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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Avellino - Benevento - Caserta - Salerno
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1898, pagine 416
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l'irti Quarta — Italia Meridionale
Grande è la discrepanza intorno alla sua situazione, parte por la confusione fra i vani rami della via Appio, che separa varisi a Benevento e parte dal credere che Equotutico fosse il luogo descritto da Orazio [Sul., 1, 5,87) in quel verso: Oppidttlum quod versii dicere non est.
Ma è evidente che il Venosino segui una linea stradale diversa; ed Equus Tuticns è collocato dagli Itinerari sulla strada da Benevento ad Aee.ae (ora Troja nel circondario di Bovini), 21 miglia pugliesi dalla prima città. La linea dell'antica strada si può rintracciare distintamente (coll'aiuto dei ponti, delle pietre miliari, ecc.) da Benevento per Buonalbergo e Casalliore ad un luogo detto 8ant'MintMrio, a circa S chilometri da Ariano e a 3 da Castelfranco, ove furono rinvenute iscrizioni ed altri avanzi antichi, fra gli altri una pietra miliare romana; ma la distanza concorda esattamente con le 21 miglia iftllda Benevento.
La stazione intermedia di Forum Norma (Forno Novo, Ttin. llier., pag. filo), collocata dall' Itinerario di Gerusalemme a 16 chilometri da Benevento e a 17 da Eqiots lìilic.us, doveva essere a Buonalbergo, nella provincia e circondario ili Benevento (Mommsev, Topografia degli Ir pini, nel Bvllet. d'Instit., 181-7, p. 170; 1848, pp. 7, 8).
È probabile che Equus Tuticus non avesse mai il grado di municipio; il suo nome non trovasi in Plinio fra le città del Sannio e in mi periodo posteriore esso fu annesso al fermo al territorio di Benevento (Mommsen, 1. e., p. 170). Ciò spiega l'espressione dell' Itinerario ch'esso stava sui confini della Campania: Equotutico uhi Campania limitem habet{1ìin. Anton., p. 111). Se il Tuticuni di Tolomeo è identico &\VEquus Tuticns, ei lo ha del tutto mal collocato.
Valga d sin qui detto a dimostrare quanto sia erronea la supposizione che Ariano sia stato fondato sulle rovine dell'antico Fquotutico, le quali trovansi, come abbiamo visto, nel luogo detto Sant'Eleuterio ; a 8 chilometri da Ariano, della cui storia posteriore diamo qui 1111 sunto.
Al principio del medioevo fu posseduto dai principi di Benevento ed ebbe quindi i suoi conti, dai quali venne in potere, nel 1140, di Ruggero, che vi aprì il suo primo parlamento, vi fece batter la moneta detta ducato e vi emanò varie leggi sull'ordinamento del regno. Nel 1187 fu assediato dall'imperatore. Arrigo e nel secolo successivo fu devastato dai Saraceni d'ordine di Manfredi per aver accolto l'esercito inviato contro di lui da papa Innocenzo IV. L'ebbe in dono da Carlo I Fnrico di Yaldimone e dopo di lui l'ebbero i Sabrano, i Guevara, i De Rolian, i Carafa, i Gonzaga, i Loffredo, dai quali ultimi si prosciolsero, nel 1585, gli abitanti sborsando 75,150 ducati.
Nel secolo XIV vi dimorò Luigi I d'Angiò quando fu chiamato al trono da Giovanna I di Napoli; nel 101-7 fu assediato e vide posto a sacco il suo territorio dalle schiere napoletane sotto il comando di Orazio Vassallo, Diego Ansalone e Giuseppe Marra per aver predato i viveri spediti alla capitale. D'allora in poi ebbe pace siro al 1738 finché, oppressi gli abitanti da balzelli insopportabili, diedero di piglio alle-armi, ma furono sconfìtti dalle regie truppe e condannati a morte t loro capi.
Ariano fu grandemente danneggiato dai terremoti successivi del 981, 1419, 14'6, incui perirono 2000 persone, e del 1732 in cui furono atterrate tutte le chiese, con molti edilìzi e con l'eccidio di 1111 gran numero di abitanti. Come ciò non bastasse fi devastato dalla peste nel 1416,1493 e 165G, nel qua! anno perirono circa 4000 persone.
Uomini illustri. — Molti ne ebbe Ariano, fra i quali i seguenti: Giordano, conte normanno e guerriero rinomato ; Ferrante Gonzaga, guerriero anch'esso ricordato dal Tasso; Cesare Gonzaga, letterato e fondatore dell'Accademia degli Invaghiti dì Mantova; Decio Memoli, segretario del cardinale Millino, uomo non meno erudito che virtuoso; Marco Antonio Caccabò, illustre medico del secolo XVI; Domenico Albanese, giureconsulto di grido; Gaspare Angeriano, poesia del secolo XVI; Isidoro Pevere, buon pittore e generale dei Benedettili'; Diomede Carafa, vescovo di Ariano, dello