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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
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l'arie -Quarta — Italia Meridionale
città marittime fortificate sui duo litorali rimaste all'imperatore bizantino, Benevento ebbe iu possesso quasi tutto il territorio die t'urinò più tardi il Reame di Napoli. Ivi per la prima volta si costituì un insieme organico e politico sotto il nome di Ducato di Benevento. Il quale, a dir vero, stretto da vincolo fendale, formava parte del Regno longobardo di cui era capitale Pavia; ma il vincolo 11011 era strettosi da impedirgli moto e svolgimento. La fondazione di codesto Stato nel mezzodì d'Italia risale alla conquista di Benevento pel re Antan (585-90), il quale sposò la cattolica Teodolinda, e il suo consolidarsi ed espandersi sono fatti che attestano non solamente l'energia guerresca, sì anche la capacità e l'avvedutezza politica dei Longobardi, popolo che non era poi gran fatto numeroso.
La fondazione dello Stato longobardo nell'Italia meridionale fece si che questa non divenne in prima, una provincia bizantina e quindi saracena. Per simil guisa essa tenne avvinto il bel paese alla C'diiesa ed alla civiltà occidentale. Morto Zoto o Zotone, primo duca longobardo di Benevento, Agilulfo, successore d'Autari, diede, nel 591, il ducato ad Aridi od Arechi, consanguineo di Gisulfo duca del Friuli, eroico guerriero che spinse le sue conquiste sino ai due mari e tentò, coinechò indarno, d'insignorirsi anche di Napoli. Per ben cinquant'aiiiii Arechi sedè sul trono ducale di Benevento, da lui trasmesso poi al figlio Ajo od \jone, il quale rimase ucciso 111 un combattimento con gli Schiavoni, Ebbero allora il ducato Rodoaldo e Grimoaldo, figliuoli del suddetto Gisulfo, morto, nel 017, il primo, dei quali, rimase il secondo, che vinse i Napoletani e salito sul trono longobardo, non rinunciò al ducato di Benevento. Guerreggiò con Costanzo II imperatore d'Oriente, il quale strinse d'assedio Benevento, che si difese eroicamente per opera principalmente del prode Sessoaldo ucciso dai Greci. A Grimoaldo succedo il figliuol suo Romoaldo (G(j7-G83), il (pialo guerreggiò contro i Greci, togliendo loro Bari, Taranto, Brindisi e Terra d'Otranto. In quel turno vennero in Italia anche i Bulgari, i quali, bene accolti da Romoaldo, posero stanza nelle città di Sepino, Bojano ed Isernia.
Dopo la metà del secolo VII i Longobardi di Benevento, la mercè degli sforzi di Teodorada, la pia moglie del duca Romoaldo, e del vescovo Barbato, abiurarono i loro riti pagani. Cent'anni appreso i Longobardi erano divenuti cattolici ardenti; costruirono chiese e conventi, arsero della sete del «pere ed appropriaronsi la coltura latina del loro tempo. La celebre abbazia di Montecassino divenne il centro dei loro studi e della loro coltura spirituale. Il santuario dell'Arcangelo San Michele sul Gargano divenne la meta dei loro pellegrinaggi.
Sotto Ariel» II, genero di Desiderio, ultimo re longobardo, Benevento giunse ad un alto grado di coltura e di floridezza. Vppresso, i pontefici e i Franchi, loro difensori e salvatori, distrussero il Regno longobardo; ma il ducato di Benevento, protetto dalla sua grandezza, dalla sua situazione appartata e dalla difficoltà di portarvi e sostenervi la guerra, si mantenne incolume»
Carlo Magno fu costretto ad arrestarsi sui confini e il ducato potè serbare persino la sua indipendenza politica. Alla caduta del suocero Desiderio, Ariel» si appropriò, nel 774, il titolo principesco! si fece consacrare dai vescovi del paese, si pose in capo la corona e battè moneta con la propria effìgie. Il suo principato era il più florido in Italia 'ed aveva per città capitali Benevento, Capua, Salerno, formidabile sul mare e da luì abbellita con sontuosi edilizi. Le regioni ubertose della Campania, delle Puglie, della Lucania e delle Calabrie, toltone le città marittime soggette ai Greci, gli erano tutte sottoposte e governate dai suoi conti e castaidi. Aveva una vera Corte regale nel Sacrum Palatium in Benevento, ove intorno alla sua colta consorte Adelberga acco-glievasi il fiore degli uomini d'ingegno. Paolo Diacono, autore faWHistoria Longobar-dorum e precetto» di sua moglie, era suo segretario ed amico ed occupava alla sua Corte lo stesso posto di Alenino in quella di Carlo Magno.