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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
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l'arie -Quarta — Italia Meridionale
401 metri sul livello del mare, in aria salubre e provvisto di eccellente acqua potabile. Possiede un Monte frumentario istituito dal cardinale Orsini nel 1G49 e una Congregazione di carità con maritaggi. Il paese è essenzialmente agricolo e i suoi abitanti sono di natura docili ed inclinati al lavoro. Si coltiva in ispecial modo il frumento, il granone, i fagiuoli, la vite, l'ulivo e foraggi diversi.
Cenni storici. — Quale sia veramente l'origine di Apollosa 11011 si potrebbe accertare. Secondo alcuni documenti essa viene denominata Apollosa, Appollosa, La Pallosa, Papillosa, Apellosa, forse in onore di Apollo, od in memoria di Apelle, o forse a motivo della natura lapillosa del suolo, o dalla sua posizione a cavaliere della via Appia. Solo sappiamo che la terra di Apollosa anticamente era edificata su ili una collinetta che dominava la strada consolare, di rincontro al sito dove ora sono il molino, l'osteria (Taverna del Passo), il granile e la cappella di S. Domenico; questa collinetta conserva ancora la denominazione di Terravecchia, L'antico abitato era cinto dì mura, perchè era Apollosa fendo nobile, e tino al 1G35, secondo una relazione che si conserva nell'archivio della casa di San Giorgio, potevano ancora mostrarsi avanzi di quelle muraglie.
Però se non è cosa facile rintracciare l'origine di Apollosa si può senza tema di errore ritenere che essa sia antichissima. E per certo il Fratelli e il Giustiniani narrano che nel sito dove restava l'antica terra fu rinvenuto un distico in lode od in biasimo di Turpilio, che, secondo il Tiraboschi, fu poeta nel VI secolo. Il distico diceva: Ilio situs est nostrae splendor Turpilius urbis grammatieus primi vietar, et ultor ani, il quale distico taluno interpreta: Mie situs est Turpiliusgrammatieus, splendor nostrae urbis, vietar et ultor Prisciani. Si notino due circostanze in questo distico : la prima che fra gli Apollosani trovano stanza le Muse onorandosi i letterati ; e la seconda che Apollosa si chiamava città, urbs. Il sito, nel quale sorgeva l'antico abitato di Apollosa, resta quello di sopra indicato tino al I4G0-14GÌ, quando, come narra il Summonte, nelle guerre tra Ferrante d'Aragona e Giovanni d'Angiò, re Ferrante rivolto ai danni dei Baroni ribelli, dette alle fiamme la terra di Apollosa, che apparteneva ad Alfonso Della Leonessa, e quindi erra il Giustiniani, allorché asserisce che i naturali di Apollosa trasportarono altrove le loro abitazioni a causa dei terremoti che la rovinarono, mentre quella terra restò rovinata dalla guerra, ed i terremoti erano avvenuti molti anni prima, cioè nel 1410. Dell'antico abitato 11011 restavano altre vestigia che le fondazioni e qualche opera sottosuolo. Ma fino a pochi anni or sono si reggeva ancora in piedi una cantonata dell'antico castello, tutta in pietra d'intaglio.
La prima notizia che si trova dei feudatarii di Apollosa la dà Falcone Beneventano, il quale di Buggero contro Onorio II, dice: Deinde praefutus princeps super castellimi ipskis Vgonis Infantis nomine Lapillosa commeavit. Narra il Suninionte che nel 12G8 essendo stato l'esercito di Corradmo rotto interamente da Carlo 1 d'Angiò, nella precipitosa fuga Corradino giunse in Asturia, terra di Pietro e Giovanni Francipani sulla spiaggia romana, e trattenuto da costoro fu vilmente consegnato unitamente coi suoi compagni di sciagura al vittorioso Carlo, il quale fece morire i prigionieri sulla piazza del mercato di Napoli. In ricompensa della loro viltà, ebbero Pietro e Giovanni, dal re Carlo, le terre di Torrecuso, Apollosa, l'onte Fragneto, ed osserva il Suinmonte che essendo questa investitura prezzo di tradimento e di sangue, i Francipani conc.es-sionarii ed i loro discendenti non godettero a lungo detta concessione In seguito Apollosa fu successivamente feudo dei Leonessa, dei Caracciolo, dei Vico, dei Bieca, degli Spinelli di San Giorgio e dei Langellotti.
Coli, elett. Montesarchio — Dioc. Benevento — P1, T. e Str. ferr, a Benevento.
Bonea (1G88 ab.). — Siede a 350 metri d'altezza sul mare e a 2 V2 chilometri da Montesarchio, 111 territorio a piè del laburno, ferace di cereali, olio e vino.
Coli, elett. Montesarchio — Dioc. Benevento — P3 locale, T. a Montesarchio, Str. ferr. a Benevento.