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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
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Parie Quarta — Thilin Meridionale
mie proprie mani e non è per caso clic la si è staccate ». Si slanciò quindi nel più fitto della mischia senza alcun sogno che lo distinguesse dagli altri cavalieri ; ma le sue schiere eran già sopraffatte e Manfredi, non le potendo più ravviare ed impedirne la foga, cadde pugnando da quel prode ch'egli era e come addicevasi al discendente di una stirpo eroica.
Per ben tre giorni non ne fu scoperto d cadavere, quando alcuni soldati, percorrendo il campo di battaglia, lo riconobbero e lo trasportarono sopra un asino davanti a Carlo, il quale adunò i baroni, suoi prigionieri, per attcstarne l'identità. Il dolore disperato del conte Giordano Pancia 6 narrato pietosamente dai cronisti contemporanei. Quando il vecchio conto vide il cadavere, gli si gettò addosso smaniando e lo coprì di baci e di lagrime esclamando: a Ohimè, ohimè! Signor mio, signor mio buono, signor savio, chi ti ha così crudelmente tolto la vita? ».
I cavalieri francesi rimasero così commossi a quello spettacolo clic, chiesero gli onori di un funerale pel regal cadavere; ma darlo non volle concederli, allegando che Manfredi era scomunicato, o volle fosse gittato in un fosso presso il ponte di Benevento, ordinando che ogni soldato francese vi gettasse sopra un sasso. Ma Bartolomeo Pignatelli, arcivescovo di Cosenza, per ordine di papa Clemente IV, fece estrarre il cadavere dal fosso e gittarlo oltre la frontiera del regno sulle sponde del Rio Verde; fatto commemorato dall'Alighieri in quei ben noti stupendi versi nel Canto m del Purgatorio, 121 e seg. :
Orribil furon li peccati mici ; Ma la l'onta infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò, clic si rivolve a lei. Se '1 pastor di Cosenza ch'alia caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia,
L'ossa del corpo mio saricno ancora In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e muove '1 vento Di funi1 del regno quasi lungo ì Verde, Ove le trasmutò a lume spento.
La vedova di Manfredi, principessa greca Siena, ch'egli aveva sposato nel 1259, fu arrestata mentre fuggiva in Epiro, a Traili, e mori in prigione a 29 anni, in capo a tre anni. Sua figlia Beatrice fu, dopo 18 anni di carcere, liberata da Carlo d'Angiò contro uno dei suoi figliuoli prigioniero in Aragona. I tre figliuoli di Manfredi, Enrico, Federico ed Ezio, morirono in prigione. Sul maritaggio di Costanza, primogenita di Manfredi dalla sua prima moglie Beatrice di Savoia, con Pietro 111 di Aragona (1262), fondaronsi le pretensioni posteriori ili questa Casa sul reame di Napoli.
Ma dove fu sepolto Manfredi? — Questa questione fu discussa nel bel libro Nelle Puglie, del celebre storico di Poma e poeta Ferdinando Gregorovius, tedesco, morto il 1° maggio 1891, Manfredi, dice egli, fu sepolto e sul fosso ove fu sepolto fu accatastato un gran cumulo di sassi. Como dice Dante, il luogo della sepoltura fu: hi co' (in cima) del ponte presso Benevento; ma molti furono e sono i ponti presso Benevento. Alcuni archeologi di quella città opinano sia il ponte Valentino (ora con stazione ferroviaria) a est, sulla strada a Foggia che dovettero prendere, non ha dubbio, i fuggiaschi superstiti di Manfredi, dopo la sconfitta per arrivare a Lucerà presidiata dai (idi Saraceni D'altra parte Manfredi aveva cercato una morte eroica nella mischia, come vedemmo, nel punto in che vide le sue schiere sgominate e volte in fuga. Ciò avvenne in vicinanza del ponte Valentino (pons Valentinus), ove più tardi Carlo d'Angiò, in ricordanza della vittoria segnalata, fece edificare un monastero come attestano questi suoi termini precisi: « Sul Campo Beneventano (Campus Beneventanus), ove abbiamo riportato vittoria su Manfredi, nel territorio di San Marco di la da Benevento » ; il clic fu posto in sodo col presidio di documenti da Minieri Riccio e dal Del Giudice.
Non è però da tacere che la tradizione popolare addita il ponte dei Leprosi come luogo di sepoltura dì Ile Manfredi. Quivi nel medioevo sorgeva una chiesa con ospedale pei lebbrosi e il ponte sta a mezzo chilometro sotto Benevento. Checché ne sia, la memoria dell'eroico Re biòndo e bello e di gentile aspetto, quale lo ritrae l'Alighieri, vive ancora in Benevento, ove, sull'angolo di una casa prossima al Castello, si legge: Piazza Re Manfredi.