e lMulumto simboleggialo da Arianna e liucco; il secondo l'Estate personeggiala in Cerere e l'roscrjiina, hi atto di uscire dall'inferno, e l'Infintiti raffigurato in lìovett che rapisce Uvizia.
   Oltre gli arazzi, la più parte in sela della regia fabbrica di San Leu ciò e gli specchi preziosi di un sol pezzo, meritano particolare attenzione i quadri a olio del celebre paesista fiammingo F. Ilackert (morto a Careggi nel 1807 e di cui scrisse la vita il Goethe) rappresentante il Cantiere di Castellammare, la vedala di Castellammare, la veduta di Folio d'Ischia, il Porto e la Badia di Gaeta, ecc. Dello stesso Ilackert, ma a tempera, sono altri sette bellissimi quadri quasi unici nel loro genere per l'eccellenza dell'esecuzione e rappresentanti il Passaggio del fiume Sele con Eboli in ioulananza, il Giardino inglese di Caserta, I'Isola d'Ischia, l'Isola di Capri, ecc. Vi si ammirano ancora i quattro celebri freschi del non meli rinomato pittore tedesco Fiiger rapprcsenlaiiti il Parnaso con le tre Grazie, l'Invidia e la Ricchezza, la Svuota di Atene e la
   Protei-ione delle Belle Arti con la cacciata dell'Ignoranza. Dal teatrino domestico, per divertimento dei reali principi e principesse e corrispondente al mezzo della facciala est del palazzo, si scopre sotto tutta Caserta.
   Teatro. — È in l'orma cosidetta di l'erro di cavallo lungo ni. 27.0C2 e largo ni. Li.4-7 con cinque ordini di palchetti, quaranta in ciascuno meno quello in cui trovasi il gran palco regio. L tutto in muratura e poco esposto al pericolo d'incendi. Vi si ammirano dodici preziose colonne corin/ie di alabastro ili Gesualdo, tolte al tempio di Scrapide in Pozzuoli da noi descritto in addietro, e ì pilastri di breccia di Atripalda.
   La cancellata dietro l'atrio del palazzo conduce al gran
   l'arco con arqnidotlo Carolino, — 11 parco suolsi percorrere in vettura, dacché a piedi non si percorre in meno ili due ore. Dividesi in antico bosco, a sinistra, con castello, quercie, allori, aceri sempreverdi, e in nuovo bosco, con giardino inglese, piantagioni lussureggianti, ca-scatelle e giochi d'acqua derivata dalle sorgenti dette del Fizzo alle falde del monte Taburno, niedianle un acquidotto lungo sei ore a traverso sei montagne, a mezz'ora da iMaddaloni, costruito dal Vanviteili ; sotto l'acquidotto passa ora la strada ferrata Napoli-Foggia.
   Tornando dall'antico bosco al termine del primo viale e salendo per le due rampe scorgesi tutto l'ampio tratto che conduce alla cascala diviso da magnificile c graziose fontane (ligg. Uli-38;:
   75 — I.H I*atria, voi. IV.