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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Arezzo - Grosseto - Siena
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1895, pagine 212

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Montepulciano
   191
   Codesti monaci si resero assai benemeriti per l'assistenza prestata ai Senesi durante la peste in cui perì nel 1348, in età di 76 anni, il fondatore stesso Bernardo Tolomei, beatificato da Innocenzo VII. Non men di ottanta furono i monasteri di monaci Olivetani in Italia e in Sicilia. L'Ordine, ora soppresso, non uscì però mai fuori d'Italia: il Monte Oliveto, monumento nazionale, è ora custodito da pochissimi sacerdoti secolari ex-oli-vetani e assai curato dal ligure abate Di Negro.
   Le fenditure d'erosione del monte Accona costringono chi vi sale a far molti giri, ma l'eremo, con la sua massa di edifìzio in mattoni rossi, è visibile in lontananza sulla alta vetta di argilla e di sabbia in forma di una foglia di castagno, come si esprime Enea Silvio Piccolomini che fu poi Pio II.
   A circa un chilometro e mezzo dalle porte si traversa un'angusta crina formante una specie di ponte naturale fra due precipizi, e qui la scena cambia e dal deserto si pon piede in un'oasi. Le grandi profondità sotto gli edilizi monastici son rivestite di verzura e la strada è fiancheggiata dai cipressi e dagli ulivi che diedero il nome all'eremo.
   Grande portone con statue in terracotta della Vergine col Putto all'esterno e di San Benedetto nell'interno. La chiesa e il convento, intieramente in mattoni con ornati in terracotta, sono di Agostino ed Agnolo da Siena e son creduti sì belli che la leggenda popolare ne attribuì la costruzione agli angeli.
   Il gran convento può contenere comodamente ben 300 monaci e basti il dire che vi fu albergato nel 1536 l'imperatore Carlo V, reduce dalla sua spedizione in Africa, con 2500 soldati. Nella scuderia furono dipinte diverse arme per indicare il posto alle cavalcature dei pellegrini secondo le rispettive provenienze.
   La chiesa, edificata nel 1410, ampliata con l'aggiunta della tribuna nel 1777, contiene dipinti di Ligozzi, di Vanni e di Nasini, ed è una delle più belle della Toscana. Ha un campanile grazioso, una porta gotica, un finestrone tondo ed ornati in terracotta nella facciata di mattoni rossi. Nell'antico refettorio, un dipinto dell' Ultima Cena della Scuola senese della seconda metà del secolo XIV fu distrutto in parte per dar luogo ad un più moderno Banchetto di Baldassare. Nella sala del Consiglio, dipinto del Sodoma ridipinto dal suo allievo Riccio. Alcuni dei libri corali appartenenti al convento stanno ora nella cattedrale di Chiusi. I bei lavori di tarsia nei sedili del coro sono del grande intagliatore Fra Giovanni da Verona (1505), ma porzioni di essi furono rimossi al tempo dell'occupazione francese di Siena.
   La Libreria, contenente parecchi libri pregevoli e manoscritti, ha anch'essa un gabinetto e la porta intarsiati. Nel giardino una cappella conia statua del B. Bernardo Tolomei nel luogo ov'era la sua cella. In un'altra cappella, bel fresco dell'.4ssM»ta con varii Santi al basso, attribuito al Pinturiccliio od al Perugino.
   Nel chiostro principale, che contorna il giardino, ammiransi trentacinque freschi stupendi esprimenti la Leggenda di San Benedetto secondo i Dialoghi di San Gregorio. La serie incomincia con diciannove freschi del Sodoma e il ventesimo finale del suo genero ed allievo Riccio ; seguono otto freschi di Luca Signorelli e per ultimo altri sette del suddetto Sodoma che vi dipingeva ancora nel 1506. Quantunque i freschi del Signorelli non possano stare per importanza alla pari con la sua nobile epopea in Orvieto, tanto pel subbietto quanto per l'esecuzione, essi porgono però sempre testimonianza della grande valentia di questo grande maestro del nudo, precursore di Michelangelo. Percorriamoli rapidamente :
   1. Totila si presenta a San Benedetto che gli stringe la mano. — 2. Lo scudiero di Totila si presenta a San Benedetto sotto le sembianze del suo signore, ma è scoperto immediatamente dal Santo. — 3. Un giovine avviato in pellegrinaggio a Montecassino è tentato dal demonio che cerca distornelo, a sinistra San Benedetto redarguisce il giovine. — 4. Due monaci che stanno mangiando, contrariamente alla regola, in una casa privata, sono scoperti miracolosamente dal Santo. — 5. Un monaco, precipitato dal