Stai consultando: 'La Patria. Geografia dell'Italia Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno', Gustavo Strafforello

   

Pagina (92/423)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (92/423)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   92
   l'arie -Quarta — Italia Meridionale
   nel 1029, sopra un piedestallo. Secondo il Gregorovins, l'iscrizione annessavi qualificò erroneamente la statua un simbolo sannita.
   L'imperatore Domiziano aveva introdotto o favorito a Benevento il culto d'Iside e del suo tempo devono essere i piccoli obelischi granitici scoperti nel medesimo luogo. Un altro obelisco, alto forse 50 piedi, messo in pezzi e poi di bel nuovo ricongiunto, fu innalzato nel 1872 sulla piazza Papiniano ed è senza dubbio imo degli ornamenti più belli di Benevento. Un'iscrizione greca fu incisa sulla base.
   A settentrione del fiume Calore eranvi alcuni avanzi, ora scomparsi, di un tempio di Ercole, trasformato, nei primi tempi del Cristianesimo, in una chiesa a S. Marciano. Vi fu sottoscritto il trattato del 11-5®. col quale Adriano IV investi Guglielmo il Malo del regno di Sicilia, del ducato d'Àpulia, del principato di Capila e del territorio della Marca, un anno dopo di aver conferito la corona imperiale a Federica Barbarossa.
   ARCO DI TRIONFO DI TKAJANO
   Altrimenti detto Porta Aurea, orgoglio legittimo dei Beneventani a cui si accede da via dell'Arco di Trajano, sorgeva anticamente sulla via Appia, come sorge ora sulla strada che va a Foggia. E il più bello e il più ben conservato di tutti gli antichi archi trionfali, di forma più nobile di quelli di Settimio Severo e di Costantino in Roma e meglio conservato dell'Arco di Tito, il quale servì evidentemente di modello.
   Misura metri 15 '/a d'altezza e metri 8 di larghezza nella porta, o luce che dir si voglia, ed è tutto di marino pario. Conforme all'iscrizione nell'attico, fu fatto erigere dal Senato e dal popolo romano al Fortissimo Principe Trajano, m riconoscenza pel restauro e il prolungamento sino a Brindisi della via Appia, la grande arteria mondiale che aveva congiunto l'Oriente all'Occidente. Si compone d'un solo arco fiancheggiato da due spalle a muro decorate da quattro colonne corinzie, sorrette da piedestalli (figg. 20-21).
   Stupendi bassorilievi adornano le due pareti esterne, il cornicione e l'atrio nell'ordine seguente: nel lato esterno sopra l'arcata: il Danubio, VEufrate oil Reno. — Nel fregio: il Trionfo di Trajano sui Germani. — In alto, a sinistra: Assemblea degli Dei che deliberano la sua adozione per l'imperatore Nerva. — A destra: Sottomissione della Dacia (la Transilvania odierna) e il re Decebalo ai piedi di Trajano.— A sinistra: Trionfo sui Duci. — A destra: Sponsali di Adriano con Sabina. — A sinistra: VArmenia che diviene provincia romana. — A destra: Inviati dell' Oriente davanti Trajano. — Nel passaggio, a sinistra: Trajano che sacrifica a Giove. — A destra: Distribuzione di viveri al popolo romano dopo il trionfo (congiariinn).—Nella vòlta: Trajano incoronato dalla Vittoria. — Nel lato verso la città, nel fregio: Trionfo sui Duci. — Bassorilievo: Saci ifizio di Trajano, Corteo avviato al Campidoglio, Adozione di 'Trajano, Ingresso a Roma, Trajano che amministra la giustizia, Trajano nella basìlica Ulpia.
   L'Arco è così ben conservato che persino le rosette onde va fregiato e la vòlta sono rimaste pressoché intatte, e pochi dei suddetti bassonlievi abbisognarono di restauri. Persino i barbari, che posero a sacco e a fuoco Benevento, rispettarono l'Arco di Trajano; anche i Longobardi lo risparmiarono, del pari che l'imperatore bizantino, Leone il Filosofo, che occupò la città iieH'89!, e Federico II che la devastò, come leggesi in un'epigrafe nel campanile del Duomo.
   ponti
   L'essere Benevento in mezzo a due fiumi: il Sabato e il Calore, ha fatto sì che furouvi costruiti parecchi ponti: il ponte di Benevento, sul Calore, verso la stazione ferroviaria, opera del Vanvitelli; il ponte Valentino, pure sul Calore, con altra stazione; il ponte sul Sabato, a piedi della città, e il cosidetto Ponte dei Leprosi, pure sul Sabato, anch'esso assai prossimo a Benevento, da cui non dista che mezzo chilometro.